Messina, cantante muore dopo il parto: processo da rifare in appello

Messina, cantante muore dopo il parto: processo da rifare in appello

Alessandra Serio

Messina, cantante muore dopo il parto: processo da rifare in appello

giovedì 16 Novembre 2023 - 07:00

I periti medici dovranno tornare ad esaminare la vicenda di Lavinia Marano, morta a 44 anni il giorno dopo aver dato alla luce il suo primo figlio

MESSINA – Si riapre il processo per la morte di Lavinia Marano, morta poco dopo il parto del suo primo figlio, nel 2016, a soli 44 anni. O meglio si riapre l’istruttoria dibattimentale, per consentire ai giudici d’appello di arrivare alla sentenza di secondo grado. Lo ha deciso la Corte, accogliendo l’istanza delle parti che ha fatto slittare l’udienza al prossimo 5 dicembre.

Nuove consulenze

Quel giorno si presenteranno il professor Stefano De Pasquale Ceratti, specialista in medicina legale, e il dottor Paolo Scollo, direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Ad entrambi i giudici hanno chiesto in sostanza una nuova perizia medico legale, per stabilire effettivamente cosa ha portato alla morte di Lavinia e se il trattamento che ha ricevuto è corretto o se da parte di qualche sanitario c’è stata negligenza. Si torna in aula tra qualche settimana, quindi, per dare incarico agli esperti di effettuare nuovi esami.

La sentenza da ridiscutere

Il processo di primo grado si è chiuso il 22 dicembre 2022 con la condanna di 4 medici e l’assoluzione di altri 6 camici bianchi. La Procura ha però fatto appello chiedendo la condanna anche per i sei scagionati.

La morte di una neo mamma

Lavinia Marano era molto nota in città per la sua attività di cantante. Aveva dato alla luce Francesco al Policlinico. Inizialmente tutto sembrava essere andato per il meglio: piccolo e mamma erano in ottime condizioni. Lei aveva scelto il parto naturale ma in corso d’opera si è optato per il cesareo. In poche ore però tutto è precipitato e Lavinia ha esalato l’ultimo respiro all’alba del giorno dopo.

Impegnati nelle difese gli avvocati Daniela Agnello, Carlo Autru Ryolo, Tommaso Autru Riolo, Diego Foti, Benedetto Calpona, Emanuela Trimarchi, Ettore Cappuccio, Francesco Rizzo, Giuseppe Carrabba, Giuseppe Santilano, Benedetto Calpona, Maurizio Cacace, Flavia Maria Buzzanca e Agatino Bellomo e, per i familiari di Lavinia, gli avvocati Giovanni Caroè, Carola Flick, Nunzio Rosso e Franco Rosso.

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