Messina. Interrompevano videolezioni in dad in diverse scuole. Tre denunce

Messina. Interrompevano videolezioni in dad in diverse scuole. Tre denunce

Redazione

Messina. Interrompevano videolezioni in dad in diverse scuole. Tre denunce

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martedì 23 Marzo 2021 - 09:28

I tre organizzatori facevano parte di gruppi Telegram ed Instagram creati appositamente. A condividere i codici di accesso alle videolezioni spesso erano gli stessi studenti, anch'essi individuati dai poliziotti

Interruzione di pubblico servizio e accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Sono i reati contestati a tre giovani ‘cyber-disturbatori’, uno dei quali minorenne, residenti nelle province di Milano e Messina, denunciati per aver organizzato un gruppo strutturalmente regolato per la sistematica interruzione delle lezioni svolte in modalità Dad sulle piattaforme informatiche di videoconferenza di diverse scuole su tutto il territorio nazionale.

Le indagini sono state condotte dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Genova, coordinata dalla procura del capoluogo ligure. Numerose le segnalazioni arrivate già dal primo lockdown dai dirigenti scolastici di istituti di diverso ordine e grado, i cui elementi sono stati usati dagli investigatori per ricostruire le tracce informatiche lasciate dagli autori delle incursioni. I tre organizzatori ed amministratori del gruppo facevano parte di gruppi Telegram ed Instagram, creati appositamente con la finalità di disturbare i docenti e provocare la sospensione delle lezioni. A condividere i codici di accesso alle video-lezioni spesso erano gli stessi studenti, anch’essi individuati dai poliziotti.

Durante le perquisizioni, eseguite con il supporto del Compartimento Polizia postale di Milano e della Sezione di Messina e il coordinamento del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, sono stati sequestrati computer, tablet e smartphone ora al vaglio degli esperti della Postale per valutare la posizione degli altri giovani iscritti nelle chat utilizzate per i raid di disturbo.


2 commenti

  1. Imbecilli con qualche conoscenza informatica che si credono hackers!

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  2. Nicola Rinaldi 23 Marzo 2021 19:48

    Io mi domando e dico: ma dove sono i genitori di questi ragazzi? Possibile che non si accorgono di nulla?

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