Mancato rilascio Autorizzazione Integrata Ambientale alla Raffineria di Milazzo. I sindacati scrivono alla Prestigiacomo

Mancato rilascio Autorizzazione Integrata Ambientale alla Raffineria di Milazzo. I sindacati scrivono alla Prestigiacomo

Mancato rilascio Autorizzazione Integrata Ambientale alla Raffineria di Milazzo. I sindacati scrivono alla Prestigiacomo

venerdì 03 Dicembre 2010 - 13:47

I segretari provinciali Oceano, Genovese e Amato: “Blocco delle distinte fasi lavorative che cronologicamente dovranno succedersi”. A pagare, come sempre, i lavoratori: “Risulta difficile comprendere perché dovrebbero procedere ad attivare gli ammortizzatori sociali”

I segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo in merito al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la Raffineria di Milazzo, senza la quale l’azienda sarebbe impossibilitata a procedere alla costruzione del nuovo impianto.

«Nell’allarmante e progressivo processo di desertificazione produttiva che ha investito,

soprattutto nell’ultimo anno, la provincia di Messina – scrivono Oceano, Genovese e Amato -, la Raffineria di Milazzo è una delle pochissime e residuali realtà che ha tuttavia continuato a garantire, grazie al puntuale succedersi di tutte le fasi previste dal piano investimenti, lavoro a centinaia di lavoratori, sia diretti che dell’indotto. Una condizione eccezionale, quindi, che, come si comprenderà, propria sulla base dell’ambientalizzazione e della costruzione di nuovi impianti ha consentito all’azienda di predisporsi adeguatamente per reggere le sfide del mercato e, cosa non da poco, di evitare il ricorso agli ammortizzatori sociali».

Questo percorso, come detto, rischia però adesso di essere interrotto a causa della mancata

conclusione dell’iter relativo alla concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per il

rilascio della successiva Valutazione di Impatto Ambientale. «La procedura, avviata nel gennaio 2007, nonostante si sia, di fatto, esaurita con la Conferenza dei Servizi dello scorso 30 marzo 2010, non ha ancora prodotto la regolare e relativa comunicazione all’azienda e, tale stato di incertezza, come si può ben comprendere, oltre ad impedire la normale programmazione dei lavori determina anche, e soprattutto, il blocco delle distinte fasi lavorative che cronologicamente dovranno succedersi – continuano i sindacalisti -. L’incomprensibile protrarsi di questa condizione e, non ultimo, la mancanza di ulteriori e diverse attività dove poter impiegare il personale, ha già portato le società dell’indotto a preannunciare l’individuazione di maestranze in esubero, e ciò logicamente ha generato legittimo malessere ed allarme tra i lavoratori».

Dato che i motivi dell’attuale stato di impasse non sono riconducibili, almeno stavolta, alla

crisi in atto, nemmeno per quanto riguarda il settore, e che nonostante tutto la Raffineria ha

continuato a confermare gli investimenti, risulta difficile ai rappresentati sindacali ed ai lavoratori comprendere perché dovrebbero procedere ad attivare gli ammortizzatori sociali. «Non di meno – concludono Oceano, Genovese e Amato -, appare ingiustificato ed inutile il ricorso a simili strumenti che dovrebbero appunto essere eccezionali e contingentati, specialmente in un momento come quello attuale. Al fine di evitare l’innescare di una protesta che, coincidendo con la fine delle cassa integrazione di migliaia di lavoratori delle altre aziende della zona industriale di Milazzo, agirebbe da detonatore per l’intera area, chiediamo un immediato intervento affinché sia apposta la necessaria firma e quindi concessa la citata autorizzazione».

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