La madre di Valeria Mastrojeni: "Basta stragi stradali, la patente va tolta per sempre"

La madre di Valeria Mastrojeni: “Basta stragi stradali, la patente va tolta per sempre”

Marco Olivieri

La madre di Valeria Mastrojeni: “Basta stragi stradali, la patente va tolta per sempre”

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lunedì 26 Giugno 2023 - 07:24

Pina Cassaniti e gli obiettivi della sua associazione, nel ricordo della giovane vittima: "Zero morti nel 2030 e a chi perde i punti va impedito di guidare"

MESSINA – È la sera del 20 giugno 1997. L’estate è alle porte. Valeria Mastrojeni ha 17 anni e ha appena trascorso una serata spensierata con il fratello e un amico. Ma, all’improvviso, quando è il momento di rientrare a casa, viene travolta da un’auto che corre a 100 km orari in via San Filippo Bianchi. Sono trascorsi 27 anni e oggi Valeria avrebbe 44 anni. Marcello Mastrojeni si è salvato e anni dopo si è laureato in Giurisprudenza con una tesi sull’omicidio colposo. Una stele ricorda la ragazza, lì dove ha perso la vita. La madre, la professoressa Pina Cassaniti, è presidente dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus – Aivfs e s’impegna allo stremo per raggiungere un obiettivo: “Dobbiamo fermare la strage stradale e arrivare a zero morti. Per fare questo occorre rendere efficaci le sanzioni, diminuendo l’entità dei punti della patente da decurtare ma rendendo definitiva la loro perdita. Perdere tutti i punti, con ulteriori trasgressioni, dovrebbe significare non avere più la patente per tutta la vita”.

Dirigente scolastica in pensione, la madre di Valeria parla con energia e forza incontenibile della necessità di cambiare le politiche per la sicurezza stradale. E ha trasformato la sua ferita indelebile in un impegno quotidiano, e senza sosta, a livello nazionale. Così non si stanca di ribadire: “In Italia la strage stradale continua, con 9 morti al giorno e 661 feriti al giorno. Si tratta di un’altra pandemia, di un problema di sanità pubblica ma non è trattato con lo stesso rigore con cui è stato affrontato il Covid. Se l’obiettivo europeo è quello di ridurre del 50% la strage stradale, nei decenni 2011-2020 e 2021-2030, e arrivare a zero incidenti nel 2050, io dico che dobbiamo puntare ad arrivare a zero morti nel 2030″.

“Finiti i punti, basta patente per sempre: chi uccide una persona deve pagare per quello che ha fatto”

Osserva la presidente: “In Italia la riduzione è stata solo del 22,9% nel 2019. Questi sono gli ultimi dati Aci dell’Istat, considerati come riferimento dall’Europa prima del lockdown. Ma gli incidenti sono anche in aumento”. Sul tema Pina Cassaniti Mastrojeni ha partecipato a un recente confronto con il ministro Salvini.

Sono molte le proposte che la sua associazione ha lanciato per invertire la rotta. E lei tiene in modo particolare all’idea di rafforzare le sanzioni senza ripercorrere le strade, fallimentari, già perseguite: “Bisogna diminuire l’entità dei punti della patente da decurtare ma rendere definitiva la loro perdita. Lo ribadisco: quando si arriva a perdere tutti i punti, si dovrebbe impedire a una persona di guidare per il resto della sua vita. D’altronde, esistono altri mezzi pubblici, come i bus e i treni, che rendono possibile la mobilità sostenibile. Chi ha ucciso una persona ha una responsabilità enorme. La patente va sospesa già alla prima distrazione alla guida ma il cambiamento deve avvenire dal basso. Assieme al coinvolgimento delle istituzioni, ogni persona deve sentirsi coinvolta. Il diritto acquisito d’avere la patente corrisponde al dovere di essere responsabili nei confronti degli altri e deve venire meno se manca questo senso di responsabilità”.

“Serve un coordinamento a livello ministeriale e le istituzioni sono responsabili se non fermano le stragi sulla strada”

Uno dei punti più rilevanti per l’associazione, mentre la sua presidente punta a tornare nelle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni, è quello d’istituire “un’autorità unica centrale interministeriale, alle dirette dipendenze della presidenza del Consiglio con funzioni di indirizzo, di coordinamento e di controllo, che comunichi, con un forte input, l’obiettivo di prevenire l’incidente stradale, prevedendo sanzioni agli enti che gestiscono le strade e non raggiungono gli obiettivi. Ad esempio, bisogna restituire allo Stato la parte delle multe o dei pedaggi corrispondente alla percentuale di mancato raggiungimento. Responsabili della strage non sono soltanto gli utenti della strada ma anche le istituzioni che non raggiungono gli obiettivi previsti, che non fanno abbastanza”.

Dato che le industrie automobilistiche puntano sulla velocità, e la professoressa Cassaniti è contraria ad aumentarla anche in autostrada e non condivide le dichiarazioni del ministro Salvini su questo punto, non mancheranno le pressioni economiche sulla politica. Tuttavia, “se vogliamo fermare questa strage deve cambiare l’approccio a livello istituzionale, sociale e culturale. Noi, come associazione, non ci rassegniamo. Chi perde la vita per un comportamento scorretto, per responsabilità di chi si trova alla guida, non torna più”, evidenzia la presidente dell’assoiciazione.

Non torna più come è successo a Valeria. La sua figura rivive lì, nel luogo della tragedia, in via San Filippo Bianchi, attraverso fotografie di lei bambina, e adolescente, e pensieri. Era il 1997 e i passi avanti, nel contrastare questa guerra non dichiarata, sono ancora troppo pochi. Ce lo ricordano i 9 morti al giorno a cui la madre di Valeria non si rassegna.


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Un commento

  1. HA RAGIONE su TUTTO quello che dice !!!!!Alla guida c è troppa superficialità, sfregio del codice stradale, spavalderia,mancanza di rispetto e umanità e lo vedo pure io da pedone che sto tantissimo sulle strisce pedonali a farmi le ragnatele per quanto mi lasciano ferma senza farmi attraversare😤anzi accelerano 😳…… ci vogliono strette severe così ci pensano due volte prima di trasgredire…. La patente revocata è il minimo per un omicidio stradale.

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