Messina. “Io, in pena per il mio Sri Lanka: un paese allo stremo". La testimonianza

Messina. “Io, in pena per il mio Sri Lanka: un paese allo stremo”. La testimonianza

Marco Olivieri

Messina. “Io, in pena per il mio Sri Lanka: un paese allo stremo”. La testimonianza

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lunedì 11 Aprile 2022 - 07:05

Senza luce e con un'economia al collasso. Il racconto di chi vive qui

MESSINA – Un Paese allo stremo. Senza luce e con un’economia al collasso. La situazione dello Sri Lanka preoccupa la folta comunità che vive a Messina e mantiene un legame con le proprie radici. Paskal Milroy Bomirige Fernando (nella foto), conosciuto qui come Roy, ha 61 anni, vive a Messina dall’età di ventinove anni ma non smette di pensare alla sua nazione d’origine priva di beni primari e al collasso. Quando non lavora, nella stazione di servizio dove fa il benzinaio, continua a informarsi online, oltre a sentire la madre e i parenti che vivono nello Sri Lanka.

«Il problema è che da noi non si ha più la disponibilità del dollaro. Di conseguenza, siamo senza petrolio e senza diesel, benzina, gas. Non si riesce a comprare neppure da mangiare. Nelle scorse settimane la luce è stata staccata per tredici ore. Nei giorni 13 e 14 aprile, quando si festeggerà il nuovo anno secondo la tradizione buddista, il governo ha annunciato che non staccherà la luce. Fino al 15 aprile manterranno la luce e poi staccheranno di nuovo», racconta allarmato Roy, come lo chiamano i messinesi.

Un passato da giornalista e una nuova “carriera” come benzinaio

Quando arrivò in Italia, nel 1993, aveva lasciato alle spalle una carriera da giornalista e un’approfondita conoscenza degli aspetti storici e politici del suo Paese. La sua città d’origine è Kochchikade, meta turistica sospesa tra natura e cultura orientale. A Messina ha iniziato una nuova vita come benzinaio. E oggi figli e nipoti sono integrati nel tessuto messinese. Lui continua a parlare un italiano semplice, inframezzato dall’uso di parole dialettali, ma quando si tratta di esprimere il suo pensiero sul caos srilankese si fa comprendere bene.

In questa fase, spiega Bomirige Fernando, lo Sri Lanka è scosso a tutte le ore da manifestazioni. Cresce il malcoltento nei confronti dei politici e di chi governa. «Loro hanno la luce; gli altri no», spiega. «Il Parlamento, con i suoi 225 membri, e il governo stanno esasperando le persone, che pensano: “Loro si sono mangiati i soldi e ora noi siamo in queste condizioni”. Sono tutti esasperati».

“Io qui a seguire i tg mentre mia madre e mia sorella non hanno il gas per cucinare”

In realtà, Roy non dice “si sono mangiati i soldi” ma, in perfetto dialetto, sottolinea: “Si sono muccati i soldi”. Mentre parla, mostra al cellulare i video dei telegiornali che segue online. In più, comunica con la madre, la sorella e i parenti tutte le volte che può. Un’anima divisa in due tra la quotidianità messinese e le preoccupazioni per il “suo” Sri Lanka.

Mentre lui consulta i tg, i suoi connazionali «non possono cucinare perché manca il gas. Fanno file interminabili per la benzina o per lo stesso gas. Una situazione insostenibile. Il nostro è un Paese impoverito e la pandemia ha peggiorato la situazione. Manca la liquidità per acquistare qualsiasi cosa. Il governo sostiene che l’acquisto dei vaccini anti-Covid abbia reso più drammatica la situazione economica», spiega Bomirige Fernando.

“Il mio Sri Lanka è un paradiso perduto”

Ma l’ex giornalista non sembra credere fino in fondo a questa motivazione. Prevale la rabbia e il dolore per un “paradiso”, in termini di beni e risorse, da cui è stato costretto ad andare via. «Oro, diamanti, thè, riso: abbiamo tutto e i turisti rimangono incantati dallo Sri Lanka. Fino al 1977 nessuno andava via. Poi chi ha governato ha dilapidato la nostra ricchezza, un enorme patrimonio. Si sono muccati (mangiati in dialetto, N.d.R.) tutto». A peggiorare la situazione le guerre civili tra cingalesi tradizionalisti e Tamil, dal 1983 al 2009, e le costanti crisi economiche.

Quando arrivò a Messina, nel ’93, Roy aveva 32 anni e una passione per la storia e la politica del suo Paese, “liberato nel 1948”. In questi anni, lui e i suoi familiari, che fanno parte della minoranza di religione cattolica, sono tornati nello Sri Lanka “ogni due anni o quando potevamo”.

Ora il pensiero per la crisi in corso non smette d’inquietarlo. Tra le ferite più profonde l’attentato di Pasqua nel 2019, quando bombe e kamikaze provocarono 258 morti e più di 500 feriti. Paskal Milroy Bomirige Fernando ricorda anche l’impegno dell’arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcolm Ranjith, nel chiedere che si faccia chiarezza sui mandanti dell’attentato, appurando le eventuali responsabilità governative e nei vertici della sicurezza.

La manifestazione a Piazza Cairoli per lo Sri Lanka

Sempre sull’emergenza nello Sri Lanka è stata organizzata una manifestazione ieri mattina a Piazza Cairoli dal Sindacato generale di base (Sgb), in linea con iniziative analoghe in tutto il mondo. «La situazione è pesantissima», denuncia a sua volta Chaminda Demuni, rappresentante di Sgb. «Le medicine sono introvabili, l’agricoltura è crollata e i risparmi di una vita, comprese tutte le rimesse inviate per anni con tanta fatica alle nostre famiglie, sono ormai praticamente carta straccia», racconta Demuni, per fare comprendere l’entità del disastro.

Evidenzia la sindacalista: «Mancano ormai le condizioni di vita minime e alle proteste si risponde con la repressione». Da qui i cartelli (nella foto), a Piazza Cairoli, contro il “governo oppressore”. «Una storia purtroppo di ordinario sfruttamento, con un Paese ormai al collasso e una protesta che dura da settimane e che allarma anche la comunità presente a Messina, a cui per questo diamo tutto il sostegno», aggiunge Vincenzo Capomolla, rappresentante Sgb.

Iniziativa Cisl per il capodanno srilankese

Ieri c’è stato anche un momento di festa per oltre trecento persone. Dopo le stop per pandemia, le iniziative interculturali della Cisl e dell’Anolf Messina ripartono con l’InterculturalFest, la manifestazione dedicata al Capodanno srilankese. Un’occasione per riunire la nutrita comunità cingalese che risiede nel territorio siciliano. Al campo ex Mandalari, nel pomeriggio di ieri, il primo appuntamento con il torneo di cricket ha visto impegnate dodici squadre provenienti da tutte le province siciliane.

«È stato un momento di condivisione tra le comunità locali e srilankesi – ha dichiarato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi – e auspichiamo che attraverso lo sport si possa veicolare un messaggio di pace e integrazione tra i popoli di tutto il mondo».

Il prossimo appuntamento sarà domenica 24 aprile, al campo sportivo dell’ex Mandalari, per i giochi tradizionali dedicati al Capodanno srilankese. Un momento di pausa dalle preoccupazioni quotidiane per la situazione del Paese.

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