La Vara sospesa, il silenzio ferragostano "assordante" e l'autenticità della festa religiosa in tempo di Covid

La Vara sospesa, il silenzio ferragostano “assordante” e l’autenticità della festa religiosa in tempo di Covid

Carmelo Caspanello

La Vara sospesa, il silenzio ferragostano “assordante” e l’autenticità della festa religiosa in tempo di Covid

lunedì 17 Agosto 2020 - 12:12

L'arcivescovo rimarca “il valore del sacrificio di rinunciare alle tradizioni”. Il sindaco: Nulla ha impedito ai credenti messinesi di rinnovare la propria fede. Chiediamo conforto per le angosce che stiamo vivendo"

MESSINA – “Chiediamo sollievo e conforto dalle angosce del momento presente e dalle prove che affliggono l’umanità”. E’ l’invocazione dell’intera città all’Assunta attraverso le autorità civili ed il suo sindaco, Cateno De Luca, che in Cattedrale ha affidato Messina e i messinesi alla Madonna. Al suo fianco l’assessore alla Cultura Enzo Caruso, il prefetto Maria Carmela Librizzi, le associazioni e le autorità militari. Nella gomena, un pezzo di corda utilizzato per il traino della Machina votiva, offerta alla Vergine dal primo cittadino (nella foto) , si racchiude il significato della Festa della Vara al tempo del Covid. Una festa “sospesa e non annullata”, come sottolinea l’arcivescovo, mons. Giovanni Accolla.

Non c’erano mani a stringere le gomene il giorno di Ferragosto. Il giorno dell’identità dei messinesi è scivolato via in un silenzio assordante, infranto dai colpi a salve dei cannoni sotto la stele della Madonnina del Porto all’ora fissata per la partenza della Vara. Le 18.

La solennità dell’Assunta è culminata con il pontificale in Duomo celebrato da mons. Accolla e concelebrato dal Vescovo ausiliare, mons. Cesare Di Pietro. Accolla ha evidenziato “il valore del sacrificio di rinunciare alle tradizioni e al senso di festa”, ribandendo la riscoperta di una celebrazione caratterizzata da una “religiosità autentica”. Un concetto ribadito dal presule in più occasioni, che vale per tutte le feste patronali, quest’anno sospese dall’epidemia. In città e in provincia, come nel resto del mondo sono stati annullati gli eventi esterni, dalle processioni alle tradizioni che rappresentano spesso un intreccio tra sacro e profano. Niente Vara, dunque. Ai messinesi è stata mostrata solo la parte sommitale della Machina votiva: il simulacro della Madonna sorretta dal Cristo. “Non è stata una manifestazione mortificata nel suo tradizionale svolgimento – dice ancora l’arcivescovo – ma una opportunità per manifestare una più autentica testimonianza di fede”. Come non accadeva da 70 anni. Tanti ne sono trascorsi dall’ultimo stop della Vara (a causa della guerra).

“Quest’anno, la tremenda pandemia – è stato il commento del sindaco De Luca – ci ha impedito di correre in strada a migliaia e migliaia al grido di Viva Maria, ma nulla ha impedito ai credenti messinesi di rinnovare la propria fede e di avvertire ogni giorno il benefico effetto della sua protezione e del suo amore per ognuno di noi: un amore di Madre, pronta ad intercedere per i propri figli. Aiutaci a risollevare questa città che sempre ti ha amato e venerato. E fa che anche oggi, ognuno di noi, ovunque si trovi – ha concluso il sindaco nell’atto di affidamento – possa rinnovare la propria devozione mariana con serena fiducia per il domani”. (Carmelo Caspanello)

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