Fondi Fas: la protesta di consiglieri provinciali e comitati

Fondi Fas: la protesta di consiglieri provinciali e comitati

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lunedì 11 Luglio 2011 - 15:15

Questa mattina la conferenza stampa alla Provincia: i rappresentanti politici promettono di rimanere uniti sotto un'unica bandiera: la sicurezza del territorio. Le mosse: emendamento alla finanziaria e protesta a Roma

La bandiera è unica e rappresenta il territorio. L’hanno indossata questa mattina capigruppo e consiglieri provinciali per annunciare la propria mobilitazione in risposta alla scarsa attenzione riservata dal governo nazionale al territorio di Messina. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata dalla notizia della scorsa settimana dell’invio alla Gesip (Gestione servizi impianti pubblici) di 45 milioni di euro provenienti dalla voce fondi Fas . Una pillola amara che nessuno, a Messina, è riuscito a digerire, soprattutto i tanti cittadini che portano ancora addosso i segni di alluvioni e calamità naturali.

Ecco perché la politica, stavolta ha deciso di lasciare da parte i partiti e unirsi per la difesa dei cittadini. Ci sono tutti: Mpa, Udc, PdL, Pd, Idv, Sel, Rifondazione, Sicilia Vera, etc. Compatti nel difendere il diritto alla vita e la necessità di messa in sicurezza definitiva dei territori. Rosy Danzino, principale organizzatrice della conferenza di questa mattina, chiede la presenza in aula, in un consiglio straordinario, della deputazione nazionale e la predisposizione di un documento comune che possa diventare emendamento da inserire nella prossima finanziaria nazionale. D’accordo Matteo Francilia dell’Udc che stuzzica i rappresentanti messinesi a Roma: «Spesso noi siamo più presenti tra la gente, quindi sentiamo il dovere di sostenere la cittadinanza. Molti nostri parlamentari hanno delle responsabilità per il mancato invio di risorse, più quelli che stanno in maggioranza. La messa in sicurezza delle aree a rischio è una priorità. Per noi non si deve parlare di altro fin quando non si avranno risposte certe. Altrimenti con l’arrivo di ottobre si rischia». Accoglie positivamente la sinergia di azione Salvatore Miano del Pd, che insiste sulla necessità di mettere in cima alla lista la salvaguardia dell’ambiente e le promesse fatte alla popolazione. Per il PdL interviene il capogruppo Angelo Passaniti: «Non possiamo più piangere morti. Faccio parte del Popolo della Libertà, ma è arrivato il momento che si passi dalla fase emergenziale alla sistemazione definitiva del territorio, che deve avvenire in maniera organica».

Tristemente Francesco Andaloro di Rifondazione Comunista ricorda come a San Fratello e a Caronia ci sono ancora persone che non hanno la possibilità di tornare a casa, mentre varie minacce mettono in allerta la provincia, come incendi e terremoti. Parla invece di scatto d’orgoglio Peppe Grioli (Pd): «In altre parti d’Italia avrebbero fatto diversamente. I nostri parlamentari non votino la fiducia al governo». Maurizio Palermo (IdV): «Dopo l’alluvione dell’ottobre 2009 furono distribuiti dei volantini nei quali, nell’elenco dei nomi dei dispersi, vennero inseriti i deputati. Credo che oggi la situazione non sia molto cambiata». Infine l’autonomista Tonino Calabrò sollecita una maggiore visibilità attraverso i media, perché «una protesta è tale se è forte comunicativamente». E allora uniti, consiglieri provinciali e rappresentanti dei comitati territoriali, hanno deciso di andare a Roma e protestare davanti alla Camera dei Deputati. Pippo Pagliuca del comitato di Scaletta Zanclea: «La via pacifica non ha funzionato, è caduta nel silenzio». Rilancia Elena Falconieri: «Diventi la protesta di tutta Messina».

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