Tirreno

Milazzo, degrado e sporcizia per la festa di Santo Stefano

Un degrado umano e commerciale. La festa di Santo Stefano può essere racchiusa in questo. Abbiamo girato nei giorni della festa nella Marina Garibaldi: sporcizia, gente che urina dagli scogli, aiuole divenute latrine e vespasiani, igiene prossima allo zero.

I bagni pubblici sono un miraggio ma anche l’affluenza a questa festa patronale è stata precaria, nonostante, per la prima volta, il tempo ha retto fino alla fine. Abbiamo saputo di un noto locale che ha buttato fuori dai bagni una famiglia di venditori ambulanti intenti a “lavarsi” nella struttura. A commento di questi fatti anche i commercianti del centro storico che già nei giorni scorsi aveva così esordito:

«L’auspicio è che non si ripeta quanto accaduto in passato – afferma il presidente del Centro commerciale naturale, Pippo Russo – quando la straordinaria passeggiata a mare è stata trasformata in una discarica di rifiuti, con gli ambulanti, in regola e abusivi (tantissimi), che hanno lasciato la città senza degnarsi minimamente di pulire lo spazio assegnato. Non solo. Anche dal punto di vista igienico-sanitario è stato un disastro. Temo che anche quest’anno se non vi saranno controlli serrati tale situazione possa ripetersi».

Russo sottolinea che quella dei commercianti «non è una polemica gratuita, la solita polemica, ma la constatazione di uno stato di fatto. Quattro giorni di bancarelle che non portano nulla a Milazzo, anzi, penalizzano i negozi del centro che potrebbero rimanere chiusi visto il caos che si registra anche per l’assenza dei parcheggi. E poi è triste vedere alcune scene come quelle di oggi con addirittura uno stendino con tanto di panni sistemato dai familiari di un ambulante sulla passeggiata a mare. Le bancarelle hanno un senso solo se e disciplinate, che è cosa ben diversa dal rilascio dell’autorizzazione che ritengo tutti hanno, attraverso anche un preciso impegno ad assicurare pulizia e decoro. Viene imposto loro il rispetto di questo impegno? La festa di Santo Stefano – conclude Russo – non può essere momento in cui tutto è permesso».