Quartiere, Giunta e Associazioni"No alla tendopoli, sì a sistemazioni dignitose"

Quartiere, Giunta e Associazioni”No alla tendopoli, sì a sistemazioni dignitose”

Eleonora Corace

Quartiere, Giunta e Associazioni”No alla tendopoli, sì a sistemazioni dignitose”

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sabato 16 Novembre 2013 - 01:56

Nel corso dell'assemblea cittadina indetta dal V quartiere, a cui hanno partecipato lesponenti Giunta Comunale e diverse associazioni, oltre agli stessi ragazzi ospiti al PalaNebiolo, è emerso un netto rifiuto per l'ipotesi di una tendopoli e la non idoneità delle condizioni di vita nello stesso impianto sportivo

No all'istallazione di una tendopoli per i migranti nel campo da baseball limitrofo al Palanebiolo. L'hanno ribadito con forza amministrazione, associazioni e membri della società civile. Lo ha dichiarato il consiglio del V quartiere, capitanato dal presidente Santino Morabito, nel corso dell'assemblea cittadina che si è svolta ieri pomeriggio nell'Aula Magna dell'istituto d'arte “Basile”. Nel corso dell’incontro è stata confermata anche la contrarietà all’utilizzo del Pala Nebiolo come centro di accoglienza. Il luogo, un impianto sportivo messo a disposizione dall'Università, non è considerato idoneo per accogliere delle persone, soprattutto non a medio o lungo termine.

L'assemblea organizzata dalla V circoscrizione ha in un certo senso ha sopperito alla mancanza di un tavolo di confronto tra le varie parti sociali interessate al tema dell'accoglienza ai migranti. Almeno questi erano gli intenti e a tal fine il gruppo consiliare di Cambiamo Messina dal Basso Francesco Mucciardi, Alessia Alessi e Giusy Laganà, che avevano ufficialmente invitato a partecipare all'assemblea il prefetto Stefano Trotta, il quale non ha, però, raccolto l'invito.

Una buona parte delle persone che affollava l'aula magna era composta proprio dai ragazzi afrodiscendenti , molti eritrei, ma anche nigeriani. Tanti, troppi gli interventi per poterli annotare tutti. L'assessore alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta ha fotografato lo stato dell'arte, sottolineando come il Comune abbia fin dall'inizio suggerito altre vie per una forma di accoglienza più dignitosa. Il Circolo Arci Thomas Sankara – rappresentato al tavolo dei relatori dal presidente Patrizia Maiorana e dall'avvocato Carmen Cordaro – ha dettagliatamente sottolineato le criticità della situazione, aiutato in questo da una delle mediatrici culturali segnalate dal Comune di Messina, che verso la fine dell'incontro ha sfogato tutta l'amarezza per le tante cose che non vanno nel centro: “Ci sono più di sette nazionalità diverse, per questo la convivenza è molto difficile. Ovviamente non sono contenti: non c'è nessun tipo di privacy. Il cibo non va bene, L'assistenza sanitaria va a rilento, c'è gente che chiede da più di un mese di andare dal dentista. Ci sono dei ragazzi che probabilmente sono minori, l'altro giorno uno di loro ricoverato al policlinico per un intervento è dovuto tornare solo perché nessuno è andato a perderlo. Sono 182 persone, che dormono tutte assieme, con soli tre bagni , alcuni non hanno ancora le scarpe e sono costretti ad entrare scalzi nei bagni sporchi”.

Una difesa per il servizio mensa fornito dalla ditta Cascina Global Service – la stessa del Cara di Mineo – è stata improntata dal presidente di quartiere Santino Morabito, ma dagli interventi degli stessi migranti a quelli di diversi esponenti del mondo associazionistico messinese un dato emerge, ripetuto come un mantra: le condizioni in cui sono costretti a vivere gli oltre centottanta ragazzi africani non sono dignitose.

Duro ed amareggiato il commento di Clelia Marano, l'esperta ai servizi sociali designata dalla Giunta: “È impensabile mettere delle tende. La tendopoli va bloccata in tutti i modi. Il prefetto doveva requisire un albergo, se necessario, per sistemare degnamente queste persone. Loro, per cultura ed educazione, non avrebbero mai trattato allo stesso modo una persona da ospitare”.

D'accordo sulla necessità di bloccare la tendopoli ad ogni costo i membri del Teatro Pinelli: “Non voglio più sentire dire che abbiamo fatto di tutto – ha commentato nel suo intervento Claudio Risitano – Messina deve invertire lo schifo della legge Bossi-Fini, non possiamo fare solo omelie di accoglienza. Se a Messina si farà una tendopoli non potremmo dire di aver fatto il possibile, a meno che di non aver già messo in atto forme di protesta forti ed eclatanti che finora non sono state realizzate”.

Nel corso del dibattito è emersa anche l'intenzione – già preannunciata in seguito ad una precedente assemblea svoltasi nella sede del circolo Arci Thomas Sankara- di indire una grande manifestazione a dicembre, di carattere regionale, poiché il tema dell'accoglienza investa l'intera Sicilia e deve far riflettere la politica nazionale, oltre che regionale. Quello che è stato nuovamente chiesto e che si vorrà chiedere anche in piazza è un modello di accoglienza integratoe l'apertura di un canale umanitario. Seduti o appoggiati al muro i diretti interessati, i ragazzi africani, ascoltano nonostante gli interventi non vengano tradotti in inglese e chi non parla italiano debba arrangiarsi aspettando la traduzione amatoriale di qualche volontario. “Io vedo che molta gente della città è con noi – commenta un ragazzo eritreo – ma ci sono delle scelte di governo che vanno contro di noi”.
Domani si terrà una manifestazione a Pozzallo per chiedere di fermare gli sbarchi .Il monito più importante è arrivato da padre D'Arrigo, il parroco di quella chiesa dove gli eritrei vanno ogni giorno a gruppi decine di persone a pregare: “Sono tutti figli nostri e come tali vanno trattati, accolti e seguiti”.(Eleonora Corace)

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