"Siamo padri di famiglia disoccupati": la storia dei lavoratori Caldaia Sicura

“Siamo padri di famiglia disoccupati”: la storia dei lavoratori Caldaia Sicura

F.St.

“Siamo padri di famiglia disoccupati”: la storia dei lavoratori Caldaia Sicura

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mercoledì 24 Gennaio 2018 - 10:37

Una lettera che racconta quanto vissuto in questi anni alle dipendenze delle ditte esterne che svolgevano il servizio per conto del Comune. Poi la scelta del consiglio comunale che li ha tagliati fuori dalla possibilità di entrare all'Amam. Parlano i 7 ex lavoratori

«Dopo alcuni giorni di riflessione che per noi hanno sancito l'esito negativo della delibera con la quale veniva modificato lo statuto Amam che prevedeva l'inserimento di Caldaia Sicura nell'oggetto sociale, noi 7 ex lavoratori vogliamo far conoscere il nostro pensiero.

Il 14 giugno 2016 scadeva l'appalto relativo al servizio di verifica e controllo impianti termici denominato "Caldaia Sicura" gestito dalla ditta Promoeco. S.M.E s.r.l. Il Comune di Messina concedeva una proroga tecnica fino al 31 dicembre 2016, nelle more dell'espletamento della nuova gara d'appalto. Scaduto il termine di proroga, l'Assessore al ramo informò noi lavoratori e il Segretario Generale Fim Cisl Antonino Alibrandi, che era economicamente più conveniente per l'Amministrazione Comunale procedere all'internalizzazione del servizio, comunicando il passaggio in breve tempo del servizio in Amam.

Internalizzare il servizio di verifica e controllo impianti termici avrebbe consentito forti risparmi di spesa, in quanto la stessa sarebbe stata ridotta soltanto al costo del personale ed a una piccola percentuale di spese generali, abbattendo gli esorbitanti costi degli utili a carico della ditta affidataria.

Precisiamo che il servizio si autofinanzia attraverso il pagamento dei bollini da parte dei cittadini in sede di manutenzione e alle ispezioni dei non autocerticati, facendo introitare per la gestione del servizio circa €250.000,00 l'anno.

Per questi validi motivi venne avviato l'iter, predisponendo delibera di modica statuto Amam e inserendo nell'oggetto sociale dello statuto della partecipata il servizio Caldaia sicura che venne approvata in Giunta.

Il 22 agosto 2017 la delibera di modifica statuto Amam è stata inviata al Consiglio Comunale affinché venisse approvata. Dopo un’incomprensibile lungaggine però, il 18 gennaio scorso, la delibera è stata approvata stralciando con un emendamento proprio l'inserimento di Caldaia Sicura nell'oggetto sociale dell'Amam.

Pur non entrando nel merito delle scelte democratiche del Consiglio Comunale, riteniamo che l'affidamento ad Amam ci avrebbe garantito maggiore stabilità al contrario del libero mercato, evidentemente i consiglieri comunali non sono a conoscenza di ciò che noi lavoratori abbiamo dovuto subire dagli organismi affidatari che si sono susseguiti. Quando eravamo alle dipendenze di Promoeco dovevamo utilizzare le nostre autovetture personali, pagare di tasca il carburante e quant'altro servisse a portare avanti il servizio sia di ispezioni che amministrativo. Augurandoci tempi migliori abbiamo gestito speranzosi il servizio, anche se negli ultimi due anni non abbiamo percepito stipendi dalla ditta affidataria, nonostante venisse pagata regolarmente dal Comune di Messina che ha liquidato alla Promoeco in totale la somma di € 625.018,90.

Siamo riusciti a ricevere alcuni stipendi direttamente dal Comune di Messina che ha applicato il potere sostitutivo. Non abbiamo potuto recuperare altri stipendi in quanto le somme sono bloccate al Comune di Messina a causa di un decreto ingiuntivo inviato dal legale di un ex lavoratore di Promoeco che ha lavorato per quest'ultima in un territorio diverso dal Comune di Messina. Ad oggi non abbiamo percepito numerosi stipendi né il Trattamento di Fine Rapporto.

Siamo padri di famiglia ormai disoccupati da tanto tempo, e attendiamo che venga riavviato il servizio per riavere il nostro lavoro e recuperare la dignità calpestata.

Alla luce di quanto affermato sembra assurdo che ancora si parli di affidamento esterno e di gara d'appalto viste le esperienze negative vissute negli anni trascorsi da noi sfortunati lavoratori che ancora oggi attendiamo invano giustizia, tenuto conto che siamo quasi tutti quarantenni e quindi fuori dal circuito lavorativo.

Noi non siamo legati politicamente a nessun gruppo politico e che coloro che sembrano difendere le nostre posizioni decidendo per noi che è meglio la gara d'appalto non sono stati mai contattati da noi. Anzi attraverso le loro dichiarazioni durante la seduta di Consiglio Comunale del 18 gennaio si evince che i loro interessi non sono rivolti a noi ma a qualcos'altro. Scusate ma il risparmio dove sarebbe? Questa domanda lascia spazio a varie interpretazioni non certo a favore né di noi lavoratori, né della cittadinanza, né dell'amministrazione.

A prescindere da quale strada il Comune di Messina voglia perseguire noi chiediamo di riavere il nostro lavoro e se si decidesse di appaltare ad esterni chiediamo che vengano inserite le clausole sociali a favore dei lavoratori dell'appalto uscente. Chiediamo di inserire la clausola che prevede la revoca dell'appalto alla ditta affidatala nel caso di mancato pagamento di 2 stipendi ai dipendenti o nel caso del non rispetto delle norme previste dal bando quali per esempio non fornire i mezzi basilari per l'espletamento del servizio(strumenti, macchina di servizio, carburante; inoltre chiediamo per il futuro, nel caso di cambio appalto tra un affidamento e un altro che il nuovo appalto sia affidato prima della scadenza del precedente».

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