L’alluvione in Sardegna riapre una ferita mai rimarginata. Ecco gli step in caso di allerta meteo

Negli occhi abbiamo ancora le immagini della tremenda alluvione che ha colpito e devastato la Sardegna, nel cuore e nella mente il ricordo, che resterà indelebile, dell’alluvione di Giampilieri e dintorni del 2009 e di quella di Saponara del 2011. Le due alluvioni, insieme, hanno rubato alla vita ben 40 persone (37 a Giampilieri e 3 a Saponara), segnato per sempre il nostro territorio, squarciandolo in più punti, ed aperto una ferita che mai più si rimarginerà. Il ricordo diventa incubo ad ogni pioggia, anche la più blanda, la più innocua e non c’è alcun antidoto valido per esorcizzare la paura che vibra incontrollata nelle vene degli alluvionati in primis ma in generale di tutti i messinesi.

L’unico sentimento a cui è possibile aggrapparsi è la speranza che ad opporsi alla forza, a volte incontrollata e violenta, della natura ci sia una macchina comunale efficiente, in grado di mettersi subito in moto ed evitare tragedie come quelle di Giampilieri e Saponara. Le “chiavi” le detiene il sindaco che, come noto , è organo locale della protezione civile e provvede agli interventi immediati di informazione della popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali. «Il Comune – spiega l’assessore alla Protezione civile Filppo Cucinottariceve costantemente i bollettini della Protezione civile regionale, che segnala tre livelli di criticità: assenza di criticità, moderata criticità, pre-allerta». In base alle informazioni che giungono tramite bollettino, il sindaco può decidere di convocare e consultarsi con lo Staff comunale di Protezione civile, attualmente presieduto dal dirigente Francesco Ajello – al fine di valutare l’opportunità di adottare o meno provvedimenti immediatamente esecutivi, come ordinanze di chiusura scuole, uffici pubblici o limitazioni di altro genere, volte a garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini.

Il motore della macchina comunale è il Coc, Centro operativo comunale, costituito dal Comitato Comunale di Protezione Civile, a sua volta composto da sindaco o da un suo delegato; dal Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile; dal Comandante di Polizia Municipale; e dal Coordinatore Gruppo Volontari. «Con l’attivazione del Coc -spiega ancora Cucinotta- partono immediatamente due macchine della Protezione civile, una direzione zona nord, l’altra direzione zona sud, con il compito di verificare la situazione ed eventualmente comunicare situazioni di pericolo che rendano necessari altri interventi».

Se l’allerta diventa emergenza vera e propria, la palla passa al Prefetto, rappresentante locale del Governo. In base al Regolamento comunale di Protezione civile, constatato che la situazione non può essere fronteggiata con i mezzi a disposizione del Comune, il sindaco – dopo aver predisposto i primi interventi -chiede l’intervento di altre forze e strutture al Prefetto. Nelle more assume la direzione delle unità di primo intervento e adotta i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi.

Danila La Torre