Il governatore Crocetta: “Sfiducia? Non entro nel merito, nel rispetto del mio ruolo istituzionale”

Sulla diatriba sfiducia sì, sfiducia no, sfiducia oggi, domani, tra un anno, il presidente della Regione Crocetta, proprio in virtù del ruolo istituzionale e super partes che ricopre non ha alcuna intenzione di entrare nell’agone. Del resto lo stesso coordinatore provinciale del Megafono Massimo Finocchiaro finora non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito al dibattito, in considerazione del fatto che il governatore non può essere considerato di parte e quindi essere eventualmente contestato per pendere da un lato della bilancia piuttosto che dall’altro. Crocetta tra l’altro avrebbe il compito di scegliere l’eventuale commissario.

“Non entro nel merito per ovvie ragioni istituzionali- dichiara a Tempostretto Crocetta che nel pomeriggio a Messina per motivi privati ha incontrato anche Finocchiaro per ribadire questa posizione- Rispetto le vicende locali che hanno come sede principale quella del Consiglio comunale. Non voglio inserirmi né tanto meno promuovere o sponsorizzare sfiducie. Ho collaborato con Accorinti che è il sindaco eletto dai messinesi. I nostri sono stati leali rapporti tra Istituzioni. Quelle sulla sfiducia non sono valutazioni in cui posso entrare né in una direzione né in un’altra. Meno che mai si può dire che ho intenzione di nominare un commissario piuttosto che un altro”. Crocetta quindi intende far valere il ruolo istituzionale su una vicenda così delicata come la sfiducia e “restarne fuori”, consapevole del fatto che tutti e 3 i promotori della mozione, Pd-Sicilia Futura ed Ncd sono alleati del suo governo e che lo è anche l’Udc che ha già tirato il freno a mano. In base a queste considerazioni il coordinatore provinciale del Megafono (movimento del governatore) Massimo Finocchiaro ha evitato di creare situazioni di disagio istituzionale a Crocetta.

Tornando alle dichiarazioni di D’Alia sulla sfiducia, interviene, a ruota dopo il comunicato di Nino Germanà, anche il senatore Bruno Mancuso, che usa termini meno netti rispetto a quelli del deputato regionale e parla di sfiducia costruttiva, ponendosi a metà strada tra D’Alia e Germanà.

“Basta giochi di tatticismo partitico, serve aprire una fase costruttiva per la città di Messina- scrive- Resta il giudizio di inadeguatezza dell'attuale amministrazione poiché è impensabile governare solo con le buone intenzioni o le dichiarazioni di principio, senza fatti concreti. Sarebbe però opportuno individuare un processo per una sorta di sfiducia costruttiva. Sappiamo che tale meccanismo non è previsto dalla normativa, basata sull’elezione diretta, ma per evitare salti nel buio, come la reiterazione di lunghi commissariamenti, bisognerebbe cominciare a ragionare anche in termini positivi e costruttivi sul futuro. Messina deve sapersi integrare con il territorio provinciale che costituirà la stessa città metropolitana, e guardare anche all'area vasta dello Stretto. La nuova fase deve essere significata da un progetto di sviluppo condiviso con la città e con le sue realtà territoriali e sociali, a partire dall'Università, che dovrebbe essere più partecipe, senza indulgere però alla tentazione di attivare incomprensibili assi preferenziali con spezzoni del mondo politico, sentendosi invece pienamente coinvolta in quel grande sforzo comune di cui necessita Messina per uscire dal degrado economico, sociale, culturale”.

Secondo Mancuso le cause di quel degrado non ricadono tutte sull’amministrazione Accorinti ma, risalgono nel tempo. “Il nuovo progetto non va identificato in una sorta di possibile “salvatore della patria o taumaturgo”, bensì in una squadra di governo ai vari livelli amministrativi, costituita da soggetti che sappiano coniugare la rettitudine e l'onestà con la competenza e la capacità organizzativa, interlocutori credibili con i vari livelli di governo nazionale e regionale, e che abbiano una comune visione. E’ necessario che le migliori energie e le risorse, superando la fase della “delega”, diano la disponibilità ed il loro contributo, stimolando i partiti a presentare proposte credibili, a cominciare dalla qualificazione del personale politico, non per catturare voti, ma per aggregare consensi”.

Rosaria Brancato