Messina. Raccolta differenziata, media del 57 % nei primi 4 mesi del 2024

Messina. Raccolta differenziata, media del 57 % nei primi 4 mesi del 2024

Redazione

Messina. Raccolta differenziata, media del 57 % nei primi 4 mesi del 2024

giovedì 30 Maggio 2024 - 11:55

I risultati del rapporto “Ambiente Urbano” dell’Istat

53,2 % nel 2022, 55,4 % nel 2023, 56,96 % nei primi quattro mesi del 2024. Piccolo ma costante aumento della raccolta differenziata a Messina, in vista dell’obiettivo del 65 %.

Nell’ultimo rapporto ‘Ambiente urbano’ dell’Istat, pubblicato il 24 maggio 2024, si evidenzia come molte grandi città italiane continuino a scontare ritardi significativi nella raccolta differenziata. Pur registrando un aumento generale nella raccolta differenziata a livello nazionale, molte aree mostrano progressi limitati.

“Questi dati – dice la presidente di Messina Servizi, Maria Grazia Interdonato – sottolineano l’efficacia delle nostre politiche e l’importanza di strumenti tecnologici che supportano la nostra comunità nella gestione quotidiana dei rifiuti. Junker rappresenta un esempio lampante di come l’innovazione possa accelerare i nostri progressi verso una città più sostenibile avvicinandoci all’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, facilitando la corretta differenziazione dei rifiuti”.

Il rapporto Istat

Nel 2022, la politica più attuata dai capoluoghi italiani è stata l’installazione di punti di distribuzione di acqua potabile in spazi pubblici. A mettere in campo questa misura è stato il 76,1% dei capoluoghi italiani; contro il 61,5% del 2019. Tutti i capoluoghi metropolitani, ad eccezione di Catania e Reggio Calabria, hanno adottato buone pratiche di riduzione dell’uso di carta o plastica nelle scuole e negli uffici comunali. Guardando ai capoluoghi in generale, misure di questo genere sono state attuate dal 72,5% del campione. Tra le altre politiche di prevenzione più adottate dai capoluoghi nel 2022, Istat segnala lo svolgimento di campagne di sensibilizzazione (57,8%) e la realizzazione di mercatini dell’usato e centri per il riuso (45,9%).

Sono ancora poco diffuse le iniziative di contrasto agli sprechi alimentari e per la realizzazione di centri di riparazione e preparazione al riutilizzo, presenti rispettivamente nel 37,8% e nel 17,4% dei capoluoghi. Spiccano Torino e Genova, che hanno messo in campo entrambe le azioni, e Milano e Venezia che hanno intrapreso iniziative specifiche per la lotta allo spreco alimentare. Il 27,5% delle città italiane ha applicato riduzioni tariffarie alle utenze non domestiche che devolvono in beneficenza generi alimentari non deteriorati o prodotti dismessi.

Una tra le note negative è il fatto che solo il 46,8% dei capoluoghi è attualmente dotato di un servizio di raccolta dei rifiuti idoneo alla tariffazione puntuale, anche se nel 2019 lo stesso dato ammontava al 34,9% e quindi è possibile notare un netto miglioramento. Il punto è che solo il 21,1% dei capoluoghi applica effettivamente la tariffa puntuale; Cagliari è l’unica tra le città metropolitane ad averla implementata.

In generale – scrive l’Istat – per tutte queste politiche si osserva un sostanziale ritardo nelle città del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro-Nord.

Tra le luci del rapporto emerge poi il calo della produzione di rifiuti urbani. Nel 2022 in tutta Italia sono state prodotte 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, l’1,8% in meno rispetto all’anno precedente, mentre la produzione pro capite si è attestata a 492,2 kg, in 1/2calo di 8,2 kg sul 2021. La flessione è stata più contenuta nei Comuni capoluogo, dove risiede il 29,9% della popolazione e si produce il 32,6% dei rifiuti urbani. A livello pro capite, la produzione è stata di 536,4 kg per abitante ed è rimasta ben al di sotto del livello pre-pandemico, quando ammontava a 556,8 kg per abitante (dati 2019). Più in generale, la quantità di rifiuti urbani pro capite è in calo in due capoluoghi su tre, e in più della metà dei capoluoghi è inferiore al livello pre-Covid.

La quantità di rifiuti pro capite prodotta a livello territoriale non ha subito variazioni rilevanti rispetto al 2021, risultando in calo nelle ripartizioni del Nord e del Centro e in aumento in quelle del Sud. I capoluoghi metropolitani hanno registrato in media un incremento di 3,8 kg per abitante, pur rimanendo tutti al di sotto dei livelli del 2019. Fanno eccezione solo Napoli e Genova.

Nel 2022, a livello nazionale, la raccolta differenziata si è attestata al 65,2%, ma solo il 60,2% della popolazione risiede in Comuni che hanno effettivamente raggiunto l’obiettivo del 65% fissato dal Testo unico ambientale per il 2012. Invece, il tasso di preparazione al riutilizzo e al riciclo dei rifiuti urbani è aumentato di 1,1 punti percentuali rispetto al 2021, raggiungendo il 49,2%, ed è molto prossimo all’obiettivo del 50% fissato dall’Unione europea per il 2020, da portare al 55% nel 2025.

Nei Comuni capoluogo la quota di raccolta differenziata è del 55,1%, in crescita su tutto il territorio nazionale. Le quote più elevate si rilevano nel Nord-est (68,5%), nel Nord-ovest (60,8%) e al Centro (53,2%). Il Sud (46,6%) e le Isole (38,2%) sono ancora molto indietro, nonostante i progressi compiuti tra il 2021 e il 2022. Il target del 65% è stato raggiunto in 62 capoluoghi. Sono 45, invece, quelli con una quota di raccolta differenziata inferiore o stabile rispetto al 2021.

L’enorme balzo in avanti di Messina

Considerando le sole città metropolitane, nel 2022 la quota di raccolta differenziata si è attestata al 46,6% (-18,1 punti percentuali rispetto agli altri capoluoghi). Rispetto al 2021 è aumentata in tutte le città, eccetto Milano e Venezia, che è tornata al di sotto del target raggiunto nel 2020. I maggiori progressi sono stati osservati a Catania, che però raggiunge ancora solo il 22%, e a Messina, che è arrivata al 53,2% compiendo un enorme balzo in avanti.

La quota di popolazione residente in Comuni che hanno raggiunto il target del 65% di raccolta differenziata, è scesa al 28,5% per l’insieme dei comuni capoluogo e all’1,6% nei capoluoghi metropolitani (58,4% negli altri). Fra le città metropolitane, visti i passi indietro di Venezia, soltanto Cagliari è riuscita a superare il target, mettendo a segno il 74,8% di raccolta differenziata. La quota di popolazione residente in capoluoghi che hanno raggiunto il target è più elevata nel Nord-est (53,5%). Seguono il Nord-ovest (30,7%), le Isole (23,7%), il Sud (19,7%) e il Centro (18,0%).

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