L'ennesimo inverno che "buca" i giorni più freddi dell'anno..

L’ennesimo inverno che “buca” i giorni più freddi dell’anno..

Daniele Ingemi

L’ennesimo inverno che “buca” i giorni più freddi dell’anno..

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giovedì 30 Gennaio 2020 - 07:24

Anche l'inverno 2019/2020 ha "bucato" quelli che dovrebbero essere tradizionalmente i giorni piu' freddi dell'anno

Ancora rimane aperta la finestra di febbraio per l’avvento di significative ondate di freddo, sia d’estrazione artico marittima che di stampo più continentale. Ma finora l’inverno 2019/2020 è stato abbastanza monotono e deludente per gli appassionati del freddo e della neve a bassa quota. Dati alla mano possiamo dire che l’inverno, giunto al suo primo giro di boa, ha già “bucato” i giorni tradizionalmente più freddi dell’anno per le medie termiche nazionali. Difatti, analizzando i dati statistici sulle temperature medie nazionali, il periodo compreso fra il 6 e il 20 di Gennaio risulta tradizionalmente quello più freddo dell’anno, in cui, con maggiore facilità, si raggiungono i cosiddetti “picchi di freddo”.

Ma quest’anno l’appuntamento è stato mancato, e pure di netto, visto che da novembre, l’andamento del campo termico sull’Italia presenta marcate anomalie positive, frutto delle frequenti avvezioni calde, di aria sub-tropicale, che a più riprese hanno investito la penisola, facendo schizzare i termometri su valori di oltre i +5°C +6°C rispetto alle tradizionali medie del periodo.

Dalla mappa emisferica del campo di pressione al suolo si nota il fortissimo contrasto termico (espresso in valori di geopotenziale) fra l’area artica, molto fredda, e la fascia temperata, dove scorrono le miti correnti oceaniche

La grande anomalia ha riguardato le precipitazioni, che sono risultate davvero molto consistenti sulle regioni centro-settentrionali e sui settori tirrenici, durante il mese di dicembre, salvo poi mostrare un drastico calo nel mese di gennaio, che per molte regioni del sud, specie per la Sicilia, passerà alla storia come uno dei più secchi dall’inizio delle rilevazioni meteo.

Certo, ancora è del tutto prematuro parlare di un inverno eccezionalmente mite, con valori termici del tutto anomali per una stagione invernale che non è mai riuscita a decollare nella fascia mediterranea. Ma il quadro barico che nelle prossime settimane si presenterà sull’area euro-atlantica purtroppo lascia presagire che, almeno fino alla prima decade di febbraio, l’aria gelida proveniente dalle latitudini polari difficilmente riuscirà a versarsi sul bacino centrale del Mediterraneo, dando luogo alle intense ondate di freddo che caratterizzano questo periodo dell’anno, con tempo instabile, frequenti nevicate fino a bassa quota, se non addirittura al piano nel caso di invasioni di masse d’aria molto gelide e pesanti, in sfondamento da NE o E-NE (con le cosiddette “retrogressioni” gelide di matrice scandinava o russa).

Pertanto, nelle prossime settimane, dovremo ancora fare i conti con un flusso perturbato piuttosto intenso, che scorrerà a gran velocità sull’area atlantica, intorno al 50° parallelo nord, con ondulazioni (“onde di Rossby”) a tratti marcate, ma che verranno prontamente tagliate dai poderosi “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto polare”, veri e propri fiumi d’aria che scorrono ad altissima velocità nell’alta troposfera) che si attiveranno fra il Pacifico settentrionale, il nord America e l’Atlantico settentrionale, a seguito dell’inasprimento del “gradiente termico orizzontale” (notevoli differenze di temperatura) tra le latitudini artiche e l’area temperata.

In particolare sull’Asia orientale, cosi come sul Canada centro-orientale, nei prossimi giorni, a causa del frazionamento del vortice polare in due grandi “lobi” secondari (con elevata vorticità positiva in quota) posizionati fra la Siberia orientale e l’Arcipelago Artico canadese, s’instaureranno delle vaste aree con valori di pressione e di temperature molto basse, in grado di produrre dei formidabili “gradienti termici” che alimenteranno ulteriormente il ramo principale della “corrente a getto”, imprimendogli forza e velocità.

Anche l'inverno 2019/2020 ha "bucato" quelli che dovrebbero essere tradizionalmente i giorni piu' freddi dell'anno
La mappa sinottica europea mostra il continuo passaggio di perturbazioni atlantiche, fra Terranova e l’Europa centro-occidentale, mentre il bacino del Mediterraneo rimane sede di un campo anticiclonico

In tale contesto di elevata zonalità (ossia di correnti intense occidentali) le masse d’aria molto gelide, d’estrazione artica, rimarranno confinate fra l’altopiano della Siberia orientale (Jacuzia), l’Arcipelago Artico canadese e tutta l’area del Polo Nord.

Fin quando persisterà questa anomalia termica negativa sull’area canadese, sull’Atlantico il flusso perturbato principale scorrerà assumendo una marcata componente zonale (da ovest verso est) che penetrerà fin sull’Europa orientale, impedendo così alle masse d’aria molto fredde di origine artica di penetrare sul Mediterraneo.

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