Mafia dei barcellonesi, sequestrato 1 milione ad Angelo Porcino

Mafia dei barcellonesi, sequestrato 1 milione ad Angelo Porcino

Redazione

Mafia dei barcellonesi, sequestrato 1 milione ad Angelo Porcino

martedì 17 Maggio 2022 - 11:12

Sei immobili a Barcellona e un'ex sala giochi oggi attività ristorativa

Sequestro di beni per un valore di un milione di euro eseguito stamani a carico di Angelo Porcino, noto esponente del sodalizio mafioso dei barcellonesi. Il provvedimento trae origine dalla proposta, redatta in forma congiunta dal questore e dal procuratore di Messina, ed è riferita ad una delle figure di maggiore pericolosità “qualificata” evidenziatasi nel territorio del Longano.

Porcino è organicamente inquadrato nel sodalizio mafioso dei “barcellonesi”, essendosi evidenziato per la sua contiguità ai boss storici, il “gruppo dei Vecchi”, sin dall’inizio degli anni ’90, allorché si era posto a disposizione dell’organizzazione per l’esecuzione delle estorsioni in danno di commercianti ed imprenditori operanti nel barcellonese, in specie coloro che erano risultati aggiudicatari di commesse pubbliche.

Primo episodio nel 1985

Porcino era stato oggetto dell’attenzione investigativa da parte del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto sin dagli anni ’80, allorché si era fatto notare nel contesto della gestione delle bische clandestine e del gioco d’azzardo. Particolarmente significativa è la circostanza che, già all’inizio del 1985, il locale Commissariato avesse proceduto a contestargli i reati di installazione abusiva di apparecchi di genere vietato ed agevolazione del gioco d’azzardo per aver permesso il gioco ad un gruppo di minori, i cui genitori avevano segnalato al locale Commissariato, preoccupati, l’ingente sperpero di denaro da parte dei propri figli presso la sala giochi dell’odierno proposto.

Tali condotte venivano nuovamente segnalate all’Autorità giudiziaria all’inizio degli anni ’90; nello stesso periodo, le concomitanti indagini antimafia consentivano di acclarare la sua appartenenza al sodalizio mafioso.

Operazione Gotha

È l’indagine nota come “Gotha-Pozzo 2” che consente di inquadrare il suo ruolo tra i “quadri” dell’organizzazione, per la quale, specificamente, curava il settore delle estorsioni.

Porcino è stato arrestato all’esito dell’operazione nota come “Gotha 7”, conclusa nel gennaio 2018, per concorso nell’associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione di armi, rapina, violenza privata, minaccia e lesioni personali, reati, questi ultimi, tutti aggravati dal metodo mafioso, vicende per le quali è già stato raggiunto da due sentenze di condanna definitive per appartenenza al sodalizio mafioso.

Operazione Dinastia

Il 28 febbraio 2020 è stato arrestato di nuovo nell’ambito dell’indagine “Dinastia”, per le medesime condotte violente ed estorsive che, storicamente, aveva posto in essere al fine di garantire il controllo del territorio da parte del sodalizio di appartenenza.

Le estorsioni

Assai significativa è stata ritenuta anche dal Tribunale della Prevenzione la circostanza che Porcino abbia conservato le “funzioni” a lui storicamente affidate nell’ambito della pratica estorsiva nonostante l’avvicendarsi dei boss alla guida del sodalizio, avendo costituito lo “storico” punto di riferimento anche tra le opposte fazioni succedutesi, nel tempo, alla guida dell’organizzazione.

Il Tribunale ha recepito, nelle motivazioni poste a fondamento della fase constatativa della pericolosità sociale espressa, la continuità temporale del suo apporto causale all’organizzazione mafiosa, senza soluzione di continuità, tra gli anni ’90 e l’attuale.

L’attualità della sua pericolosità è stata, inoltre, rappresentata anche in relazione alla specifica attività condotta territorialmente dal Commissariato di “Barcellona Pozzo di Gotto” che, nell’anno 2020, lo aveva più volte segnalato allorché si trovava agli arresti domiciliari, avendo ripetutamente violato le prescrizioni del giudice per le indagini preliminari e del magistrato di Sorveglianza.

Il sequestro

In tal senso, il Collegio della Prevenzione, accogliendo le richieste dei proponenti, ha disposto il sequestro di un cospicuo patrimonio immobiliare riconducibile a Porcino, nonostante le fittizie intestazioni a prossimi congiunti.

Nello specifico, si tratta di 6 immobili siti a Barcellona, uno dei quali oggetto di una assai rilevante quanto economicamente dispendiosa opera di ristrutturazione che ne ha elevato il valore in maniera cospicua, in mancanza di una qualunque capacità reddituale e patrimoniale per realizzare l’investimento.

Il Tribunale della Prevenzione ha ritenuto che a Porcino fosse effettivamente riconducibile anche una ditta di ristorazione che, seppure intestata al figlio, aveva costituto, sin dagli anni ’90, il luogo di esercizio dell’attività di gioco d’azzardo da parte del padre. Si tratta proprio della sala giochi che, sin dagli anni ’80, aveva attirato l’interesse investigativo del personale della Polizia di Stato.

Successivamente convertito in attività ristorativa, si è potuto dimostrare che il padre dell’attuale intestatario ne aveva assunto la gestione effettiva e ne aveva assicurato, nel tempo, il sostegno economico, proveniente da rimesse di danaro provento delle estorsioni, come peraltro attestato anche dalla evidente sperequazione tra redditi e tenore di vita riferito a Porcino ed ai familiari intestatari fittizi.

Il valore dei beni in sequestro, che includono anche numerosi rapporti di conto corrente, ammonta a circa un milione di euro.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007