L'associazione Ionio: "No alla distruzione di Villa Pugliatti"

L’associazione Ionio: “No alla distruzione di Villa Pugliatti”

Giuseppe Fontana

L’associazione Ionio: “No alla distruzione di Villa Pugliatti”

giovedì 17 Aprile 2025 - 11:00

Gli attivisti già da anni si battono contro il progetto della piattaforma logistica che andrebbe a "penalizzare il territorio e ignorare la voce di chi lo abita"

MESSINA – L’associazione Ionio, attiva nella zona Sud di Messina da anni, è tornata a parlare dell’ampliamento del Porto di Tremestieri in relazione a quanto i cantieri andranno a colpire, su tutti la possibile “distruzione” di Villa Pugliatti a Pistunina per fare spazio al progetto della piattaforma logistica. Se n’è parlato già diverse settimane fa quando è stato Alessandro Russo del Pd a dare risalto nuovamente al problema. La villa, tra l’altro, è a pochi metri dall’area ex Sanderson, che attende l’avvio dell’iter per la bonifica.

L’associazione Ionio: “Non si può distruggere Villa Pugliatti”

Gli attivisti dell’associazione Ionio hanno ricordato le perplessità già espresse nel 2018 sull’ampliamento del porto di Tremestieri e hanno ribadito che “a distanza di anni, quanto temevamo si sta tristemente concretizzando. Il possibile abbattimento degli agrumeti a Villa Pugliatti per la realizzazione della piattaforma logistica comporterebbe la distruzione dell’ultimo polmone verde fruibile della zona e la realizzazione di un asse viario lungo la costa destinato ai mezzi pesanti compromettendo l’accesso al mare per le comunità di Pistunina e Tremestieri, nonostante la promessa del ripristino della spiaggia attraverso opere di ripascimento”.

E ancora: “Ciò rappresenta l’ennesimo tassello di un disegno che penalizza il territorio e ignora completamente la voce di chi lo abita. Se non altro perché la comunità non viene informata dei lavori in corso sul territorio e della loro finalità. Il problema non sono i lavori pubblici in sé, ma l’assenza di un reale processo partecipativo tra istituzioni e cittadini. Le comunità locali sono state escluse da ogni fase decisionale, private dell’accesso al mare e delle loro spiagge, senza che sia mai stata prospettata un’alternativa sostenibile o un’opera di compensazione. Questo modello di governance calato dall’alto nega i diritti delle persone e dei luoghi, generando un crescente impoverimento ambientale, sociale e culturale”.

L’associazione ha concluso: “Rinnoviamo oggi la richiesta di un radicale cambio di rotta nelle politiche urbanistiche e ambientali: serve un nuovo patto tra istituzioni e cittadinanza, basato su trasparenza, ascolto e corresponsabilità. Non possiamo restare in silenzio mentre l’ultimo polmone verde della nostra fascia costiera rischia di essere cancellato. È nostro dovere chiamare chi governa a un’assunzione di responsabilità, affinché il territorio non venga più sacrificato senza confronto, senza rispetto e senza futuro”.

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