L'MPA di Milazzo continua a protestare contro l'amministrazione Italiano

L’MPA di Milazzo continua a protestare contro l’amministrazione Italiano

L’MPA di Milazzo continua a protestare contro l’amministrazione Italiano

mercoledì 24 Dicembre 2008 - 13:55

Occupata per protesta l'Aula Consiliare

L’MPA di Milazzo prosegue nella sua protesta contro l’amministrazione, questa volta perché nella seduta del consiglio comunale del 23 dicembre, il Presidente Capone ha chiuso la seduta malgrado diversi consiglieri avessero chiesto di andare alla votazione dei revisori dei conti, punto per il quale lo stesso Presidente aveva ritenuto opportuno convocare il consiglio con carattere di urgenza.

Neppure la richiesta di lasciare pronunciare l’aula sul rinvio mediante votazione fatta da Catalano (Mpa) è stata ascoltata.

Le polemiche, però, si trascinano già da qualche tempo.

Il presidente infatti non ha iscritto all’ordine del giorno punti richiesti dall’opposizione che per legge e regolamenti andavano discussi entro trenta giorni dalla presentazione della relativa richiesta. È il caso della mozione sulla “situazione finanziaria del comune: determinazioni presentata in data 19 novembre da ben undici consiglieri e che andava discussa entro il 18 dicembre.

Storia diversa per la mozione Vaccarella, che il presidente ha presentato alla riunione dei capigruppo, iscritto immediatamente all’ordine del giorno e trattato immediatamente con le note polemiche che hanno caratterizzato la vicenda, stante la confusione creata tra il sequestro dell’area per i lavori e la mozione che nulla aveva a che vedere con la protesta.

“In quella occasione- ci spiega il leader D’Amore- il presidente e il segretario si erano impegnati a iscrivere il Nuovo regolamento del consiglio comunale e delle commissioni che, esitato dalla prima commissione, giace da circa otto mesi ufficialmente privo di pareri presso la presidenza.

Esiste quindi oggettivamente un preciso condizionamento dei lavori consiliari che va ben oltre le

consuetudini della politica-.

“Attendiamo di conoscere dal Presidente- precisa D’Amore- perché le richieste fatte da un terzo del consiglio non sono state discusse entro trenta giorni come previsto dalla legge, come mai la deliberazione urgente sull’elezione dei revisori dei conti (scaduti il 19.11 e da eleggere obbligatoriamente entro il 23.12) proposta da diversi consiglieri è stata ignorata e non inviata in commissione impedendone la trattazione, se non ritenga un danno economico all’ente avere impedito il prosieguo dei lavori consiliari della seduta nel 23 dicembre convocata da Lui

stesso con carattere di urgenza per poi giungere in ritardo e dopo poco chiuderla in difetto di motivazioni condivise e rifiutando (altro fatto arbitrario) di consentire al consiglio di pronunciarsi mediante votazione-.

Da questo reiterato comportamento irrispettoso della volontà altrui particolarmente fastidioso per i

modi in cui si realizza e per la poca serietà politica testimoniata dagli impegni assunti e non

mantenuti, i consiglieri D’Amore, Valenti, Alfino, Scolaro e Puliafito, raccogliendo il testimone di

un consesso disorientato da tali comportamenti, hanno inteso occupare simbolicamente l’aula

consiliare volendo affermare il principio della ri-appropriazione di un ruolo mortificato da una

persona nel silenzio di tanti compresi gli organi preposti al controllo.

“Nei prossimi giorni, in presenza del protrarsi di tali autoritari, incomprensibili ed

insopportabili atteggiamenti, saranno valutate iniziative atte a determinare gli opportuni

provvedimenti correttivi anche mediante la richiesta di intervento all’Assessorato Regionale alla

Famiglia– continua D’Amore.

“Da ultimo ricordiamo come la Corte dei Conti abbia dato un termine di 90 giorni al

Consiglio Comunale (di cui trenta già trascorsi) per porre rimedio alla situazione di bilancio

determinata dalle scelte dell’amministrazione, con tali premesse esprimiamo viva preoccupazione

sulla possibilità che questo consiglio così gestito possa riscontrare una richiesta di manovra

correttiva così impegnativa li dove non è in grado neppure di eleggere a termini di legge il proprio

organo di revisione contabile. In un paese normale queste persone dovrebbero dimettersi-.

Termina così Massimo D’Amore, lasciando naturalmente spazio all’amministrazione affinché dia risposte precise a lui e al gruppo dell’MPA.

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