Compravendite immobiliari, a Messina contrazione del 34,5%

Compravendite immobiliari, a Messina contrazione del 34,5%

Giuseppe Spano

Compravendite immobiliari, a Messina contrazione del 34,5%

lunedì 03 Dicembre 2012 - 16:11

Drastica riduzione in tutta la Sicilia, rispetto al primo semestre 2011 il calo si attesta al 25,4% mentre il dato complessivo della provincia peloritana registra una riduzione del 32%

La crisi investe ormai molti settori dell’economia italiana, particolarmente colpito risulta il comparto degli scambi immobiliari residenziali, un calo legato a vari fattori quali la congiuntura economica ed occupazionale, il crollo nell’erogazione dei mutui, l’enorme quantità di case invendute e dei pochi clienti disposti ad acquistare oltre all’introduzione dell’IMU.

Inoltre, da uno studio condotto dal Centro Studi della Confindustria, un altro fattore che ostacola il mercato immobiliare è il livello dei prezzi delle case che, nonostante tutto, rimangono piuttosto alti e che, sempre secondo tale ricerca, richiederebbe una correzione del 7% sui listini attuali.
Negli ultimi 4 anni i prezzi sono diminuiti di oltre il 10,8% in termini nominali e del 17,2% al netto dell’inflazione ma, nonostante ciò, in rapporto ai redditi disponibili, sono ancora superiori del 9,2% al netto dell’inflazione e per entrare in equilibrio con la capacità d’acquisto degli italiani occorre un riallineamento anche se in Europa, esclusa la Germania, c’è chi sta peggio dell’Italia considerando che i valori immobiliari sono ancora più sproporzionati rispetto ai redditi disponibili come in Olanda (+36,6%), in Francia (+34,3%) e in Spagna (+25,4%).

Un quadro a tinte fosche dell’attuale mercato immobiliare che risalta ancor più se si analizzano i dati pubblicati dall’Agenzia del Territorio e relativi al volume di compravendite nel settore residenziale riguardanti il primo e secondo trimestre 2012.
Dalle tabelle si evince che quest’anno il pessimo inizio delle transazioni è stato seguito da un vero e proprio tracrollo, con una contrazione che, a livello nazionale, si attesta al 24,9% rispetto allo stesso periodo del 2011 e che in Sicilia, in linea con il dato generale, registra un – 25,4%.

Si tratta della più brusca caduta tendenziale dall’inizio del monitoraggio (2004), riduzione che colpisce anche le grandi città che, normalmente, sono meno sensibili alla riduzione delle compravendite e la tendenza si annuncia critica anche per il terzo e quarto trimestre 2012.

I dati siciliani vedono particolarmente colpite le province di Messina (- 32%) e Ragusa (- 31,8%) seguite da Palermo e Siracusa (- 26,9%), Catania (26,5%) mentre Trapani (- 19,9%), Enna (- 17,5%), Caltanissetta (- 15,4%) ed Agrigento (- 12,2%) registrano una diminuzione nettamente inferiore rispetto ai dati nazionali e regionali.

Nel primo semestre 2012 il volume di scambio complessivo (16.023) è registrato per il 46% dalle province di Palermo (3.885) e Catania (3.471), per il 30% da quelle di Messina (2.089), Agrigento (1.395) e Siracusa (1290) e per il 24% da Trapani (1.399), Ragusa (1.079), Caltanissetta (909) ed Enna (596).

Analizzando i dati del primo semestre 2012 relativi ai nove capoluoghi siciliani la diminuzione maggiore delle compravendite si registra nella città di Agrigento (- 40,3%), sovvertendo il dato percentuale provinciale che la vede in testa, seguita dai Comuni di Siracusa (- 35,6%), Messina (- 34,5%), Trapani (- 32,4%), Enna (- 30,8%), Catania (- 27,5%), Palermo (- 26,7%), Caltanissetta (- 26,1%) e Ragusa (- 21,9%).
Il capoluogo di provincia con il maggior numero di transazioni rimane Palermo (2.062) seguito da Catania (1.065), Messina (882), Siracusa (378), Ragusa (346), Caltanissetta (258), Trapani (253), Agrigento (190) ed Enna (63).

Da tutto questo vien fuori una realtà desolante che non apre spiragli a breve termine e se, una volta, per gli italiani il mattone era il bene rifugio per eccellenza per molti adesso è diventato un vero miraggio.

(Giuseppe Spano’)

5 commenti

  1. Citazione latina: “Scàla si vòi vìnniri”.

    Negli ultimi anni ed in particolare con il passaggio all’euro gli immobili alla stregua dell’abbigliamento e calzature hanno raddoppiato il loro prezzo di vendita, attendiamo costruttori cinesi per una maggiore concorrenza..

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  2. E ci credo su messina i propietari che vogliono vendere hanno cucuzze in testa, ho visto case che il prezzo era 2/3 mila euro il mq.

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  3. puzza di bruciato 4 Dicembre 2012 06:41

    d’accordo con Lei a volte per anni ci stanno i cartelli vendesi poi quando vai a domandare voglio delle cifre assurde.. meno male che con l’imu in molti si ridimensioneranno. Preferiscono farsi prendere le case dalle banche, che tra parentesi ne hanno a centinaia, che venderle a prezzi accessibili. cmq anche le agenzie ci sguazzano; ti fanno credere che possiedi un castello così per anni non la vendi e rimane in elenco all’agenzia facendogli pubblicità… stanno fallendo anche loro..

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  4. Effetti collaterali della bolla immobiliare nata nel 2001 con la benedizione del premio Nobel per l’Economia (!) Paul Krugman.

    Aggiungere, poi, che in Italia il concetto di casa è alquanto morboso e il mercato decisamente schizofrenico (buono solo al rialzo)… è il gioco è fatto: calano vertiginosamente le transazioni ma i prezzi restano ai livelli del 2007-2008. Follia pura. Quei tempi non torneranno più.

    E se qualcuno può permettersi di lasciare un cartello “Vendesi” per anni, evidentemente non ha bisogno immediato di monetizzare, altrimenti avrebbe trattato con più ragionevolezza.

    I governi lo sanno e la cosa più semplice da fare, in tempi di crisi (per lo Stato), è tassare patrimoni impossibili da smobilitare: le case.

    Italiani, geni per gli affari.

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  5. Del tutto prevedibile: nonostante la crisi, i prezzi sono ancora a livelli esorbitanti, inoltre, le tasse sono diventate davvero onerose come pure i costi di manutenzione, gli inquilini ormai non pagano anche a causa di affitti esagerati, etc….
    Per non dire delle commissioni a mio avviso esagerate delle agenzie immobiliari …. 8, 9% complessivamente sul prezzo di acquisto!!!!

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