Messina. Sull'ospedale Piemonte è scontro politico

Messina. Sull’ospedale Piemonte è scontro politico

Giuseppe Fontana

Messina. Sull’ospedale Piemonte è scontro politico

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martedì 18 Gennaio 2022 - 13:09

Trasformazione del presidio e lotta al coronavirus, dibattito acceso in Commissione a Palazzo Zanca

di Giuseppe Fontana

MESSINA – La vicenda legata alla trasformazione dell’ospedale Piemonte in presidio Covid continua a tenere banco nella vita quotidiana messinese. Chiusura, apertura, riconversione: anche la politica, con la III Commissione consiliare, presieduta dal presidente Giovanni Scavello, che ha tentato di fare chiarezza.

IL COMMISSARIO ASP ALAGNA: “RICEVUTE PRECISE RCHIESTE DALLA REGIONE”

“Abbiamo ricevuto precise richieste dalla Regione – racconta il commissario straordinario dell’Asp Messina, Bernardo Alagna – Ci è stato chiesto ad esempio di ampliare il presidio di Barcellona con 20 posti letto di area medica. Al Policlinico è stato detto di potenziare terapia intensiva e sub intensiva, così come fatto col Papardo. Si parla di un centinaio di letti complessivi in più per fronteggiare questo aumento che ha visto il picco fino a qualche giorno fa. Da qualche ora, secondo l’osservatorio dell’Asp, i dati parlano di numeri in leggero calo ma saranno settimane dure. Il problema è che tutto ciò che si fa in un ambito rischia di fare danno all’attività ordinaria”. Presenti anche i sindacati, che si schierano apertamente contro la riconversione. Uil, Nursing, Ugl, Cisl hanno convenuto sul rischio di rendere il Piemonte un ospedale “misto”. Alto sarebbe il rischio di contagio per gli altri pazienti e più volte è stato sottolineato dai sindacati che “non ci si ammala o si muore di solo Covid”.

“TROPPE ASSENZE IMPORTANTI”

Alcuni consiglieri comunali presenti, come Biagio Bonfiglio, hanno convenuto con i presenti, lamentando anche alcune assenze importanti. Il professore Bramanti, consigliere comunale e direttore scienfico dell’Irccs fino a qualche mese fa, ha poi puntato il dito contro l’amministrazione, definendo “pesante” l’assenza del sindaco De Luca e della sua Giunta e attaccando il primo cittadino, che “probabilmente con i passeggeri del traghetto starà rimpinguando la sua campagna elettorale”. Assente anche il commissario per l’emergenza Covid, Alberto Firenze. La denuncia di Bramanti riguarda tutto il sistema, con tanti pazienti che “ci chiamano a casa con ictus, problemi cardiaci o tumori e ci dicono che le ambulanze non li prendono. Il caso Piemonte, secondo me, va affrontato tornando all’inizio: serviva più serietà all’inizio, ora però non serve più la polemica. Speriamo che si risolva tutto al più presto e senza aggredirci. Le soluzioni vanno trovate però in fretta”.

LA PROPOSTA

La proposta della consigliera Rita La Paglia, infine, è di istituire un comitato tecnico scientifico messinese che possa analizzare le strutture cittadine, sia geograficamente sia per le competenze, in modo tale da intervenire. “Se ho bisogno di una terapia intensiva – ha dichiarato – ho bisogno di un centro adatto. E poi perché questa città non ha alcuna connessione con la Regione o col Governo? Questa politica, rappresentata anche da noi qui in aula, ha più un ruolo? Società e politica devono parlare tra loro, servono strutture di coordinamento. Invito tutti a raccordarci, non si può andare avanti senza ragionare insieme: forze sanitarie, assistenziali, sociali e politiche. Dobbiamo creare da oggi una rete, per ragionare tutti insieme”. A rispondere alle sue domande è il presidente Giovanni Scavello. Anche lui, come Bramanti, attacca l’amministrazione per l’assenza: “Evidentemente stanno giocando una partita diversa dalla nostra, in un’altra parte della città. La differenza è che noi stiamo discutendo del bene di Messina. Ne abbiamo fatte di riunioni e commissioni, ma siamo stati inascoltati. Continuerà ad essere così e andrà anche peggio”.

“NESSUN DIALOGO CON ASSESSORATO E SINDACO”

“Non abbiamo un dialogo con l’assessorato e non ce l’abbiamo neanche nella figura del sindaco – attacca Cristina Cannistrà – perché lui non dialoga col governo né regionale né nazionale. Quando si ricopre un ruolo istituzionale la campagna elettorale deve fermarsi”. Dello stesso avviso anche Gaetano Gennaro, che si è definito “rammaricato di quanto la città ha dovuto subire in questi anni. Bisogna cercare di fare un passo avanti, perché o noi concludiamo questo scorcio di mandato sul binario della recriminazioni o cerchiamo di voltare pagina cercando di dare il massimo contributo rispetto al ruolo che riscopriamo fino alla fine. La critica va fatta a 360 gradi e forse anche questo consiglio comunale ha perso in qualche occasione la possibilità di uscire da questo schema. L’amministrazione ha abbandonato l’idea di fare il bene della città, non si capisce perché il sindaco debba anticipare le elezioni in piena pandemia se è convinto di poter dare ancora tanto. Ma oggi l’emergenza è legata ad altro. Faccio un esempio personale: un mio familiare non può ricevere un intervento di routine a livello oncologico perché ci sono mesi di attesa a causa del Covid. Dovremmo iniziare a ragionare su come poter affrontare queste situazioni, perché una cabina di regia politica oggi non c’è”.

Un commento

  1. Persa altra occasione per tacere ed illudersi di nascondere il profondo senso di vergogna.

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