Morte di neonata al Policlinico nel 2017. Ginecologo e ostetrica a processo

Morte di neonata al Policlinico nel 2017. Ginecologo e ostetrica a processo

Redazione

Morte di neonata al Policlinico nel 2017. Ginecologo e ostetrica a processo

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sabato 17 Aprile 2021 - 15:48

Vittoria Melitta Aisha Tomasello è nata al Policlinico alle 2.47 del 15 giugno 2017 ed è morta per le complicanze collegate al travaglio ed al successivo parto cesareo, il 13 novembre dello stesso anno, ad appena cinque mesi, tutti trascorsi in ospedale.

Processo nel 2022

Per la sua morte, devono rispondere con l’accusa di omicidio colposo e lesioni personali in concorso tra loro il ginecologo Antonio Denaro e l’ostetrica Marzia Villanti. Il Gup Monica Marino ha disposto per entrambi il rinvio a giudizio e il processo si terrà il 22 marzo 2022.

Le ipotesi di accusa

Sono stati Deborah Dolci e Dario Tomasello, genitori della neonata, a presentare una denuncia in seguito alla morte di Vittoria, avvenuta 5 mesi dopo il parto, denuncia dalla quale è scaturita l’indagine. Secondo l’accusa i due sanitari del Policlinico avrebbero “con condotta sorretta da negligenza, imprudenza e imperizia, cagionato lesioni e successivamente la morte della bimba” nata con taglio cesareo e successivamente sottoposta a trattamento ipotermico presso l’Utin con constatazione del decesso il 13 novembre 2017. “Morte avvenuta per arresto cardiorespiratorio insorto come complicanza di encefalopatia a sua volta insorta per sofferenza fetale occorsa in travaglio di parto”.

Monitoraggio interrotto

Stando alle ipotesi di accusa i due indagati avrebbero omesso di monitorare in maniera adeguata la madre, (giunta in ospedale alla 39esima settimana di gestazione) durante la fase del travaglio, interrompendo il monitoraggio cardiotocografico per circa mezz’ora, non consentendo così d’individuare correttamente il momento dell’insorgenza della sofferenza fetale. L’interruzione del tracciato ha impedito quindi l’adozione di misure di prudenza necessarie per scongiurare e fronteggiare la sofferenza fetale in utero, compromettendo così la possibilità di salvare il nascituro.

Cesareo tardivo

Quando è stato ripristinato il monitoraggio si è riscontrata l’assenza di battito cardiaco fetale ed è stato quindi eseguito, a questo punto tardivamente, il taglio cesareo, alle 2.47, con un ritardo temporale di 56 minuti rispetto alla diagnosi di decelerazione del battito. Ne è conseguito un danno cerebrale per la neonata che è rimasta ricoverata in Utin cinque mesi fino al momento della morte. I genitori di Vittoria Melitta, Deborah Dolci e Dario Tomasello, sono rappresentati dagli avvocati Alberto Gullino e Anna Maria Scarcella e si sono costituiti parte civile.

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