Il Family day senza le famiglie del 2000. E quando Bertolucci, nel ’76 sull’Inquisizione disse…

Era il 29 gennaio 1976: la Cassazione condannava al rogo il film di Bertolucci “Ultimo tango a Parigi” . Il film, secondo i magistrati, mirava alla distruzione dei valori morali. Così “Ultimo tango a Parigi”, campione d’incassi (in America si piazzò al 7°posto e in Italia con 15 milioni e mezzo di spettatori è il secondo più visto dopo Guerra e Pace) fu ritirato dalle sale, le pellicole distrutte ed il regista condannato a 4 mesi ed alla perdita dei diritti civili per 5 anni per offesa al pudore. Ecco cosa scrisse alla stampa quel 29 gennaio di 40 anni fa Bertolucci: "Signori, magistrati, moralizzatori: vorrei sapere in quale forno crematorio sarà bruciato il negativo di Ultimo tango a Parigi. Con la vostra sentenza avete mandato in un campo di sterminio le idee al posto di alcuni milioni di spettatori adulti, gli stessi che si sono guadagnati il diritto di votare, di scioperare e di divorziare, colpevoli di aver amato, odiato o comunque di avere visto Ultimo tango. Ma non fatevi illusioni: nell'Italia del 1976 siete soltanto una minoranza in via di estinzione storica, naturale, biologica". Nell’87 il film fu dissequestrato grazie alla riapertura dell’istruttoria da parte di un giudice romano. Oggi rivedere la famosa scena del “burro” fa tenerezza al cospetto di uno dei qualsiasi balletti di veline o docce al Grande Fratello. Ma all’epoca l’Italia gridò allo scandalo, mentre il mondo andava avanti. Ci arrivammo al traguardo, ma 11 anni dopo rispetto al mondo. Come per il divorzio, l’aborto, la cancellazione del delitto d’onore dal codice. Dunque il 29 gennaio 1976 mandavamo al rogo un film, come ai tempi dell’Inquisizione e toglievamo a Bertolucci (che anni dopo vinse pure l’Oscar con l’Ultimo Imperatore) il diritto di voto. Ieri, il 30 gennaio 2016 abbiamo spacciato per Family day la condanna di tutte quelle famiglie che non sono come piacciono ad alcuni. Mandiamo al “rogo simbolico” una proposta di legge, la Cirinnà che porterebbe l’Italia a traguardi già raggiunti in TUTTO IL MONDO sul piano dei diritti civili. In Europa solo noi facciamo la guerra alle coppie di fatto. Lo scorso anno persino la cattolicissima Irlanda, e poi la Grecia, la Lituania, Cipro, hanno legiferato. Noi no. Noi decidiamo che il “Family day” non è il giorno della Famiglia, ma il giorno di quella specifica famiglia che piace ad Alfano, ai vescovi, alla Mussolini, ad Adinolfi, Casini, Berlusconi. Famiglia è quello che ha deciso la Chiesa che sia, indipendentemente dal fatto che siamo in uno stato laico. Poi che ad arrogarsi il diritto di decidere cosa devono essere le famiglie degli altri, sia un esercito di divorziati, con stuoli di amanti, conviventi, figli contesi, un esercito che va con prostitute, trans, non s’indigna per gli scandali dei preti pedofili, sono dettagli. Le compagne dei parlamentari hanno diritto, per legge, in caso di morte dell’onorevole defunto, alla pensione di reversibilità. Le compagne dell’operaio, in caso di morte del proletario defunto, non hanno alcun diritto. La cosa più intollerabile, in quest’oceano d’ipocrisia è che la buttano in caciara, puntando allo stomaco dell’opinione pubblica. Le unioni civili non sono un’ammucchiata perversa stile Sodoma e Gomorra (per quello basta andare nei club di scambisti tra famiglie regolarmente costituite) sono semplicemente la fotografia della società di oggi, di un mondo che cambia. Il disegno di legge Cirinnà, riguarda le coppie di fatto, cioè quelli che si amano e vivono insieme, sia etero che omosessuali. Il cemento di quell’unione è l’amore, cioè il concetto di famiglia, se per famiglia intendiamo valori quali il rispetto dell’altro, l’affetto, la stima, il reciproco sostenersi, la solidarietà e la condivisione, la voglia di costruire qualcosa che sia eterno e voli alto. Si parla di questo, di diritti del convivente. Non si parla di utero in affitto ma c’è un articolo sullo stepchild (l’adozione del figlio dell’altro in caso di morte del compagno) che può essere sia approvato che bocciato senza per questo inficiare l’intera legge. Confondere le carte e presentare un disegno di legge civile come la mamma di tutte le aberrazioni è strategia della paura.

La famiglia italiana del 2000 non è più quella degli anni ’50. Oggi c’è un divorzio ogni 5 matrimoni, 1 separazione ogni 3 matrimoni, la durata percentuale dei matrimoni è bassissima. Se arrivi al settimo anno di matrimonio e sei pure felice sei raro come un comunista nel Pd di Renzi. I figli nel migliore dei casi sono utilizzati come arma di ripicca o di ricatto economico, nel peggiore crescono in un ambiente di violenza verbale e non che li porterà, una volta usciti dall’inferno a dire: non mi sposerò mai. Non ci sposa più per non mantenere poi l’ex moglie che ti ha scambiato per l’Inps, e perché in Italia i soldi per crearti una famiglia ce li hanno solo in Parlamento. Poi ci sono gli omosessuali, i gay, le lesbiche, i trans gender, quel mondo che fa così tanta paura ai cattolici (che pure predicano l’amore per tutti). Pochi mesi fa si è suicidato, nella nostra Sicilia, un adolescente vittima di pregiudizi perché gay. Quella morte ce l’abbiamo sulla coscienza tutti, anche noi che non ci stiamo battendo abbastanza per difendere quel ddl che è una legge di civiltà. Non capisco la veemenza con la quale si vuole impedire ad un gay di stare accanto al compagno che muore in un letto d’ospedale e l’indifferenza di fronte all’orrore della pedofilia nella Chiesa, del turismo sessuale, dello sfruttamento della prostituzione con le schiave provenienti dai Paesi più poveri. C’è un’Italia che vuole camminare verso il futuro, perché impedirlo? La laicità dello Stato è una conquista che dobbiamo ancora imparare. Il mondo è cambiato. Persino il Mulino Bianco lo sa. Una volta la pubblicità del Mulino bianco era il simbolo della famiglia tradizionale: mamma sorridente anche alle 6 del mattino, marito che va al lavoro, bimbi a far colazione prima di andare a scuola. Oggi c’è Antonio Banderas che non è il marito tipo, ispira sentimenti poco castigati e molto peccaminosi. Banderas, peraltro, nel film Philadelphia, era il compagno gay di Tom Hanks gli ha tenuto la mano in ospedale mentre moriva. L’altra protagonista è una gallina che il tenebroso attore consola quando viene lasciata dal gallo “non è quello giusto, non accontentarti di uno qualunque”. Se il Mulino Bianco, che SA che milioni di consumatori italiani NON SONO più quelli “tradizionali” cambia lo spot, perché il Parlamento resta fermo al Medioevo?

La manifestazione del Family day riguarda tutte le famiglie, dovevano esserci anche quelli di #svegliaitalia, arcigay, Agado. La mia famiglia tra emigrazione e lutti si è ridotta ai minimi termini. Penso spesso che quando non ci sarò più mio figlio, in un mondo di famiglie mononucleari rischia di essere sempre più solo. Non m’importa il sesso di chi sarà con lui. Spero che sia una persona che lo rispetti, lo ami, lo stimi, gli faccia vedere i figli se ne avranno e non lo spolpi vivo per gli alimenti, gli stia accanto quando sta male e quando sorride, gli prenda la mano quando inciampa e gli insegni a non odiare il diverso. Il Family day, il giorno delle famiglie è questo. E’ il giorno in cui il valore dell’amore va oltre le gabbie dell’ipocrisia. Quando si dice che la famiglia tradizionale è a Sacra Famiglia qualche dubbio mi viene: San Giuseppe era anzianotto, Maria poco più di una bambina ed è noto che non è il padre legittimo di Gesù, peraltro non concepito biblicamente. Lo stesso Gesù ha poi chiamato fratelli e sorelle chiunque incontrasse. Se nascesse oggi direbbe che è questa la famiglia tradizionale: la famiglia del cuore. L’unica che sconfigge la morte e l’odio.

Prima o poi taglieremo anche noi questo traguardo di civiltà. Nel mandare al rogo l’Ultimo tango gli inquisitori dissero che il film mirava a “distruggere i valori morali”. Nella scena incriminata Marlon Brando, mentre sodomizza Maria Schneider dice: “Voglio farti un discorso sulla famiglia, quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alla virtù. Ripeti con me: Santa famiglia, sacrario dei buoni cittadini, dove i bambini sono torturati finché non dicono la prima bugia, la volontà è spezzata dalla repressione, la libertà è assassinata dall'egoismo". Più dell’utilizzo del burro potè questa frase a mandare al rogo il film, ma come scrisse Bertolucci quel 29 gennaio ’76 ai giudici: non fatevi illusioni: nell'Italia del 1976 siete soltanto una minoranza in via di estinzione storica, naturale, biologica”. Bertolucci fu profetico. Nell’Italia del 2016 c’è una minoranza in via di estinzione storica, naturale, biologica. Vincerà la vita prima o poi. Perché l’amore è vita.

Dedico questa rubrica ad un ragazzo che non ho conosciuto, Aleandro Rudilosso, che si è impiccato a 16 anni, a Floridia in provincia di Siracusa. Era gay. Lo ha ucciso un mondo che lo considerava diverso e gli vietava di essere sé stesso, lo condannava perché era sé stesso. Ti chiedo scusa a nome degli italiani.

Rosaria Brancato