L'Aquarius della droga a Messina, quanto rischiano i pusher di Mangialupi TUTTI I NOMI

L’Aquarius della droga a Messina, quanto rischiano i pusher di Mangialupi TUTTI I NOMI

Alessandra Serio

L’Aquarius della droga a Messina, quanto rischiano i pusher di Mangialupi TUTTI I NOMI

sabato 27 Gennaio 2024 - 07:15

Processo d'appello per i Mazza e gli Umbertalli, l'Accusa vuole confermare tutte le condanne

MESSINA – Rischiano 16 condanne i pusher di Mangialupi coinvolti nell’operazione anti droga Aquarius. Si è aperto il processo d’appello per tutti gli imputati che avevano definito la condanna in primo grado col patteggiamento e oggi il procuratore generale ha invocato per tutti la conferma del verdetto risalente all’ottobre 2022.

Alla sbarra gli spacciatori attivi tra Gazzi, Mangialupi e Provinciale accusati di fare capo ai dei due gruppi familiari dei Mazza e degli Umbertalli.

Tutti i nomi

Ecco il verdetto che l’Accusa vorrebbe cristallizzare in secondo grado: Vincenzo La Foresta e Daniele Giannetto a 1 e 4 mesi; un anno e un mese Angelo Immormino, un anno e 10 mesi Massimiliano Immormino. 20 anni per Lucio Mazza, altrettanti per Daniele Mazza, 18 anni per Lorenzo Umbertalli; 13 anni e 4 mesi per Antonino Mazza e Massimo Russo ; 11 anni e 4 mesi per Rosario Mazza; 9 anni e 4 mesi per Aurora Aliotta e Rosa Gugliotti, 10 anni per Fabiana Russo e Maria Tindara Umbertalli; 8 anni per Demetrio Lombardo e Antonino Corritore; 10 anni e 8 mesi per Davide Bonanno; 3 anni e 4 mesi per Francesco Giorgi, Massimiliano Primerano e Gianluca Minella. Decise alcune assoluzioni parziali.

La Corte d’Appello ha aggiornato l’udienza a marzo prossimo per sentire i difensori, gli avvocati Cinzia Panebianco, Carolina Stroscio, Salvatore Silvestro, Daniela Garufi,  Salvatore Stroscio, Massimo  Marchese, Giuseppe  Donato, Tommaso Autru Ryolo. Poi emetteranno la sentenza.

L’operazione Aquarius

Gli arresti sono scattati col blitz del marzo 2022, svelando che il quartiere fortino di Mangialupi, a ridosso del carcere della zona sud messinese, resta la piazza principale per lo spaccio di droga a Messina. La “fotografia” scattata dall’inchiesta mette poi in luce che, con i capi storici in carcere, i rifornimenti di cocaina e hashish erano passati in mano a nomi relativamente nuovi, come appunto gli “eredi” Mazza e gli Umbertalli, imparentati tra di loro ma non sempre d’accordo, su come muoversi per gli approvvigionamenti degli stupefacenti e lo spaccio

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