Messina e la sua vera ricchezza: la spiaggia in città

Messina e la sua vera ricchezza: la spiaggia in città

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Messina e la sua vera ricchezza: la spiaggia in città

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martedì 27 Aprile 2021 - 08:00

Una spiaggia in pieno centro è una ricchezza che può migliorare la qualità della vita e creare rilevanti opportunità di lavoro.

Il dibattito sul rapporto tra Messina e il suo mare è stato nuovamente ravvivato dagli interventi di demolizione e ricostruzione dell’edificio che ospitava il Teatro in Fiera. Sui social media, sulla stampa tradizionale e su quella on-line sono state espresse opinioni di cittadini, di esperti o presunti tali e di politici e soggetti formalmente responsabili delle decisioni che potrebbero finalmente trasformare in meglio la città.

Mi è sembrato naturale, avendo dedicato a ciò una parte del mio percorso professionale, tornare a riflettere sull’affaccio a mare della mia citta e ribadire l’esigenza di valorizzarlo in modo apparentemente più semplice (o per taluno banale) ma probabilmente più efficace per farne un polo di attrazione su ampia scala. E il punto di partenza, il km zero da cui ripartire è senza dubbio la porzione collocata tra la falce, il porto
storico e la foce del torrente Annunziata.

A Messina il mare c’è ma non si vede

E’ ben noto che Messina si trova non su uno ma su ben due mari, con uno Stretto che la separa dal resto del continente che prende il suo nome, eppure … sembra comportarsi come se il mare (o la terra di fronte,
ma questo è un altro tema) non ci fosse. Un mare, peraltro, bellissimo, sostanzialmente ancora per lo più limpido e trasparente, fortunatamente mantenuto così, non tanto dall’uomo, ma dalle continue correnti
ascendenti e discendenti dello Stretto. Una linea di costa cittadina che ha una lunghezza di circa 50 km e quasi tutta antropizzata.

Eppure lungo questo bordo è ormai una successione infinita di ostacoli e barriere di ogni tipo (costruzioni, muri, recinzioni, linee ferrate obsolete, ex zone industriali, zone militari, baracche, circoli, lidi, rimessaggi barche) che rende puntualmente difficile non solo la fruizione ma spesso anche la sola vista del mare. Il mare a Messina c’è ma non si vede, e, se e quando lo si vede, non lo si può raggiungere. Esiste la “Passeggiata a Mare”, ma là dove inizia già finisce con il muro della Fiera. Ma, soprattutto, ed è ciò che stupisce (non tanto i messinesi forse) e non si può credere che venga
sottovalutato, è che la città non abbia neanche una vera spiaggia urbana. Una spiaggia libera, aperta a tutti, abitanti e turisti, dove andare a mare, anche senza necessariamente dover prendere un’imbarcazione o fare sport, o praticare la pesca; ma una linea di battigia da raggiungere anche solo per toccare l’acqua, annusarne il sale, immergersi, poter fare finalmente il bagno a mare. Naturalmente dotata dei servizi essenziali a supporto di chi ne fruisce.

Nuovi progetti per la città del futuro

Fino agli anni ‘60 in realtà una spiaggia urbana, con i Bagni come i Vittoria e Principe Amedeo, esisteva proprio là dove adesso si trovano gli approdi alla rada di San Francesco, approdi che adesso (sarà finalmente vero?) dovrebbero spostarsi più a sud nel nuovo porto di Tremestieri. Oggi tutto questo non c’è più e non risulta particolarmente presente nei dibattiti sul fronte a mare. Senza voler pensare alla Messina del passato, anzi volendo spazzar via il diffuso e disfunzionale atteggiamento nostalgico che oggi serve a ben poco, si è tutti d’accordo che occorrano nuovi progetti per
la città del futuro, come accade nel resto del mondo interconnesso che cresce e attira flussi, turismo, investimenti e nuova occupazione.

Viale della Libertà com’è e come potrebbe essere

Recuperare il rapporto terra-mare

Ma passando al concreto, se mi chiedo quale sia la visione strategica per Messina che emerge nei dibattiti, resto spesso sconfortata. Occupati tutti in piccole considerazioni o dissertazioni quotidiane se sia meglio un dehor a Piazza Cairoli o se necessario fare o meno un edificio alla Fiera, ci siamo dimenticati quale sia la visione d’insieme della città. Ma senza una visione strategica per la città, senza un recupero della sua identità non sarà un edificio in più o in meno che farà la differenza.
E’ ora di smettere di pensare al “piccolo”, pensiamo a quanto di realmente grande abbiamo, all’enorme ricchezza che ritroviamo nella nostra città.
E per farlo si deve partire dal rafforzamento della sua più profonda identità culturale: il forte ed energico rapporto terra-mare.

Un’opportunità di sviluppo e qualità della vita

A chi non piacerebbe poter passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia, in un lungomare attrezzato con semplicità, poter camminare sulla sabbia e quando è possibile, magari in una pausa o magari la mattina presto prima di andare al lavoro o appena scesi dalla nave da crociera, fare una nuotata in mare e subito dopo una rapida doccia rivestirsi e ammirare un’opera di Caravaggio, un’architettura di Coppedè o una razionalista di Mazzoni con un bel mosaico di Cascella a pochi metri da lì?

Che lusso, approfittando di un buon clima, poter avere tutto l’anno a disposizione in pieno centro città, una spiaggia libera completamente attrezzata con amache, lettini, palme, ristoranti, campi da volleyball, spazi per kitesurf o windsurf, servizi a supporto della pesca… E possibilmente avere anche qualcuno che organizzi tutti i tipi di attività nautiche per non annoiarsi nemmeno per un minuto.
Se poi questa spiaggia, per comodità e vicinanza al centro città, è perfetta sia per chi ci abita che per chi la raggiunge o viaggia con bambini o da solo o con amici, a pochi minuti da grandi attrazioni turistiche, quel luogo che ce l’ha – proprio come Messina – può essere un polo di attrazione turistica, di qualità della vita e di opportunità di lavoro rilevante.

Spiaggia, mare e persone. Basta cemento

Ecco la spiaggia appena descritta, che ancora non percepiamo, anche se io la vedo già, è proprio quella di Messina ed è proprio quella della porzione di fronte a mare descritto: subito dopo la Passeggiata a mare e l’area della Fiera. Sì c’è già, è qui sotto, non dobbiamo aggiungere, ma solo togliere. Basta togliere, in questo caso gli approdi, ma a patto di non metterne altri, più piccoli. Purtroppo, però, in tutte o quasi le proposte di intervento su questa fetta di territorio cittadino che arriva fino alla foce del torrente
Annunziata si parla solo di porticcioli, di posti barca, di spazi da rioccupare.

Già Messina è la strana città in cui l’automobile ha sottratto gli spazi al pedone, la città nella quale non esistono vere aree pedonali; ecco sembra che il futuro della sua costa debba essere lo stesso: non la spiaggia, il mare e le persone ma il cemento, le banchine galleggianti e le barche.
E’ ineluttabile tutto ciò? Credo che la risposta debba essere no. La lunga fascia costiera su cui viviamo deve ospitare altrove e nel modo meno invasivo possibile nuovo cemento e porticcioli.

Un sogno che può diventare realtà

Gli esempi nel mondo

Una semplice panoramica di altre città che, come Messina, hanno il mare in “pieno centro” e ne traggono benefici economici nel rispetto dell’ambiente, potrebbe incoraggiare che un futuro diverso per Messina è possibile.
Città costiere come Rio de Janeiro o Miami, ma anche molto più piccole e vicine a noi come la francese Nizza o le spagnole San Sebastián (da tanti anni la migliore spiaggia urbana del mondo secondo Travellers choice e molti altri), Barcelona o Malaga o, ancora, Tel Aviv devono la loro fortuna alla straordinaria condizione geografica in cui si trovano ma anche all’integrazione vera tra il mare, la spiaggia e il centro città. Messina ha potenzialmente la medesima condizione ma è come si ostinasse a tenere
chiuso il suo tesoro in un salvadanaio. Nessuna di queste città penserebbe mai di rinunciare al lusso della sua spiaggia urbana libera per fare
qualche posto barca in più, che a bene vedere rende pure meno. In ciascuna di esse l’accesso libero diretto alla spiaggia, una lunga passeggiata pedonale, dei piccoli chioschi o simili strutture rigorosamente uguali per fornire i servizi ai bagnanti sono la soluzione adottata. Nessuna barriera alla vista del mare e della spiaggia, nessuna prevalenza di porticcioli – collocati altrove – rispetto al turismo balneare in senso stretto.

Può funzionare anche a Messina

Se in tutte queste città, alcune con un fronte a mare in pieno centro come per Messina, tale scelta politica le ha rese attrattive e famose nel mondo, perché qui non dovrebbe funzionare? Per quel “buddaccismo” che ci contraddistingue e che ci porta a parlare e parlare e parlare di progetti senza mai realizzarne uno che si frutto di una visione strategica complessiva? La soluzione più semplice, di più immediata realizzazione e che con maggior probabilità migliorerebbe la qualità della vita in città è a portata di mano. La politica, quella vera, dovrebbe avere solo la forza e il coraggio di attuarla un giorno dopo che la rada di San Francesco sarà finalmente libera dell’ormai non più affascinante ferry boat.

Clara Stella Vicari Aversa

Chi è Clara Stella Vicari Aversa.

Nasce a Messina il 2 settembre 1971. Dopo la maturità scientifica presso il Collegio Sant’Ignazio di Messina, si iscrive alla Facoltà di Architettura
all’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e lì si laurea con lode nel 1995, vincendo borsa di studio per elaborare la tesi sul “Progetto di trasformazione e riutilizzazione dell’area della Fiera di Messina. La città dei giovani”.

Inizia quindi il suo percorso, di studio prima e professionale dopo, tra l’Italia e la Spagna, indagando soprattutto il complesso e mutevole rapporto fra spazi urbani e bordo d’acqua, con particolare attenzione al fronte a mare urbano. Questo, infatti, diviene il costante filo conduttore delle sue ricerche elaborate in Spagna con l’Erasmus Program e il successivo Erasmus Intensive Program presso la Universidad del País Vasco a Bilbao.

Nell’Università basca consegue nel 2003, con la votazione di sobresaliente cum laude, anche il Dottorato di Ricerca Europeo in Architettura con la tesi “La tierra y el mar. La arquitectura en el borde litoral”, sotto la guida dei Proff. Archh. C.Portela X. Unzurrunzaga.
Con il contributo dell’ordine degli architetti basco, il C.O.A.V.N, pubblica nel 2008 in spagnolo, anche una monografia – che può essere un modello per lo studio del water front – dal titolo “San Sebastián: un continuo diálogo entre la ciudad y el mar”.

I suoi interessi si concentrano in una prima fase nella ricerca e nell’insegnamento universitario, sia in Italia che all’estero, quale professore a contratto in progettazione architettonica, tutor in workshops e seminari in Italia, Spagna e Portogallo, autrice di numerosi articoli e pubblicazioni di architettura e componente del comitato di redazione di riviste e collane editoriali. Vince premi e riconoscimenti per la ricerca e per la sua attività progettuale, svolta prevalentemente, come detto, in Italia e in Spagna.

La sua attività di architetto, sempre affiancata e incrociata con la passione per l’arte, la fotografia e i viaggi intorno al mondo, si riscontra anche nel blog da lei fondato insieme a Donatella Renzi, Tiriordino,www.tiriordino.com , che affronta in chiave multidisciplinare e con un’attenzione alla prospettiva internazionale, i temi di architettura, arte e design incrociati con quelli della sostenibilità, del riuso e del riciclo.

Attualmente unisce all’attività progettuale, di consulenza architettonica e alla ricerca, la gestione di un’attività turistico-ricettiva a Messina con 360ME Palace.
Continuamente alla ricerca di nuovi spunti per la sua architettura e nuovi stimoli per la sua Sicilia, sempre pronta ad ascoltare prima di parlare, convinta che, “Se tra quelli seduti a tavola sei il più intelligente, sei seduto al posto sbagliato”.

15 commenti

  1. bonanno giuseppe 27 Aprile 2021 08:29

    min……zica veru iè ….non bisogna avere gli studi anche ca scola dell’obbligo capemu ca vera riccjhizza di Missina e tutto u lungomare da fa Galati o Faru……ma avemu a Caronti u portu i Tremestieri chi divintau na barzelletta ….i canciddati o Portu e a Fiera………pi non parrari di scarichi di fogni……dei ville dei Vip da Panoramica….e via discurrennu

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  2. finchè resterà aperta l’università a messina non ci sarà mai niente

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  3. Suggestiva l’idea e le immagini. Nel P.R.G. portuale è previsto un grande porto turistico. Altra idea da non disprezzare a priori, credo. Forse si potrebbe trovare un compromesso effettuando un ripascimento (con frangiflutti anti erosione in acqua) nel tratto di spiaggia compreso tra l’Annunziata e la chiesa del Ringo. In questo caso da studiare i varchi di accesso tra le costruzioni varie esistenti (tennis Club, Nautico, ecc.) i parcheggi (stazione di rifornimento demolita..), i posti barca (ormeggiati all’interno delle strutture frangiflutti?), ecc. La città si estende anche a Sud di Maregrosso, con chilometri di potenziali spiagge bellissime, fruibili e a 2 passi dal centro abitato, dove abita gran parte della popolazione……..

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  4. Articolo bello che sintetizza tutte le potenzialità che potrebbe avere Messina ma che sicuramente non avrà mai. Troppi interessi privati ben assortiti tra una squallida politica e cittadini che non amano la propria città.

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  5. benito santalco 27 Aprile 2021 10:02

    é un sogno che si potrebbe realizzare se tutti fossimo responsabili e desiderosi di lasciare ai nostri figli e nipoti una Città bella che la natura ci ha riservato!!

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  6. Idea splendida, affascinante, mirabile che tutta la politica cittadina dovrebbe sposare senza distinzioni! Una volta realizzato il tanto atteso porto di Tremestieri, si dia vita a questo meraviglioso progetto della Dott.ssa Aversa una giovane messinese che vorrebbe ridare bellezza e splendore alla città. Una grande spiaggia attrezzata dall’Annunziata a Pace sarebbe per Messina una grande fonte di vita. Basta con i discorsi speculativi di porti e porticcioli, ridiamo alla nostra città quello che le abbiamo tolto. Almeno per una volta cerchiamo di essere onesti con noi stessi, e chiediamo scusa alla città, mortificata e offesa all’inverosimile. E’ tempo di cambiare! Ascoltiamo la voce della nostra città che ogni giorno emette il suo grido soffocato e vedrete che se noi ci daremo da fare lei ci ripagherà di un amore che nemmeno possiamo immaginare.

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  7. Sarebbe una favola, ma purtroppo Messina è già una favola perché non riesce a proiettarsi nel futuro ma si specchia sempre nel “c’era una volta”. Il dilemma…di chi è la colpa? Dei cittadini? Forse! Degli amministratori? Certamente!

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  8. Purtoppo a messina pochi i tavoli disponibili.
    Complimenti .

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  9. ci sono foto che mostrano prima dell’avvento della caronte che sono una meraviglia

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  10. sarebbe un sogno riuscire a realizzare quanto ho letto, ma penso con immensa tristezza che siamo al sud e ancora peggio a Messina.
    Gesù è stato cosi generoso nel darci una splendido territorio, insieme ad un clima invidiabile, ma non è stato altrettanto generoso con l’uomo che ci vive….
    che amarezza!!!!!!

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  11. Questi articoli mi fanno sorridere, sappiamo tutti che la spiaggia più bella della città è quella che si estende dalla rada S.Francesco in giu’, rada che è da molti decenni data in gestione agli armatori privati, quella zona ricorda molto sia Nizza che Canne, con la semplice differenza che in quelle località nessuno si sarebbe sognato di fare ciò che stato fatto a Messina, ed il locale piano urbanistico di quelle città ha fatto realizzare frontalmente al mare grandi hotel, qui da noi l’ unico hotel funzionante è stato chiuso dopo essere stato acquistato dalla provincia!…

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  12. Che meraviglia se fosse così…… almeno possiamo sognare….

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  13. Pippo: sono rimasto estasiato nel leggere e quindi immaginare che splendida città di mare diverrebbe Messina con la realizzazione del progetto di rendere fruibili a tutti gli affacci al mare che potenzialmente ci sono. Manco da Messina da circa 50 anni ed in questi ultimi anni mi sono innamorato della mia città. Accolgo quindi con gioia qualsiasi progetto che tenda a migliorarla

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  14. Da non dimenticare che un tempo a Messina oltre i bagni Vittoria e Principe Amedeo c’erano altri bagni tipo “Il lido sud” nella zona tra l’attuale viale Europa e
    la discesa della chiesa di SS Pietro e Paolo. Quindi a sud di Maregrosso, che si potrebbe recuperare. Questi lidi erano attrezzati con cabine, tettoia per chi non aveva l’ombrellone, area giochi per i bimbi, bar, docce e jukebox…
    Bisognerebbe proprio riportare questi lidi a due passi dal centro urbano!

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  15. A Reggio Calabria l’hanno fatto. Intanto cominciamo con il centro. Poi passiamo agli approdi.
    Ma a quanto vedo i messinesi odiano la propria città. Non la amano.

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