Con il congresso regionale di oggi diventa co-portavoce assieme a Fabio Giambrone. Ecco il suo progetto, con un modello alternativo al ponte
Alessandra Minniti e Fabio Giambrone guideranno Europa Verde in Sicilia. Con il congresso di oggi, a Palermo, viene approvata la nomina di co-portavoci del partito impegnato nell’Alleanza Verdi Sinistra. In particolare, Alessandra Minniti, dirigente scolastica, è messinese e da anni è impegnata nel percorso di Europa Verde.



“La più grave crisi ambientale della storia del pianeta”
Questa una parte della mozione (in allegato quella completa) di Minniti e l’ex vicesindaco di Palermo Giambrone: “Ci troviamo nella più grave crisi ambientale della storia del pianeta, profondamente trasformato dalle innovazioni tecnologiche, dal primato della economia, dagli smisurati squilibri ecologici e sociali, da flussi migratori di proporzioni mai viste nella storia dell’umanità. La politica ha il compito di individuare nuove categorie di analisi e proposta e di trovare parole nuove per dare ordine alle speranze e ai desideri: alla speranza di un mondo giusto, al desiderio di un mondo senza guerra.
La politica deve riformulare priorità e tracciare nuovi traguardi di emancipazione e diritti, partendo dalla centralità del tema ecologico, declinato in tutti i suoi molteplici aspetti”.
“Con l’ambiente una conversione di ecologia politica”
Continuano Giambrone e Minniti: “Il contesto siciliano in cui ci muoviamo è segnato da fragilità strutturali che si trascinano da decenni: disoccupazione cronica, emigrazione giovanile, arretratezza infrastrutturale, disuguaglianze territoriali, malaffare. A tutto questo si aggiungono gli effetti ormai evidenti della crisi climatica: siccità prolungate e sempre più radicali, desertificazione, incendi più intensi, erosione delle coste, perdita di biodiversità. La Sicilia è al centro di un cambiamento epocale, che rischia di peggiorare le condizioni di vita di milioni di persone, soprattutto delle fasce più vulnerabili.
Eppure, proprio in Sicilia esistono potenzialità enormi. La nostra terra è attraversata da reti di resistenza, esperienze di mutualismo, vertenze ambientali, iniziative di rigenerazione urbana, forme di economia alternativa. C’è una Sicilia che già pratica ogni giorno un’idea diversa di futuro. Il nostro compito è renderla visibile, metterla in rete, darle voce politica.
Per questo è importante che in una fase di difficoltà di tutte le forze politiche a radicarsi nei territori, Europa Verde trovi strategie innovative per essere ancora più presente nei territori, con un’organizzazione radicata che rafforzi i legami e ascolti i bisogni, dando risposte politiche che tengano conto della lontananza e del disagio dei cittadini rispetto all’agire dei partiti. Ancora più energia deve essere spesa per aprire ai cittadini i circoli territoriali per farne luogo di ascolto, di elaborazione, di relazione, di
attivazione”.
“Dall’acqua ai rifiuti e alla giustizia sociale, le priorità per la Sicilia”
“Sul piano programmatico, le priorità per la Sicilia sono chiare. Acqua, rifiuti, mobilità sostenibile, energie rinnovabili, rigenerazione urbana, giustizia sociale. Dobbiamo dire con chiarezza che siamo contrari al Ponte sullo Stretto, perché è un’opera inutile, dannosa, pensata per interessi lontani dai bisogni reali delle persone. Dobbiamo proporre un piano regionale per l’autonomia energetica dal basso, con le comunità
protagoniste e lottare per l’applicazione del prezzo zonale. Dobbiamo batterci per un modello di mobilità che metta al centro treni, bus, biciclette, e non il traffico privato.
Dobbiamo anche assumerci la responsabilità di parlare di economia, lavoro, innovazione. L’ecologia non è un ostacolo allo sviluppo, è la sua unica possibilità.
Ma dobbiamo dirlo con parole comprensibili, con esempi concreti, con pratiche visibili. Il nostro compito è costruire ponti tra chi lotta per l’ambiente e chi ha paura di perdere il lavoro. Tra chi difende il territorio e chi cerca un’opportunità. L’ecologia politica è questo: tenere insieme giustizia sociale e ambientale.
Infine, affronteremo il tema della comunicazione. Per una presenza pubblica chiara, costante, riconoscibile, per dare al nostro lavoro la maggiore visibilità possibile. La comunicazione è uno strumento della nostra strategia politica.
Le proposte programmatiche, “no al ponte e sì a un modello alternativo”
“Il cuore della nostra proposta politica è il clima e con esso la dimensione ecologica dell’esistenza, cioè un’idea della natura fondata sull’equilibrio dei viventi, nella quale sia avvertita come impossibile, impensabile, l’idea di sfruttamento, di violenza, di spreco di risorse. Un equilibrio che non può che essere dinamico, frutto dell’incessante movimento dell’uomo, della storia, del suo progresso, ma che sa calibrare la velocità di questo movimento, la sua direzione, i suoi obiettivi, i traguardi”.
“Mentre il governo Meloni – violando gli accordi internazionali – storna diversi miliardi del fondo per il clima sul Piano Mattei, mettendo in atto un atteggiamento colonialista, noi riteniamo che sia necessario cambiare modello di sviluppo”.
“Sicuri che le dichiarazioni eclatanti siano proprie di politiche populiste, intendiamo affrontare e portare avanti – nel quadro generale delle politiche di Europa Verde- iniziative specifiche affinché tutti i siciliani sentano proprio e partecipino attivamente al grande tema ambientale”.
“Si può fare con argomenti chiari e azioni concrete:
- Dichiararsi contro ogni guerra come punto centrale e sostanziale della politica ambientale nel rispetto dei popoli, di ogni singola vita e di ogni forma di vita.
Gli avvenimenti di questi anni mettono in evidenza che le guerre si fanno per accaparrarsi risorse e si ricorre ad una guerra, oggi, anche per massimizzare i guadagni su risorse petrolifere, preoccupati che le rinnovabili possano accelerare la loro irrilevanza futura, generando conflitti per spingere in alto il prezzo di tale risorsa. È urgente l’indipendenza energetica delle famiglie anche
come garanzia di pace. - Elaborare politiche a favore della agroecologia con cui è possibile fornire in maniera sostenibile il cibo, rispettare le risorse naturali (acqua, aria, suolo), allentare la desertificazione e contribuire ad alleviare la crisi climatica.
- L’agricoltura deve essere messa al centro di politiche di tutela della salute, del paesaggio, del reddito degli agricoltori, del clima. Si devono affrontare – nei tavoli regionali- concretamente i temi urgenti che affliggono la Sicilia e che sono rappresentativi di un più ampio scenario nazionale e internazionale, lavorando per rivendicare un modello di sviluppo alternativo a quello rappresentato dalla mega opera del Ponte sullo Stretto di Messina, una infrastruttura inutile e dannosa e impossibile da realizzare, che, anche se solo dovessero iniziare i lavori, porterebbe all’esproprio di 500 famiglie, la devastazione di un’area ecologica protetta, sostituita da asfalto e cemento, all’esproprio di una enorme quantità di acqua di cui la città è già priva, per servire i cantieri; continueremo dunque ad impegnarci, con tutti i mezzi del diritto e della politica, per impedire che la società Stretto di Messina apra i cantieri sul territorio, e ci dichiariamo al fianco delle popolazioni vessate e dei Comitati no ponte in difesa dell’ambiente”.

Questa notizia mi ha migliorato la giornata, meno male.