Messina, i soldi della droga investita nei locali: in 14 a giudizio

Messina, i soldi della droga investita nei locali: in 14 a giudizio

Alessandra Serio

Messina, i soldi della droga investita nei locali: in 14 a giudizio

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martedì 16 Maggio 2023 - 07:40

A settembre dal giudice i presunti pusher della coca attivi tra Santa Lucia e Giostra. I nomi

E’ stata battezzata operazione Chanel, forse perché gli spacciatori nelle telefonate si dicevano: “Lo senti l’odore di Parigi?” parlando della droga. Si tratta dell’operazione che lo scorso marzo ha portato agli arresti di 15 persone, accusate a vario titolo di far parte di una rete di spaccio tra Santa Lucia sopra Contesse e Giostra. Giro gestito dai fratelli Settimo e dai Cacopardo, che si rifornivano in Campania dove la “roba” arrivava dalla Spagna.

Adesso le accuse per tutti loro vanno al vaglio del giudice: l’udienza è fissata al prossimo 26 settembre e ad occuparsene sarà la Giudice Claudia Misale, che esaminerà la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura per: Antonino Settimo, Paolo Settimo, Giovanni Cacopardo, Salvatore Culici, Alessandro Cucinotta, Antonino Familiari, Giovanni Nucera di Melito Porto SalvoGiuseppe Castorino, Graziano Castorino, Rosario Abbate, Giovambattista Cuscinà. Ai domiciliari: Fabio Ariganello di Cinquefrondi, Giovanni De Cicco Cuda di Melico Porto Salvo, Antonino Fichera di Catania (dove non diversamente indicato, si tratta di residenti a Messina).

L’inchiesta della Squadra Mobile di Messina, coordinata dall’aggiunto della Direzione distrettuale Antimafia Liliana Todaro, ha svelato gli affari dei Settimo con i Cacopardo, grazie anche alle dichiarazioni di Gianfranco Bonanno, per molti anni mediatore dei traffici di cocaina con i calabresi per diverse gang cittadine.

La coca dalla Spagna a Messina attraverso la Campania

“Cacopardo mi disse che di recente ha trovato un canale di fornitura in Campania a Marano, ove potevano acquistare sia erba che cocaina a prezzo inferiore, mi spiegò che i napoletani in questo periodo vendono la cocaina a prezzi favorevoli, rispetto ai calabresi, perché hanno un canale diretto con la Spagna”, spiega Bonanno agli investigatori. E rivela ancora: “Cacopardo mi dice che riceveva lo skunk (una varietà di cannabis, n.d.r.) dai catanesi e che arrivava all’altezza di Catarratti, la buttavano dal viadotto dell’autostrada nel punto di incrocio tra Catarratti e Gravitelli”.

Tutti gli affari degli spacciatori

Bonanno ha svelato anche i più recenti affari di Cacopardo con altri soci. Con uno in particolare, svela, Cacopardo discuteva spesso perché considerava il suo tenore di vita troppo “vistoso”. Mentre Cacopardo “teneva un profilo basso”, il socio “ha comprato una moto d’acqua, ha comprato appartamenti che affitta a stranieri, intestati a prestanome. Locali, sale giochi, pizzerie da asporto, paninerie e una lunga serie di bar, dal centro storico cittadino ai rioni, le attività nelle quali i soci reinvestivano i proventi dello spaccio.

I difensori

Dopo l’estate, quindi, ci sarà il primo confronto tra giudici e difensori degli indagati, gli avvocati Salvatore Silvestro, Cinzia Panebianco, Giuseppe Bonavita, Antonello Scordo, Alessandro Trovato, Pietro Pollicino, Carla Grillo.

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