Sequestrato il cane guida a un non vedente. Il caso che fa discutere

Sequestrato il cane guida a un non vedente. Il caso che fa discutere

Salvatore Di Trapani

Sequestrato il cane guida a un non vedente. Il caso che fa discutere

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mercoledì 18 Ottobre 2017 - 17:20

Il caso di Antonio Andaloro si protrae ormai da oltre cinque mesi. L'uomo, non vedente, si è visto sequestrare il cane guida poiché accusato di maltrattamento. Ma qualcosa non torna

Gli hanno sequestrato il cane guida perché lo hanno accusato di averlo maltrattato. Una storia già di per sé particolare, considerando l'importanza rivestita da un cane guida nella vita di un non vedente. La vicenda, tuttavia, nasconde ben più di quanto possa sembrare ed è ormai divenuta un vero e proprio caso.

Antonio Andaloro è l'unico chef stellato non vedente ad operare a livello europeo e risiede nel Comune di Milazzo. La sua vicenda ha inizio lo scorso maggio, periodo nel quale l'uomo si era recato a Parma per prendere parte ad un concorso internazionale di cucina. In quell'occasione l'uomo aveva lasciato il proprio cane guida in affidamento alla madre, insieme ad un'altro cane accudito dalla figlia più piccola.

Alcuni giorni dopo, il cane della figlia è stato rinvenuto impiccato. "L'animale – ci riferisce il padrone – veniva tenuto legato a causa della propria natura particolarmente vivace". A dare segnalazione dell'accaduto la polizia municipale di Milazzo, che si è fatta carico di prelevare il cane ormai privo di vita e di effettuare i dovuti controlli.

"Ho ricevuto una chiamata dai vigili urbani, che mi chiedevano di poter accedere all'abitazione -spiega Andaloro-. Credo l'animale sia salito sul muretto del terrazzo, probabilmente avvertendo la presenza di qualche altro cane di passaggio. Deve essere poi scivolato di sotto, finendo accidentalmente impiccato. Il cane -aggiunge- apparteneva a mia figlia e ci eravamo tutti affezionati. La notizia ci ha devastati".

A destare ancora più preoccupazione nell'uomo, tuttavia, il prelievo inaspettato del cane guida. Il compagno a quattro zampe dell'uomo, infatti, era stato condotto via dalla stessa polizia municipale. L'uomo avrà modo di indagare sulla questione solo alcune ore dopo, telefonicamente.

"Ho appreso quanto accaduto da mia madre -prosegue Andaloro- e non capendo cosa stesse succedendo ho provveduto a contattare telefonicamente la stazione di polizia. Una volta di ritorno da Parma mi sono recato di persona presso le forze dell'ordine e ho provveduto ad effettuare regolare istanza per la restituzione del mio cane guida".

L'istanza, tuttavia, non ha mai ricevuto alcun riscontro secondo quanto riportato dal legale nominato dall'uomo, l'avvocato Rosy Amaddeo. "Il mio assistito mi ha contattata solo alcuni giorni dopo -racconta- avvertendomi di essere stato invitato a recarsi presso il Capo di Milazzo, in non meno di 20 minuti, poiché il cane era stato affidato ad un'associazione locale e si sarebbe dovuto provvedere con il sequestro. Le motivazioni avanzate erano di poca cura dell'animale, che risultava in stato di cattiva salute".

Qui, aggiunge l'avvocato, le cose iniziano a farsi poco chiare. "Secondo il verbale, i controlli effettuati sull'animale sarebbero stati eseguiti quasi dieci giorni dopo che il cane guida era stato portato via dall'abitazione del mio assistito. Risulta difficile comprendere perché gli esami non siano stati effettuati immediatamente, se effettivamente il cane si trovava in condizioni così pessime. Trascorsi dieci giorni, chiaramente, l'animale non si trovava più nello stato in cui era stato prelevato".

Da qui l'istanza di revoca, rigettata dal pubblico ministero poiché erano in corso "accertamenti per verificare le condizioni di salute del cane". Seguiranno poi diverse istanze, ad oggi tutte rigettate.

"Sono trascorsi ben cinque mesi -conclude l'avv. Amaddeo- a questo punto mi chiedo quali controlli sia necessario effettuare. Si dovevano stabilire le condizioni iniziali del cane, non quelle attuali, dato che l'animale non si trova più sotto le cure del mio assistito. Siamo riusciti ad ottenere solo un incontro tra l'uomo e il suo cane guida, e posso dire che l'animale in quell'occasione si è dimostrato particolarmente affettuoso nei confronti del padrone. Già questo basterebbe a dimostrare la sua innocenza".

Intanto Antonio Andaloro spiega di aver dovuto fare a meno della sua guida, di quel cane che a tutti gli effetti rappresentava i suoi occhi. "Nonostante io sia uno chef stellato lavoro solo nel campo della beneficenza -ha dichiarato-, vivo quindi con solo una pensione, che devo spendere in buona parte per pagare un'accompagnatrice. Non si può privare così un uomo della propria autonomia. Nonostante la mia disabilità mi sono sempre fatto forza e mi sono costruito da solo, passo dopo passo. Privandomi del mio cane guida mi hanno privato di una parte essenziale della mia vita".

Andaloro ha poi concluso spiegando come la lontananza dal proprio cane guida possa risultare dannosa per lo stesso animale, che in mancanza del proprio padrone potrebbe presto dimenticare i principali comandi impartitigli, perdendo così il proprio ruolo di guida per non vedenti.

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