"Miramare", condanne-bis: "fuoco incrociato" in Consiglio comunale

“Miramare”, condanne-bis: “fuoco incrociato” in Consiglio comunale

mario meliado

“Miramare”, condanne-bis: “fuoco incrociato” in Consiglio comunale

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domenica 13 Novembre 2022 - 07:50

La minoranza conferma i suoi tre tronconi. A parte i facenti funzioni, per il centrosinistra interventi di Sera e Burrone. Solidali decine d'amministratori

REGGIO CALABRIA – L’intera mattinata, e in definitiva la gran parte del Consiglio comunale di ieri è stata occupata dai preliminari d’Aula: leggi, “caso Miramare”. E questo malgrado fossero ben 14 i punti all’esame dei consiglieri; in verità, quasi tutti adempimenti formali e riconoscimenti di debiti fuori bilancio, cosa che ha reso scontata la maggior densità delle questioni politico-giudiziarie.

La minoranza si conferma “a tre tronconi”

Come già evidenziato nel servizio relativo alla conferenza stampa dei consiglieri di centrodestra, si alza decisamente la tensione dopo la seconda condanna – quella irrogata dai giudici della Corte d’appello – al sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e agli altri imputati, tra i quali praticamente l’intera sua Giunta all’epoca dei fatti (2015).
La questione riguarda l’intera opposizione, ma con modalità ben diverse.

E quindi sì, «il centrodestra è compatto» come rivendicato dal capogruppo di Forza Italia Federico Milia, dall’omologo di Italia al centro Massimo Ripepi e vari altri, ma già guardando ai soli ranghi della minoranza si può ben notare che, come dal primo giorno di consiliatura…, tre erano le proposte politiche con altrettanti candidati alla sindacatura (Nino Minicuci, Angela Marcianò e Saverio Pazzano) che corsero nel settembre 2020 per le Comunali (il primo dei tre, sconfitto da Falcomatà solo al ballottaggio) e tre sono rimasti i “tronconi” dell’opposizione.
“Distinti e distanti” molto spesso; frangente che non muta quanto all’approccio al post-“Miramare”.

Del centrodestra s’è già abbondantemente detto, anche se – com’è naturale – numerosi e articolati, pur nel limite massimo dei cinque minuti fissato dal presidente d’Assemblea Enzo Marra, sono stati gli interventi snocciolati nel corso dei lavori preliminari.

Marcianò: Falcomatà va contestato ma per il degrado

da sx: Angela Marcianò (Impegno e identità) e Roberto Vizzari (Forza Italia)
da sx: Angela Marcianò (Impegno e identità) e Roberto Vizzari (Fi)

Ben diverse invece, e apprezzate dal centrosinistra, le considerazioni di Marcianò; che pure, va ricordato, oltre alla dimensione di giurista e docente universitaria, ci ha inevitabilmente messo la propria personale esperienza, di candidata a primo cittadino istantaneamente sospesa, che dall’inizio della consiliatura e per un anno e mezzo a Palazzo San Giorgio non ha messo piede proprio perché sospesa ai sensi della “legge Severino”.

E questo perché la sua condanna (a un anno di reclusione) era arrivata prima, con stralcio e rito alternativo, su richiesta dell’interessata. Che in realtà era proprio l’assessore che sollevò il “caso”.

«Rispettare le Istituzioni, secondo me – così Marcianò – significa innanzitutto rispettare le sentenze e rispettare le leggi: nel mio caso, farlo è stata una cosa anche amara. Ecco, finché la politica non sarà in grado d’abrogare una norma considerata abominevole da ogni versante politico come la ‘Severino’, ogni discorso al riguardo non è nel rispetto della legge. Anzi, è fuori luogo. In questo momento, ciò che va contestato, eccome!, a quest’Amministrazione è il profondo degrado in cui ha sprofondato la città, che però va scisso dalla sospensione o da altre questioni di carattere giudiziario».

Pazzano e la mozione di sfiducia

Ancora diversa la posizione di Pazzano, che ha ricordato: «Unico e solo, un anno fa ho presentato una mozione di sfiducia al primo cittadino. Ove firmata dall’intera opposizione, permetterebbe una riflessione politica in Consiglio e probabilmente la sfiducia, e dunque lo scioglimento dell’Ente e il ritorno al voto».

Il centrodestra, però, non ha perso l’occasione di ribadire in Aula che a suo avviso non è questa la via da seguire.

Brunetti e Versace solidali «e pienamente legittimati»

Peppe Sera, capogruppo del Pd
Il capogruppo dèm Peppe Sera

Dicevamo che numerosi sono stati gli interventi della minoranza: pochissimi invece quelli di maggioranza (il capogruppo piddino Peppe Sera e Filippo Burrone dei Dp), cui aggiungere quelli del sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace – evidentemente, nelle vesti di consigliere comunale – e del facente funzioni proprio a Palazzo San Giorgio Paolo Brunetti.

Punti molto “sentiti” in questi giorni, quelli sviscerati.

Carmelo Versace
Il metrosindaco facente funzioni Carmelo Versace

Per esempio, da parte di Versace, gli strali alla ‘legge Severino’ («Sbagliò allora il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti a dimettersi e sbaglierebbe oggi il sindaco Falcomatà, se lo facesse»).

Da parte di Brunetti, la massima solidarietà umana a Falcomatà, l’indisponibilità a entrare nel merito della nuova condanna al sindaco sospeso ma, al contempo, gli strali a «chi dice che siamo senza legittimazione popolare: il sindaco Falcomatà non ci ha incontrato per caso sul corso Garibaldi o in via Marina, abbiamo partecipato anche noi alle Amministrative, abbiamo concorso alla sua elezione e anche noi siamo stati votati e regolarmente eletti dai cittadini».
Per poi ricordare che «la città, in questi anni, ha acquistato notevole autorevolezza a Roma, che prima non aveva».

Sospeso Castorina, subentra Ersilia Andidero

Ersilia Andidero (Pd)
Ersilia Andidero (Pd), temporaneamente subentrata a Castorina

Solo dopo lunghe ore s’è arrivati all’avvicendamento del dèmocrat Nino Castorina (nuovamente sospeso dalla carica di consigliere, nei giorni scorsi, perché di nuovo colpito da divieto di dimora per l’inchiesta sui presunti brogli alle Comunali 2020 e dunque concretamente impossibilitato a esercitare il suo mandato) con la prima dei non eletti del Pd, Ersilia Andidero.

Licenziare il resto dei punti all’ordine del giorno va annoverato tra le formalità.

Fiumana di solidarietà. Con Falcomatà decine di sindaci

Fuori dall’aula, nel pomeriggio e fino a sera, invece, una fiumana d’attestati di vicinanza a Giuseppe Falcomatà.

Nicola Irto
Il neosenatore e segretario regionale del Partito democratico Nicola Irto

Il neosenatore e segretario regionale del Pd Nicola Irto ha ribadito il rispetto della sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria, «anche se continuiamo e continueremo a essere convinti dell’innocenza di Giuseppe Falcomatà e della sua Giunta». Mentre, in relazione a dichiarazioni di parlamentari come la collega senatrice della Lega Tilde Minasi, «sembrano fatte per ‘obbligo a dire qualcosa per forza’», ha osservato Irto, invitando i parlamentari di centrodestra a «non strumentalizzare» la vicenda giudiziaria.

L’europarlamentare Andrea Cozzolino, per parte sua, ha espresso «totale solidarietà e vicinanza» al primo cittadino sospeso, al contempo ribadendo «la necessità d’avviare da subito un processo riformatore della ‘legge Severino’ che produce, oggettivamente, differenze intollerabili di fronte alle sentenze».

In serata, 65 tra sindaci e vicesindaci del Reggino (lista in aggiornamento, si legge nel documento, nel quale subito dopo i nomi di Brunetti e Versace spicca peraltro quello del primo cittadino di Catanzaro Nicola Fiorita) hanno reiterato «vicinanza e pieno sostegno» a Giuseppe Falcomatà e a tutti gli amministratori coinvolti nel “processo Miramare”, tornando a far presenti i «rischi elevati ai quali i sindaci, nella loro attività, vanno incontro dal punto di vista giudiziario» e che «in questi anni sono stati tantissimi gli amministratori colpiti dall’ingiusto provvedimento di sospensione». E al contempo, gli amministratori firmatari sollecitano l’urgenza di modificare la ‘Severino’ e le norme sull’abuso d’ufficio, «circoscrivendo e limitando la responsabilità dei primi cittadini».

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