«Messina, gli anni di Francia e Spagna. ‘600 in musica». Un musicista messinese da riscoprire

«Messina, gli anni di Francia e Spagna. ‘600 in musica». Un musicista messinese da riscoprire

giovanni francio

«Messina, gli anni di Francia e Spagna. ‘600 in musica». Un musicista messinese da riscoprire

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martedì 07 Gennaio 2020 - 09:37

Si parla spesso in questo periodo, nella nostra città, della auspicabile “rinascita” di Messina, e sono molteplici gli eventi organizzati per ricordarne e celebrarne l’illustre e nobile passato, e di recente è stata rimossa dall’Aula consiliare la riproduzione del dipinto ‘Messina Restituita alla Spagna’, simboleggiante la sottomissione di Messina alla Spagna dopo la durissima repressione del 1679. Proprio nel periodo antecedente la terribile repressione spagnola, dal 1639 fino al 1679, era fiorente a Messina l’’”Accademia della Fucina” istituzione culturale scientifica di grande spessore, disciolta nel 1679, ma la cui memoria continuò nella testimonianza di numerose fonti, anche musicali, come quella dei compositori la cui musica è stata proposta da Fabrizio Longo, studioso musicista messinese, che, grazie ad una meritoria ricerca filologica, per la quale si è avvalso anche della preziosa opera di due illustri messinesi recentemente scomparsi, Giacomo Scibona e Giovanni Molonia, ha riesumato delle preziose pagine barocche di musicisti quasi dimenticati, che hanno avuto contatti con l’Accademia della Fucina, come Giovan Pietro Franchi, o hanno vissuto a Messina, come il sacerdote Giovanni Antonio Pandolfi, o infine che nella nostra città sono nati, come Andrea Chiarelli, nato a Messina nel 1675, incredibilmente caduto nell’oblio, la cui riscoperta, dopo aver ascoltato domenica la sua musica, è invece assai auspicabile,. Per la stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, domenica u.s., L’Ensemble Opera Qvinta, composto oltre che da Fabrizio Longo, violinista, anche da Irene Sirigu al violino, Domenico Cerasani alla tiorba e Marc Vanscheeuwijck al violoncello, utilizzando degli strumenti di epoca barocca, ha dato vita ad un entusiasmante concerto di riscoperta di musica barocca ai più sconosciuta, ma di notevole valore artistico. Di Giovanni Antonio Pandolfi l’Ensemble ha eseguito “Il Tozzi, Capriccetto 1 à 3” in tre movimenti; “Il Mauritio, Capriccetto à violino solo, in tre movimenti eseguiti solo dal primo violino e dalla tiorba – affascinante strumento barocco, una sorta di liuto con le corde molto più lunghe – con un intenso “Largo” dal carattere meditativo; e, – forse il brano più interessante – “Il Marquetta”, Passacaglia à 2 violini, il cui Adagio è costituito da una splendida Passacaglia, ove il grave tema ripetuto sempre uguale dal violoncello e la tiorba, viene mirabilmente variato dai due violini. Di Giovan Pietro Franchi sono state eseguite la V e la VIII Sonata a trè, con numerosi brevi tempi, uno lento e uno rapido, che si susseguono alternativamente, una musica ove sono evidenti le assonanze con quella del grande Arcangelo Corelli, capostipite del Concerto Grosso nel barocco italiano, ma anche delle Sonate da camera (famosissima la Sonata “La folia”). Infine, del messinese Andrea Chiarelli, sono state eseguite la prima e la seconda delle Sonate a tre, pubblicate ad Amsterdam nel 1710 (come diversi capolavori di Antonio Vivaldi). Si tratta di brani assai interessanti, ricchi di fantasia, ben strutturati nel solco della più rigorosa musica barocca col basso continuo. Un concerto barocco che ha entusiasmato il pubblico, per la qualità e l’interesse dei brani proposti, per la loro stretta attinenza con la storia di Messina, ma anche per l’eccezionale bravura dei musicisti dell’Ensemble, che si sono esibiti in una performance precisa e rigorosa, ma anche intensa, restituendo quella dolce e lieve malinconia che questa musica lontana, soprattutto nei brani in tonalità minore, è capace di offrire.

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