Lavoratore escluso perché sindacalista, MessinaServizi condannata

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Alessandra Serio

Lavoratore escluso perché sindacalista, MessinaServizi condannata

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domenica 11 Ottobre 2020 - 07:55

Messina Servizi condannata dal Tribunale del Lavoro perché escluse lavoratore sindacalista e appaltò servizio di vigilanza all'esterno

Il Tribunale del Lavoro di Messina ha condannato la società pubblica Messina Servizi Bene Comune per una procedura di selezione del personale che escludeva un lavoratore perché sindacalista, finendo per appaltare all’esterno il servizio di vigilanza, con costi in più a carico della società e quindi della collettività.

La condanna è arrivata dopo la denuncia del lavoratore, assistito dall’avvocato Santi Delia.

La sezione Lavoro del Tribunale, con ordinanze del 23 luglio e del 5 ottobre 2020, ha dichiarato illegittimi gli atti di concorso indetto da Messina Servizi Bene Comune “nella parte in cui la Commissione esaminatrice ha escluso il ricorrente per mancanza del requisito dell’inquadramento e la conseguente esclusione” e “ordina alla società resistente di procedere all’affidamento dell’incarico nei suoi confronti” che “costituisce attività vincolata e non discrezionale, atteso che il lavoratore è l’unico soggetto partecipante alla procedura e il bando espressamente prevede che “nel caso in cui pervenisse una sola domanda, rispondente ai requisiti richiesti, l’incarico, previa adeguata formazione ed affiancamento, sarà affidato”.

l'avvocato Santi Delia
l’avvocato Santi Delia

Il Tribunale di Messina “con due diverse pronunce – commenta l’avvocato Delia, founder di Bonetti & Delia –ha confermato la sussistenza delle illegittime scelte di esclusione comminate ai danni di un rappresentante sindacale dapprima per tale qualità e, successivamente, per presunta carenza di adeguato livello di inquadramento”.

Il bando della partecipata risale al 2019 e mirava al reclutamento di un responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (R.S.P.P.), da individuare all’interno del personale in possesso del diploma di istruzione secondaria.

L’incarico, ribadiva il bando, sarebbe stato aggiudicato nel “rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza”, accordando altresì “PREFERENZA AI PRIMI TRE CANDIDATI PIÙ GIOVANI E CON LIVELLO DI INQUADRAMENTO COMPRESO TRA IL 5° E L’8°”.

Lo stesso bando, tuttavia, “in maniera del tutto irragionevole” prevedeva che “sono esclusi dalla partecipazione al presente bando i rappresentanti dei lavoratori a vario titolo”.

A seguito della notifica della prima azione giudiziale, la Commissione riteneva di cambiare le regole del bando non applicando la ragione dell’esclusione dovuta all’appartenenza alla sigla sindacale escludendo, tuttavia, l’aspirante responsabile della sicurezza per la mancanza di adeguato livello di inquadramento.

Il ruolo, frattanto, veniva attribuito dapprima ad un professionista individuato fiduciariamente dalla partecipata del Comune, con un compenso trimestrale di 10 mila euro e successivamente affidato dopo indagine di mercato ad altra Società per un ulteriore biennio con un importo a base d’asta di 80 mila euro.

Al dipendente quanto sarebbe spettato? Nulla avrebbe agito a titolo gratuito, come aveva già fatto in passato, nell’ambito delle sue mansioni”, spiega l’avvocato Delia – A fronte di un servizio che il dipendente aveva (ed avrebbe) svolto gratuitamente e nell’ambito delle sue mansioni, la partecipata ha preferito offrire un’interpretazione del bando, delle norme e della contrattazione collettiva che ne escludesse la partecipazione e che, secondo il Tribunale, prima in composizione monocratica e poi collegiale adito dallo stessa Società in sede di reclamo, “diversamente da quanto sostenuto dalla Messinaservizi Bene Comune S.p.a. non prevedeva quale requisito necessario per la partecipazione il possesso del sesto livello di inquadramento”.

Probabilmente, a fronte di un servizio comunque assicurato alla Società partecipata ed alla collettività, tali risorse pubbliche potrebbero essere sfruttate per rendere la città ancora più vivibile anziché investirli in contenziosi. costato alle casse della partecipata una condanna complessiva di quasi 5 mila euro, in ragione della condanna dal Tribunale anche al doppio del contributo unificato e spese legali.

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