Messina, gli architetti: "Sì alla spiaggia urbana, liberare la vista del mare"

Messina, gli architetti: “Sì alla spiaggia urbana, liberare la vista del mare”

Redazione

Messina, gli architetti: “Sì alla spiaggia urbana, liberare la vista del mare”

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venerdì 25 Febbraio 2022 - 09:56

L'Ordine interviene sul confronto pubblico verso il concorso di progettazione sul fronte mare Boccetta - Annunziata

“Il fronte a mare di Messina della parte storica della città ha urgente bisogno di una sua ridefinizione e l’occasione del confronto per il tratto Boccetta-Annunziata potrebbe essere la prima tessera di un meraviglioso mosaico che potrà replicarsi e riverberarsi per la rigenerazione delle sponde dello Stretto”.

Così l’Ordine degli Architetti di Messina sull’iter verso il concorso di progettazione per la riqualificazione del fronte mare, che “consentirebbe alla città di riappropriarsi finalmente, come merita e aspetta già da troppo tempo vista anche la sua naturale posizione strategica, del suo Stretto rapporto con il mare”.

Sette punti essenziali

1) Si tratta di un primo importante processo di apertura di città al mare. Occorre intervenire con operazioni di sottrazione più che di addizione. La città deve riconquistare il suo affaccio a mare e deve finalmente poter riabbracciare e proiettarsi anche fisicamente verso la piazza principale della città: lo Stretto di Messina. Rimuovere quanti più ostacoli possibili si possano riscontrare in questo processo di apertura e di inclusione dello Stretto all’interno dello spazio metropolitano della città. Celeberrimi ed esemplari i lungomari urbani di diverse città di mare, come Rio de Janeiro, ma anche quelli delle più vicine città francesi, come Nizza e Cannes, o spagnole, come Barcellona, che ha rimosso gli ostacoli fra la stessa e il mare a partire dagli anni ‘90, o San Sebastián, dove la città da sempre è vissuta in perfetta simbiosi con il suo mare. Ma sono recenti le immagini anche della più piccola e più vicina Sanremo.

2) Se lo Stretto è una piazza, la principale piazza, non si può solo pensare che ci si possa solo affacciare o entrare o attraversare con dei veicoli. Così come nella città storica una piazza principale è innanzitutto uno spazio pedonale, anche una piazza d’acqua, soprattutto una al centro del Mediterraneo, dalle acque incredibilmente azzurre e cristalline grazie anche alle forti correnti che lo attraversano, deve essere accessibile e fruibile fisicamente e protetta per i pedoni. Almeno un tratto importante del suo “prospetto” deve permettere una fruibilità come spiaggia urbana per la balneazione, come lo era già peraltro fin agli anni ’60. Si deve poter entrare non solo con le imbarcazioni ma anche fisicamente, con il proprio corpo, con la balneazione. Il vero lusso per una città di mare è disporre di una spiaggia in città. Abbiamo la fortuna di avere la concessione di questo lusso gratuitamente: non decidere di poterne usufruire, o decidere di non volerlo fare in centro città, è un peccato. Quindi riservare un importante tratto del lungomare del Ringo alla balneazione (come era una volta con i bagni Vittoria e Principe Amedeo rimasti ancora nella memoria dei messinesi) e a tutte le attività sportive e ricreative con questa compatibili. In completo accordo con quanto ha sostenuto anche la prof. Marina Arena, “riappropriarsi della spiaggia della balneazione”, diviene quindi, importante e fondamentale passaggio per garantire quella continuità tra città e mare tanto cara già ai nostri antenati più illustri come Filippo Juvarra. Si ritiene che la spiaggia abbia un vero valore simbolico di una nuova fase per Messina, che il porticciolo stesso non debba sostituire gli approdi attuali nella rada di San Francesco, o moltiplicarli, perché quello che manca a Messina (una delle città col fronte a mare più lungo d’Italia) è una spiaggia urbana, la spiaggia in città. Il lungomare può e deve divenire un reale spazio pubblico, per il quale si prevede una pluralità di funzioni, di attività, di socialità. E in questo quadro è di fondamentale importanza che lo spazio pubblico fluisca, lungo tutto il fronte a mare, senza alcuna soluzione di continuità. È lo spazio pubblico la spina dorsale del sistema. In questo processo di sottrazione e apertura si potrebbe banalmente prendere in considerazione già da subito la rimozione dell’ormai inutile recinto della ex Fiera di Messina; la tutela dell’area può essere realizzata come un qualsiasi spazio pubblico senza sovrabbondanti cancelli e barriere, prolungando a servizio della città la “passeggiata a mare”;

3) mantenere le attività che funzionano e che non ostacolano il processo di apertura della città al mare, come il vicino porticciolo Marina del Nettuno, che funziona ed è nato come approdo del “buon tempo” e si trova in un’area che non sarebbe comunque fruibile per la balneazione essendo a ridosso quasi del porto storico. Se lo stesso si dovesse ritenere un ostacolo all’ingresso al porto per le navi in sicurezza, si potrebbe valutare eventualmente, la permanenza della struttura in termini diversi e compatibili con le esigenze della portualità.

4) operare, quanto più possibile, in attuazione del Prg portuale esistente. Il nuovo Prg del Porto di Messina, come ha anche sottolineato l’ing. Massimiliano Maccarone durante l’incontro online del 4 febbraio scorso, è stato approvato nel 2019 a seguito di lunghissima procedura autorizzativa. Pertanto pensare di rivoluzionare il Prgp finirebbe solo per procrastinare oltremisura la realizzabilità dei progetti. Il lungomare della città aspetta da troppo tempo una sua ridefinizione e apertura al mare. L’occasione non è più rinviabile. Tutto sarà perfettibile, ma l’importante è iniziare, non rinviare. Le città non si progettano una volta per sempre, ma sono organismi vivi. Messina ha aspettato troppo tempo, facciamo in modo che rinasca prima possibile il nuovo lungomare: tutto, piano piano, anche con l’esempio, sarà perfezionabile.

5) è necessario inquadrare l’area in un ambito più ampio che includa almeno la parte del porto storico. Inevitabile avere quest’ultimo come riferimento. Proprio qui, infatti, appare necessario intervenire per ricucire al tessuto urbano un’evidente cerniera quale è la Stazione Marittima che sembra quasi un tridente che può aiutare far rinascere la città nelle tre direzioni, verso il centro città ed il porto storico, verso la Real cittadella spagnola e la falce e verso il lungomare della zona sud. Proprio la Stazione Marittima progettata da Angiolo Mazzoni potrebbe essere il nuovo accogliente Terminal crocieristico della città di Messina. Infatti, in luogo di realizzare il terminal crociere davanti alla storica Palazzata di Messina, che meriterebbe una visione continua per chi, come i croceristi, arriva alla città dal mare così come avveniva in passato, si propone di accoglierli attraverso un’architettura significativa, prevedendone un recupero funzionale, per poi poterli condurre in città facendoli passare da una porta di ingresso anche storicamente significativa. Con uno sguardo più ampio, posta la connessione con la stazione centrale, potrebbe fungere da Terminal con l’Aeroporto di Fontanarossa. E le zone limitrofe pregiate come la Dogana, potrebbero essere pensatecome luogo di aggregazione, di attrazione multiuso, dotate magari anche di una sorta di “Eataly” siciliano. Un volàno in questa direzione potrebbe esser il recente finanziato progetto di recupero delle aree dei Magazzini generali e i Silos granai, a ridosso della Cortina del porto. Il recente via libera all’Hub dello Stretto che cambierà il volto ad una parte consistente della Cortina del porto e che vede come partner importante l’Università, è infatti, un primo passo avanti nella riqualificazione di tutta l’area. Se immaginiamo il porto storico ed in particolare la stazione marittima come il punto zero potremmo pensare che poi, oltre il porto storico e le parti a ridosso di esso, un po’ tutto il lungomare possa procedere un po’ come in altre parti del mondo dove il processo di apertura della città al mare è stata un successo, e cioè con un continuo susseguirsi di porticcioli e spiagge della balneazione. Potrebbe essere un continuo punto (porticciolo) – linea (spiaggia). E così, ad esempio, dal porto storico, il “punto” per eccellenza, andando verso nord, avremmo il piccolo punto del Marina del Nettuno che potrebbe estendersi davanti alla Fiera, poi finalmente una linea nel lungomare del Ringo. Da qui si potrebbe proseguire, sempre verso nord, riproponendo questo “modello virtuoso” come giustamente auspica l’ing. Mega, in altre parti del lungomare cittadino e non solo nel centrale ambito portuale compreso fra il torrente Portalegni ed il Torrente Annunziata. E così anche più verso nord.

6) va benissimo passare da un concorso di progettazione per tutto il tratto dal torrente Boccetta fino all’Annunziata e l’area dell’ex Fiera, cercando di scongiurare azioni progettuali per pezzi. Il concorso serve a privilegiare l’idea ed il progetto e non il progettista, oltre a garantire la qualità e la trasparenza della progettazione. Si potrà anche osare in fase di progettazione, ma è importante che il concorso sia di progettazione, non di idee. Le idee, la programmazione, le basi su cui lavorare vengono fornite da chi la città la conosce, dagli enti, dai tecnici, dagli ordini professionali locali, dal Comune di Messina, dai vari portatori di interessi, poi si potrà effettuare una scelta sulla validità delle proposte progettuali presentate al concorso che si attengono a tali basi e saranno immediatamente realizzabili. L’Ordine degli Architetti naturalmente si offre di dare una mano accompagnando direttamente l’Autorità portuale perché il concorso possa prendere vita il più velocemente ed efficacemente possibile. Auspicabile un concorso articolato in due fasi per una migliore selezione dei progettisti e dell’idea progettuale.

7) far sì che il Comune di Messina partecipi con un ruolo di primo piano nelle decisioni da prendere insieme all’Autorità Portuale dello Stretto. Infatti è vero che si parla di tratto di lungomare compreso nei limiti circoscrizionali del Porto di Messina, ma è anche vero che questa è, al contempo, una preziosa area urbana all’interno del Comune di Messina e, quindi, con questo deve dialogare rapportandosi l’un altro reciprocamente e mutuamente.

Riepilogando per tratti di fronte a mare quindi, da nord a sud, si avrebbe:

Wat 1. Annunziata – Giostra fronte a mare sportivo e ricreativo

– Il sottoambito Annunziata potrebbe essere un parco urbano strutturato come importante nodo che ospita spazi e servizi che funge anche da cerniera con la successiva area a nord oltre il torrente Annunziata che, come detto sopra, potrebbe accogliere un porticciolo ben organizzato. Questo consentirebbe di recuperarne gli ampi spazi sul piano della eco compatibilità, rafforzando la vocazione di area per servizi e porticciolo della zona subito a nord del torrente Annunziata (le cosiddette case basse, ove già vi sono attività di tipo cantieristico). E’ vero che non è area di progetto ma è pur vero che la città continua e va sempre pensata nell’insieme non solo per parti.

– Il sottoambito Lungomare del Ringo, la parte centrale del Wat 1 e il primo tratto della Rada San Francesco, potrebbero tornare ad essere la Spiaggia urbana della balneazione, con relativi servizi per cittadini e turisti. Meraviglioso elemento lineare senza barriere verso il mare, con percorsi e servizi e vista incontrastata sullo Stretto. Naturalmente subito liberazione dagli approdi e delle connesse strutture da e verso la Calabria perché solo così, si insiste, si potrà avere uno spazio pubblico continuo, a diretta fruizione dei cittadini. Togliere gli attuali approdi per mettere un nuovo porticciolo che impedirebbe l’uso del mare sarebbe inutile. Tanto varrebbe, per i cittadini di Messina lasciare tutto come è, almeno adesso si arriva dal centro città nella penisola senza dover arrivare fino a Tremestieri e da lì sull’altra sponda. Il lungomare aperto significa non avere barriere per servizi ma una piccola punteggiatura di chioschi tutti uguali, un po’ come la Avenida Atlantica a Rio de Janeiro. E la sede del tram potrebbe essere non distesa di fredde mattonelle, ma un tappeto verde come in diverse città in Francia o come per l’Euskotren a Bilbao lungo il fiume Nerviòn. Inoltre con un terminal croceristico interconnesso, come si diceva sopra, e soprattutto con una spiaggia sullo Stretto ben attrezzata, in pieno centro città e per giunta di fronte a un polo culturale, Messina, come analogamente è successo altrove nel Mediterraneo, potrebbe diventare una destinazione essa stessa, per due o tre giorni prima dell’imbarco o dopo lo sbarco. Pensiamo anche al ritorno occupazionale di tutto ciò. Messina luogo di sosta non di passaggio via terra o via mare.

– l’ulteriore tratto della Rada San Francesco, oltre il piccolo promontorio della zona dei Canteri Russo ed ex Picciotto, verso la foce del torrente Giostra, potrebbe ospitare un porticciolo, anche ben strutturato, con bracci sul mare. Naturalmente il relitto della nave Cariddi andrebbe recuperato e riportato a secco e potrebbe essere posizionato in prossimità di detto porticciolo e/o della area della ex cittadella fieristica.

Wat 2 – Area ex Fiera, fonte a mare culturale e ricreativo

Rimuovere ogni chiusura per l’accesso alle aree della ex Fiera di Messina che potranno essere accessibili al pari della confinante passeggiata a mare durante l’intera giornata. Venute meno le esigenze di pagamento di biglietti per le attività fieristiche, viene meno l’esigenza di chiusura dell’area. Con i progetti in corso e l’auspicio che si completino, si tratta della porzione già pronta per un utilizzo culturale, ricreativo, espositivo per la città. Il suo spazio antistante concepito come un grande balcone sullo Stretto.

Wat 3 – Dall’attuale passeggiata fino al Torrente Boccetta altro tratto culturale e ricreativo con spazi verdi e affacci sullo Stretto

Mantenere il porticciolo Marina del Nettuno, ma anche lo storico circolo Canottieri Thalatta eventualmente suggerendo sostanziali modifiche per non impedire la fruizione del lungomare e/o impattare sulla visione dello Stretto. Riportare il Viale Boccetta il più possibile come era pensato in origine, e cioè come una Rambla, con al centro spazi pedonali e palme, proiettata direttamente sullo Stretto. E’ la strada che ha come punto di fuga esattamente la vista diretta della Madonnina del Porto, (la cui vista in atto è quasi del tutto negata anche da una foresta antistante di cartelli e indicazioni); occorre valorizzarne l’affaccio, e lo spostamento dell’approdo alla rada di San Francesco può consentire di percorrere tranquillamente questa ipotesi riposizionando anche la fontana da troppo tempo “emarginata” in piazza Seguenza di nuovo al centro di quest’asse. Asse che finisce sul mare dello Stretto. La dimensione del viale Boccetta consente tale ritorno al passato essendo sufficiente per mantenere le due corsie nei due sensi, eliminare nella sola parte a valle della via Monsignor D’Arrigo fino a piazza Seguenza la sosta delle auto; il tratto successivo, infatti, è già libero dalla sosta fino alla via Vittorio Emanuele.

“Iniziare prima possibile”

L’Ordine degli Architetti di Messina ritiene che questo primo tassello delfronte mare possa e debba avere un valore anche simbolico quale “attivatore” di nuovi processi. Pertanto occorre partire quanto prima.

A tal proposito l’Ordine si dichiara disponibile a raccogliere il variegato materiale, piani, progetti e programmi che hanno relazioni col sistema del fronte mare, organizzando un grande evento pubblico utile a fornire proposte, visioni e possibili scenari di modificazione che certamente rappresenterebbero un ulteriore spunto di riflessione nella direzione auspicata.

Infine l’Ordine potrebbe contribuire a definire assieme alla stazione appaltante una strategia capace di assicurare la più ampia partecipazione possibile da parte degli Architetti, promuovendo adeguatamente l’iniziativa, individuando una procedura concorsuale capace di garantire la qualità delle proposte, la partecipazione dei giovani, una giuria di livello e premi adeguati agli sforzi richiesti ai partecipanti, in linea con analoghe esperienze avviate, anche con gli strumenti messi a disposizione dal Cna, nel resto d’Italia.

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5 commenti

  1. tutto bello. Io da profano, suggerirei che il porticciolo turistico e gli approdi delle navi crociera, andrebbero collocati in corrispondenza del promontorio “Villa Sabin” in modo che tutto il resto dell’affaccio resti un continuum senza strutture che interrompino la fruizione. L’attuale Marina del Nettuno resti un approdo momentaneo

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    1. Lo hai detto tu sei un profano! Non ti ha prescritto nessuno di dire stupidaggini a tutto campo, puoi anche stare zitto e ascoltare chi profano non è. Insomma metteresti navi da crociera e il porticciolo turistico e villa Sabin e perché non a Campo Italia?
      Rilassati e vai a riposare

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  2. Nicola Comunale Rizzo 25 Febbraio 2022 15:52

    La proposta dell’ordine degli architetti, mi pare colma di buon senso e di ragioni storico tecniche condivisibili.
    Penso però che sarebbe meglio spostare l’idea del porticciolo turistico verso il fronte mare “maregrosso” per due ragioni, una perché si collegherebbe con le nuove strutture viabili che si stanno terminando in parallelo alla via La Farina, e due, si eviterebbe di incrociare il flusso delle barche da diporto con i bagnanti e le attività sportive non motorizzate (scuole di vela per i giovani, windsurf, barche a remi, pedalò, ecc.).
    Inoltre, come ho già ripetutamente suggerito su facebook, si potrebbe collegare il fronte mare zona Ringo-Annunziata con le attività museali e magari, con le scuole di belle arti che potrebbero essere allocate nell’ex ospedale Margherita, opportunamente ristrutturato e modernizzato al suo interno. Creando quindi i presupposti per una “cittadella” dell’arte.
    Qualcosa di simile si potrebbe fare nella zona del Teatro Vittorio Emanuele-Villa Mazzini, allocando in un edificio opportunamente ristrutturato il conservatorio di musica e prefigurando in tale zona una “cittadella” delle arti musicali.

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  3. . MAI lette tante MINCHIATE! come se la “mitologia quasi centenaria” del PONTE SULLO STRETTO non ci avesse insegnato la BUDDAGITA’ del “saputo” sognatore in crisi onirica. Come si può pensare di sognare un pranzo quando non si hanno neppure le BRICIOLE per non morire. MA ……forse ‘sti signori “avulsi” si riferiscono ad altri siti lontani da Messina:posti gente perbene mantiene promesse (anche elettorali),dove l’ONESTA’ INTELLETTUALE è ……. BENE COMUNE (a Messina è sinonimo di spazzatura!!!!).La Nazione ci guarda (per fortuna,NON CI LEGGE!) e sghignazza per tanta PROSOPOPEA MALRIPOSTA. TENTIAMO d’essere un pò seri!!!

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  4. Da cittadina sottoscrivo ogni punto di questa proposta.

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