Max Giusti è “Il Marchese del Grillo” tra rispettoso omaggio e originalità

Max Giusti è “Il Marchese del Grillo” tra rispettoso omaggio e originalità

Emanuela Giorgianni

Max Giusti è “Il Marchese del Grillo” tra rispettoso omaggio e originalità

venerdì 05 Gennaio 2024 - 10:30

Al Teatro Vittorio Emanuele le risate di denuncia de “Il Marchese del grillo”, per la regia di Massimo Romeo Piparo

MESSINA. “Perché io so’ io, e voi nun siete un…”. “Il Marchese del Grillo” arriva al Teatro Vittorio Emanuele (dove resterà fino al 7 gennaio). Un Marchese del Grillo inedito: è quello di Max Giusti, nel nuovo adattamento di Massimo Romeo Piparo e Gianni Clementi. La regia di Piparo trasforma il film cult di Mario Monicelli – scritto con Berardino Zapponi, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli e con Alberto Sordi protagonista – in un’incredibile commedia musicale.

Marchese

Un concentrato di energia, battute, risate e riflessioni un po’ amare, al quale collabora pienamente ogni elemento scenico. Colpisce subito come musiche, coreografie, scene e costumi creino tutti un solo linguaggio in una resa d’eccezione, tipica delle opere di Piparo. Le musiche originali composte da Emanuele Friello amplificano le emozioni, scandiscono i diversi momenti, non facendo rimpiangere la colonna sonora cinematografica di Nicola Piovani; le coreografie dinamiche di Roberto Croce coinvolgono il pubblico ed entusiasmano; i costumi di Cecilia Betona offrono autenticità alla narrazione mostrandosi in tutta la loro minuzia di particolari; la scenografia firmata da Teresa Caruso è, poi, immensa protagonista. Una pedana rotante presenta la varietà di spazi, personaggi e caratteri diversi raccontati, dalla sontuosità dei palazzi nobiliari alla miseria tra le strade di Roma.
Infine, un cast simbiotico di oltre 30 artisti dona intensità ad ogni aspetto, ancora maggiore spessore alla storia, appoggio e forza all’interpretazione di Max Giusti (per esempio, con la bravura di Giulio Farnese nei panni dello Zio Prete; con l’ironia pungente di Monica Guazzini, la marchesa madre o la prontezza comica di Marco Valerio Montesano nel ruolo di Ricciotto).

Marchese del Grillo
Marchese

Giusti, in una brillante prova d’attore – convincente anche nel canto -, ci regala variopinte sfaccettature del Marchese, rispettose e originali. Non copia mai Sordi, però lo omaggia, lascia un po’ andare l’Albertone Nazionale che c’è in lui. Ci presenta così il suo Onofrio, irriverente e carismatico, dispettoso e sfrontato ma con una profondità solo apparentemente celata.

La trama, infatti, è nota: nel fascino dai tanti volti di una Roma ottocentesca, il Marchese Onofrio del Grillo – ispirato ad una figura realmente esistita – ama prendersi gioco di tutti, si fa beffe tanto dei popolani quanto degli aristocratici, perfino del Papa Pio VII di cui è guardia nobile. 
Affascinato dalle idee rivoluzionarie, all’arrivo di Napoleone e dei francesi in città, il Marchese decide di andare a Parigi, insieme all’ufficiale francese Blanchard e alla seducente Olimpia, cantante – anche lei francese – di cui si è invaghito. Dopo la sconfitta napoleonica a Waterloo torna, però, a Roma, dove viene condannato a morte per tradimento nei confronti del Papa. 
Una assurda somiglianza con un carbonaro (di cui si era già servito per farsi beffe della sua famiglia) genera uno scambio di persona e sembra giocare a suo favore. Ma questa volta Onofrio non scherzerà più, questa volta “il marchese fa sul serio”.

Marchese

Lo spettacolo musicale – dai tempi comici in un climax ascendente di intensità – è un grande omaggio alla commedia all’italiana, si arricchisce delle iconiche battute e della forte romanità, raccontata e celebrata in tutta la sua bellezza, pur tra luci e ombre, ma non si priva di momenti di riflessione dolce-amara.

Il vero scopo delle tante e spontanee risate è quello, infatti, di farsi denuncia dei vizi, delle falsità e delle ingiustizie di quel tempo, che, purtroppo, restano gli stessi vizi, falsità e ingiustizie del nostro di tempo. Perché, come dimostra il Marchese: “l’abito fa il monaco”.
Gli scherzi del Marchese colpiscono tutti in maniera eguale smascherando invece l’ineguaglianza, la menzogna e l’ingiustizia su cui si erge la società, tanto di allora quanto di oggi, dalla dissolutezza dei potenti e l’arroganza dei privilegiati fino alla corruzione della Giustizia tanto facilmente manipolabile e alla debolezza di una Chiesa i cui rappresentati peccano troppo spesso di immoralità.

Marchese

Risate di denuncia che colpiscono ed emozionano ancora di più, però, perché lo fanno sempre con grande leggerezza. D’altronde, questa è la forza dell’opera: “e fàmose du’ risate, daje”!

Marchese del grillo

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007