L’MPA di Milazzo denuncia un problema di trasparenza amministrativa

L’MPA di Milazzo denuncia un problema di trasparenza amministrativa

Sframeli Serafina Serena

L’MPA di Milazzo denuncia un problema di trasparenza amministrativa

sabato 07 Febbraio 2009 - 12:12

D’Amore denuncia l’ennesima mancata risposta da parte del sindaco Italiano

L’Mpa di Milazzo, capitanata da Massimo D’Amore, continua le sue denunce, questa volta perchè “nella seduta del consiglio comunale 7 febbraio 2009 è giunto l’ennesimo rifiuto a concedere allo scrivente le registrazioni delle sedute con una lettera a firma del segretario comunale”.

“Ricordiamo- spiega D’Amore- che la richiesta di esaminare le registrazioni si era resa necessaria per confrontare se quanto trascritto nelle delibere in approvazione era quanto effettivamente detto dai consiglieri; il tutto sia per le recriminazioni in tal senso dei colleghi Pino e Munafò circa la loro presenza in aula in occasione di una delibera su cui verte un contenzioso che rischia di far pagare danni ingenti in caso di esito negativo a chi ne è stato fautore, sia per altri rilievi come quello effettuato del collega Cacciola”.

La risposta richiama la sentenza del Tar Veneto che dice che ”i documenti amministrativi che

possono formare oggetto di accesso ex l. 241/90, sono quelli definiti dall’art. 22, c. 2, della stessa l.

241/90, come rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra

specie di atti, anche interni, formati dalla P.A. o comunque utilizzati ai fini dell’attività

amministrativa. L’art. 1, c.1, lett. a), del D.P.R. 445/00, ripete sostanzialmente la stessa

definizione, con la locuzione -ogni rappresentazione comunque formata-.

La sentenza, che in quel caso nega il diritto al consigliere, continua asserendo che “ciò posto, è

evidente che semplici appunti, come deve considerarsi la registrazione effettuata dal Segretario

comunale a proprio uso, non ancora tradotti in atti, non assurgono alla qualificazione di

documento amministrativo”… se cioè, in sintesi, il segretario comunale porta da casa un proprio

“registratore a cassetta magnetica” per tenere un appunto a proprio uso da cui

successivamente redigere la sintesi della seduta consiliare è evidente che si tratta di un qualcosa

nell’esclusiva potestà del segretario.

“Il verbale finale redatto- continua D’Amore- infatti non è la sintesi fatta dal segretario comunale che, proprio per effettuarla avrebbe ben donde a prendere appunti, ma la trascrizione integrale e non modificata delle registrazioni. Ciò è stato ampiamente dimostrato dalla lettura delle stesse da

cui si desume che nessuna variazione apprezzabile è opera del segretario. Le registrazioni non sono

appunti”.

“L’amministrazione invece,- riferisce D’Amore- ancora una volta, pur di non consegnare le registrazioni ha scelto la via dello scontro costringendo il consiglio alla lettura dei singoli verbali. Procedura regolare, ma che costa all’ente ore e ore di consiglio mentre tale tempo, con le emergenze sul terreno di dibattito politico, potrebbe essere occupato più positivamente e su cose più serie.

Questa è la terza risposta negativa a richieste di un consigliere.”

Ricordiamo infatti che il sindaco ha sostanzialmente eluso una risposta ad una richiesta atti

allorquando, richiedendo una serie di lettere tra ente e soggetti privati in materia di inquinamento,

egli ha riscontrato la domanda inviando l’oggetto delle missive senza il loro contenuto.

“Ci si chiede- termina D’Amore- perché e se ciò non sia una violazione reiterata di disposizioni di legge precise.

In ogni caso, stante la mancata collaborazione, ravvisiamo un problema di trasparenza

amministrativa!”

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