Una lavoratrice che è stata assunta nella nuova azienda scrive al sindaco per difendere i colleghi rimasti fuori e chiedere quella trasparenza che finora non c'è stata
«Gentile Sindaco De Luca,
le scrivo in questi giorni di festa nella speranza che il suo cuore sia più propenso a comprendere come il vero disagio renda buia la condivisione sana di una festa sacra come la Santa Pasqua.
Sono una lavoratrice dei servizi sociali, lavoro da 30 anni (ottobre 1988) in questo contesto. Ho visto passare amministrazioni, consiglieri, Presidenti, dirigenti di cooperative di dubbia caratura, e ho sperato, per tanti anni, nell’epilogo avveratosi nel mese di marzo. Devo dire però che si sta rivelando diverso rispetto ai canoni di legalità e trasparenza da lei promessi in campagna elettorale e sperati da tutti noi.
Pur essendo rientrata tra i fortunati “internalizzati dl’ufficio” ritengo che l’applicazione dell’art 37 abbia permesso il verificarsi di una grave ingiustizia. Al prospettarsi del passaggio alla Messina Social City è stato chiesto a tutti noi di fornire l’estratto contributivo INPS utile ad evincere l’anzianità di servizio di ciascuno, oltre ai titoli e alle competenze acquisite in questi anni. Tutti abbiamo sperato che venisse fatta finalmente giustizia; abbiamo creduto finalmente possibile che chi, da 30 anni, aveva dedicato con dedizione il suo tempo e il suo denaro (ancora oggi ci spostiamo con i nostri mezzi anche quando ci accingiamo a trascorrere le sante feste senza avere percepito un euro ne dalla Messina social city né dalle cooperative pregresse) alla cura dei più’ deboli avesse riconosciuto il merito di avere accettato di tutto (demansionamenti, licenziamenti e riassunzioni, ritardi cronici nei pagamenti, mancata corresponsione del TFR ) e sopratutto di avere resistito.
Oggi lei e tutta la Messina Social City decide di applicare l’articolo 37, ignorando tutti gli sforzi e i sacrifici di chi ha resistito in questi anni e consentendo il transito a chi è stato inglobato da poco nel sistema ed è oltremodo meno esasperato da chi lo subisce da una vita. Io conosco personalmente alcuni dei cosiddetti “ignoti” di cui parla, è gente per bene che in passato ha creduto a sindacati scorretti e ha consentito ad altri (altrettanto scorretti e che oggi godono della sua fiducia e si permettono di rastrellare deleghe affermando di avere le mani in pasta e potere gestire le cose) di potere decidere per loro, di illuderli di avere una certezza di reintegro frequentando corsi di riqualificazione pagati con il pane dei propri figli e che ora sono rimasti fuori.
La long list, che tanto promettete come la soluzione, doveva essere a beneficio di chi era stato assunto da 6 mesi, non da chi ha lavorato per anni spezzandosi la schiena e a causa di giochetti sporchi è rimasto fuori . Il reintegro di tali unità come sostituzioni, un domani, comporterà l’utilizzo delle stesse nelle incombenze più gravose, spesso incompatibili con l’età maturata da tali operatori molto più’ consoni per innesti giovani e resistenti che oggi risultano dipendenti titolari e che magari hanno posizioni privilegiate, senza titoli e senza esperienza.
Le chiedo giustizia e trasparenza relativamente ai criteri adottati per le assunzioni anzianità e competenza prima di tutto) ma anche in merito alla valorizzazione delle risorse umane all’interno della neonata agenzia. Molti di noi lavorano da una vita, sono stanchi di girare per le case di anziani e disabili a fare verifiche, raggiungere luoghi sperduti nelle montagne, fare servizi e commissioni faticosi o impossibili e poi vedere valorizzate ed “esentate”dai suddetti sacrifici risorse nuove giovani e di recente reclutamento che non hanno mai vissuto tali disagi.
Confido in lei, nel senso di giustizia che ha sempre ostentato. Prendete in mano gli estratti contributivi di chi è dentro e di chi è rimasto ingiustamente fuori e rimodulate i criteri di accesso ma anche di riorganizzazione interna dell’agenzia. In questo momento stiamo lavorando con difficoltà. C’è molta confusione, proprio perché non esiste un criterio unico che dia per lo meno la parvenza della giustizia promessa.
Confido in Lei e nella sua squadra, spero nell’Assessore che sta facendo comunque di tutto per rendere indolore un passaggio difficile che necessitava di tempo e gradualità.
Si tratta di rendere forte una catena a cui nel tempo sono state aggiunte sempre più maglie. E’ giusto che quelle più forti e meno provate dal sistema, in quanto a resistenza, siano poste alla base della trazione della catena, altrimenti si spezzerà e la barca andrà alla deriva.
Volgo il pensiero ai miei colleghi che hanno occupato il Comune temendo l’arrivo del prossimo mese e spero che la Santa Pasqua la renda più disponibile al dialogo e alla concertazione».
Una lavoratrice della Messina Social City
Messina Social City è l’ennesima bufala di questa amministrazione, montata ad arte con la complicità della stampa pro De Luca. Una vergogna senza fine che si sta consumando sotto gli occhi della gente per bene.
Esattamente… Dovrebbe tornare di moda la vergogna… Ed invece tutti complici di una macelleria sociale… Mi dispiace che tutto ciò ricade sugli utenti… Nn essendoci sostituzioni nn ci sono servizi coperti…
Non ho idea di chi abbia scritto questa lettera… Ma sono una degli ignoti… E dico grazie a questa collega forse l unica x averci espresso la sua solidarietà… E x aver descritto esattamente quanto sta accadendo sotto gli occhi di tutti e nessuno fa nulla… Spero solo ella giustizia divina oramai