Migliaia di adesioni al M24A di Pino Aprile: il Sud che si alza

Migliaia di adesioni al M24A di Pino Aprile: il Sud che si alza

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Migliaia di adesioni al M24A di Pino Aprile: il Sud che si alza

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martedì 03 Settembre 2019 - 10:36

In dieci giorni il Movimento 24 agosto ha registrato migliaia di adesioni. Ecco cosa è e come iscriversi

E’ nato nel cuore della Basilicata, il parco della Grancia. E’ nato mentre a Roma i partiti continuavano ad essere abbarbicati alle vecchie logiche di potere. E’ nato per porre un freno alle strategie della Lega e del Regionalismo differenziato.

E’ il ‘Movimento 24 agosto’, fondato da Pino Aprile nell’ambito di un tour che lo scrittore ha effettuato nelle scorse settimane. E da tutto il sud piovono adesioni al M24A, anche dalla Sicilia e da Messina.

Ecco cosa è il Movimento 24 agosto e come lo stesso Pino Aprile lo descrive:

Il Movimento

“Ma allora il Sud c’è o non c’è? E le bandiere delle Due Sicilie? E la secessione si fa o no? Ma il Movimento 24 Agosto, M24A, sarà un partito nazionale o meridionale? E in tanti mi chiamano o mi scrivono “per sapere”, come se privatamente avessi da dire più di quanto rendo noto a tutti. Le risposte a quelle domande sono già in quanto pubblicato nel primo articolo su M24A, sul mio blog (https://pinoaprile.me/), sulla pagina di Terroni su fb e l’ho detto all’incontro alla Grancia. Riassumo:

Non è un partito

M24A non è un partito, ma uno strumento per azioni politiche contro la discriminazione a danno del Sud, per la difesa dei suoi diritti (negati da sempre, con gli alati principi messi nel frigorifero della Costituzione), per la conquista dell’equità (stessi treni, stesse autostrade, stessa spesa pro-capite per la salute e l’istruzione…).

Equità

L’equità non può essere patrimonio di una parte, ma di tutti, comunque la pensino (quindi ci si rivolge alle persone, alla loro onestà), tranne che dei razzisti, perché l’idea che “l’altro” possa essere “meno” è incompatibile con quella della parità di diritti.

Così, mentre i partiti hanno una “linea”, una risposta per tutti e su tutto (dai barconi alla stagione lirica, ai rapporti con il nuovo governo della Mongolia: tutte cose interessanti e necessarie), noi abbiamo un obiettivo apparentemente più ristretto, eppure più ambizioso e, soprattutto, che mira a sanare una ferita storica, con l’affermazione di un valore universale: l’equità.

Vuol dire che puoi pensarla come vuoi ed essere del partito che senti tuo, ma se sei onesto, non puoi sottratti al dovere di fare la tua parte perché siano riconosciuti gli stessi diritti a tutti i cittadini di uno stesso Paese (e a chiunque, per estensione: ovunque la qualità umana di un nostro simile viene diminuita, la nostra libertà è in pericolo).

Ne abbiamo avuto prova con la battaglia contro la rapina dell’Autonomia differenziata: dal mondo meridionalista è partita la divulgazione dei documenti firmati dal governo Gentiloni con le Regioni pigliatutto, e l’allarme; ma l’azione di contrasto è stata generale: dal mondo accademico agli intellettuali, ai politici di partiti diversi, gli imprenditori, decine di migliaia di giovani, cittadini di ogni livello culturale e appartenenza politica.

Questo ci dice che una buona ragione tira più di un partito ricco e ben organizzato. E l’opera di M24A sarà proporre iniziative di questo genere, con il fine di colmare la distanza che scelte inique hanno scavato in un secolo e mezzo

Meridionalista

Ma è un movimento meridionalista? No e sì. Non lo è per statuto, lo è di fatto. I principi, i valori, devono essere universali o non sono valori. Mi spiego meglio: l’equità è un valore universale e il meridionalismo nacque per rivendicare equità, non per favorire un territorio. Il meridionalismo, quindi, non è un valore se si riferisce a un territorio, ma se si richiama a un principio valido ovunque e sempre. Tant’è che il meridionalismo, nato italiano, è divenuto disciplina internazionale. Se chiedo parità di infrastrutture, dotazioni per lo sviluppo delle possibilità e delle risorse, sono nel mio diritto conclamato. E lo vogliamo. Lo Stato italiano ha lasciato il Sud senza treni, autostrade, Centri di ricerca, eccetera, e se rimediare a questo equivale a chiedere che la spesa pubblica si concentri quasi esclusivamente nel Mezzogiorno, beh, è solo perché lo si è colpevolmente ignorato e lo ignora da un secolo e mezzo.

Ove il risultato si raggiungesse e tutto il Paese fosse dotato alla stessa maniera, un movimento per l’equità avrebbe solo da vigilare che quella parità finalmente raggiunta non sia compromessa. Un partito territoriale, invece, ottenuta la parità, deve continuare a chiedere di più per il proprio territorio; ed è esattamente quel che fa la Lega, avendo per limite, una politica con tali basi, il “tutto a me e niente agli altri”. Ma, allora, la secessione?

Unire alla pari

Il fine di un movimento per l’equità non è dividersi, ma unire; però alla pari e conservando la propria identità. Se questo si rivela negato e irraggiungibile, e si conferma che, da sempre, il vero fine dello Stato unitario (si fa per dire) è ridurre il Mezzogiorno a colonia e mantenerlo in tale condizione, per svuotarlo delle sue risorse (ieri l’oro delle banche e i macchinari delle fabbriche; oggi i risparmi, il petrolio e i giovani laureati), allora non resta che cercare l’equità lontano da chi te la preclude. La secessione sarebbe una sconfitta, ma a cui ci si vedrebbe costretti, per non rimanere colonia (e se state per dire no, andate a prendere un treno per Matera o per Trapani).

IL NOME? PER ME VA BENE ANCHE FILIPPO, PURCHÉ FACCIA QUEL CHE DEVE

Però, il nome… Movimento 24 Agosto indica una data d’avvio. Personalmente, ritengo quasi uno spreco di tempo affannarsi su un nome o un altro (per quanto bello lo troverete, non piacerà a tutti e la discussione diventerà infinita). Il nome è l’abito della sposa; preferisco occuparmi della sposa: che sia quella giusta, che cerco per la vita, e se è lei, venga pure all’altare in ciabatte e bigodini. Certo, vestita da sogno e dopo ore dal parrucchiere è meglio, purché non si rischi di perdere la sostanza, perché ci si divide sulla forma.

L’inizio

Non possiamo avere la pretesa di prevedere tutto ora, tracciare programmi e strategie perfette da subito. Faremo errori, e le cose che faremo bene, non saranno perfette; ci scapperà qualche cazzata grossa; dopo che avremo stabilito tutto per i prossimi sei mesi o sei anni o dal 2021 a settembre del 2023, accadrà qualcosa che ci farà cambiare tutto o persino ricominciare quel che pensavamo ormai fatto, acquisito.

All’incontro alla Grancia erano circa 500 persone, con diritto a parlare per 3 minuti, clessidra alla mano, provenienti da Campania, Basilicata, Puglia, Calabria. Dal 24 agosto è stato un crescendo di adesioni da ogni parte del Sud.

COME SI ADERISCE al movimento? Attraverso il blog di Pino Aprile o le pagine facebook dello scrittore e del movimento. Con un avvertenza: non è un partito, non ci sono nominati e non ci sono referenti né nazionali, né locali.

Chi ha quindi ambizioni personali si faccia da parte.

R.Br.

Un commento

  1. Salvatore Scannella 9 Ottobre 2019 12:50

    Caro Pino, alla Grancia il 24 Agosto non c’erano solo persone provenienti dalla Calabria, Campania, Puglia e Basilicata ma c’eravamo anche molti Siciliani.
    Salvatore Scannella

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