Tanto atteso, arriva in libreria "Malaparte. Vite e leggende" di Maurizio Serra

Tanto atteso, arriva in libreria “Malaparte. Vite e leggende” di Maurizio Serra

francesco musolino

Tanto atteso, arriva in libreria “Malaparte. Vite e leggende” di Maurizio Serra

lunedì 08 Ottobre 2012 - 12:00

In edizione italiana la biografia di Curzio Malaparte di Maurizio Serra, grande successo editoriale in Francia e in corso di traduzione in vari paesi

Vincitore del Premio Goncourt de la Biographie

In edizione italiana la biografia di Curzio Malaparte di Maurizio Serra,

grande successo editoriale in Francia e in corso di traduzione in vari paesi

Il ritratto di uno degli interpreti più singolari del Novecento,

celebrato in tutto il mondo per Tecnica del colpo di stato, Kaputt e La pelle

Chi volle «perdere ad Austerlitz e vincere a Waterloo»

Edito in Francia nel 2011 per Grasset, vincitore del Premio Goncourt de la Biographie, “MalaparteVite e leggende di Maurizio Serra viene ora tradotto in Italia da Marsilio Editori, libro avvolgente e incalzante, monumentale biografia di Curzio Malaparte, il più discusso, imperscrutabile e anticonformista degli autori italiani, che ritorna dopo anni di ostracismo per le sue scelte politiche e esistenziali.

Curzio Suckert detto Malaparte (1898-1957), scrittore e giornalista, estroso e sfrontato, geniale e ribaldo, vanitoso e impenitente sciupa femmine, tuonante, polemico e sovversivo, appartiene alla generazione di Mino Maccari e Piero Gobetti. Dopo l’iniziale adesione al Fascismo, una parte di carriera nel regime in varie forme, se ne distaccò, cosa che gli valse l’epiteto di “maledetto toscano”. Fascista, mitomane, gelido dandy che flirtava con il marxismo e l'anarchia, attratto di volta in volta dall'Urss di Stalin, dalla Cina di Mao e dall'imperialismo americano, è stato l’ultimo scrittore e intellettuale italiano di peso.

Diresse a soli trent’anni La Stampa dalla quale fu cacciato perché ebbe una relazione con Virginia Agnelli per cui venne esiliato a Lipari. Tra i suo libri di narrativa, Don Camaleo, Sodoma e Gomorra, Sangue, Il sole è cieco, Kaputt, La pelle, Racconti italiani.

Sostiene l’autore Maurizio Serra docente di storia delle idee all’università Luiss di Roma, ora ambasciatore italiano all' Unesco a Parigi, che ci sono “molte ragioni, tutte legittime, per non amare Malaparte, uomo, scrittore e personaggio. Ma nessuna per negargli un posto di primo piano tra gli interpreti più singolari di un ventesimo secolo le cui inquietudini si prolungano nel nostro”.

Costruita secondo la migliore tradizione anglo-sassone, la biografia di Maurizio Serra narra un’esistenza fitta di ambiguità, paradossi, menzogne e vizi, un ritratto profondo e critico di Curzio Malaparte, paradigma ineludibile dell’intellettuale contemporaneo.

Con Malaparte Vite e leggende tradotto finalmente in italiano, è arrivato il momento di sgombrare il campo dagli stereotipi che ne hanno spesso occultato l’immagine di questo indiscusso intellettuale: Malaparte non è stato il voltagabbana che abbandona una dopo l’altra le cause perse per correre incontro ai vincitori, quali che siano: Malaparte fu guidato e dominato più dal temperamento che dagli eventi. La sua coerenza interna è indiscutibile, come il suo coraggio. Nazionalista e cosmopolita, pacifista e bellicista, elitario e populista, cronista asciutto e narratore barocco, arcitaliano e antitaliano, talvolta anche ciarlatano, Malaparte non cessa di sconcertare per la sua modernità, per la sfida alle convenzioni e a tutto ciò che puzza di «politicamente corretto».

Il libro contiene un’esclusiva intervista al Presidente Giorgio Napolitano e una lettera inedita di Henry Miller a Malaparte.

Traduzione a cura di Alberto Folin.

L’autore

Maurizio Serra (Londra 1955) diplomatico e saggistica, è ambasciatore italiano all’Unesco. Oltre a questa biografia di Malaparte (Prix Casanova e Goncourt de la Biographie 2011) è autore di numerosi volumi sulla cultura del Novecento, fra cui Fratelli Separati, Dreu-Aragon-Malraux. Il fascista. Il comunicsta. L’avventuriero, che ha ottenuto nell’edizione italiana (Settecolori) il Premio Acqui Storia 2008 e in quella francese (LA Table Ronde) il Prix Rayonnement dell’Académie française.

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