La musica italiana del '700 nella entusiasmante esecuzione dell’Accademia di Santa Sofia

La musica italiana del ‘700 nella entusiasmante esecuzione dell’Accademia di Santa Sofia

giovanni francio

La musica italiana del ‘700 nella entusiasmante esecuzione dell’Accademia di Santa Sofia

Tag:

lunedì 07 Novembre 2022 - 09:00

L’Orchestra da camera, con il celebre flautista Andrea Griminelli, ha eseguito mirabilmente brani delle scuole musicali settecentesche veneziana e napoletana

Sabato scorso, per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, l’Orchestra da camera Accademia di Santa Sofia ha offerto al numeroso pubblico del Palacultura una straordinaria performance, eseguendo quattro brani tratti dalla musica settecentesca italiana, due della scuola veneziana e due della scuola napoletana, e per l’esattezza, nell’ordine: la Sinfonia per archi e basso continuo in Sol minore “La Serenissima” di Tommaso Albinoni; Il Concerto per flauto e archi in Mi minore di Saverio Mercadante; Il Concerto n.8 in La maggiore “La Pazzia” di Francesco Durante e, dulcis in fundo, Il Concerto per flauto, archi e basso continuo in Re maggiore op. 10 n. 3 “Il Gardellino” di Antonio Vivaldi.

Il concerto, che reca il titolo “𝐕enezia e Napoli: 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎𝑙𝑖 𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑜” ha avuto come grande protagonista il solista Andrea Griminelli, celebre flautista, affermatissimo in campo internazionale.

Il confronto fra le due celebri scuole è stato in realtà parziale, in quanto il concerto di Mercadante appartiene già alla musica ottocentesca, pertanto difficilmente paragonabile agli altri tre concerti eseguiti, tutti di matrice barocca.

La Sinfonia in Sol minore di Albinoni ha aperto la serata. Si tratta di un brano dall’atmosfera severa e maestosa, tipicamente barocca, in particolare nel primo movimento “Allegro”. Dopo un intenso e meditativo “Larghetto”, la Sinfonia si conclude con un vertiginoso “Allegro”, in realtà un presto tipicamente barocco. Un brano di alto spessore artistico del compositore veneziano, famoso ai più soprattutto per il suo celebre “Adagio” (che peraltro pare non sia esattamente suo), ma autore di una serie di concerti di grande livello, che meriterebbero più spazio nelle sale da concerto.

Sicuramente meriterebbe maggiore attenzione il trascuratissimo Mercadante (scuola napoletana) del quale abbiamo ascoltato, dopo Albinoni, Il Concerto per flauto e archi in Mi minore. In genere la maggior parte della musica strumentale italiana dell’800 è abbastanza trascurata nei programmi concertistici, e ciò deriva dal fatto che in quel periodo storico tale musica fu del tutto oscurata dall’opera, genere che in Italia la faceva ovviamente da padrone. Il Concerto per flauto e archi in Mi minore di Mercadante è un brano di grande interesse. Un primo movimento di grandi proporzioni, ricco di temi, dall’andamento ora ritmico ora piacevolmente cantabile, già lontano dalle tipiche figure barocche (ed infatti è assente il basso continuo, eseguito negli altri tre concerti dal giovane e ottimo clavicembalista). Dopo un breve Largo, ecco il terzo movimento davvero singolare: un Rondò russo dal ritmo irresistibile, che ha strappato gli applausi del pubblico, incantato anche, ovviamente, dagli splendidi nitidi e precisi assoli del flautista Griminelli.

Con il terzo brano, ancora di scuola napoletana, Il Concerto n.8 in La maggiore “La Pazzia” di Francesco Durante, ritorniamo al Barocco, e quello napoletano presente peculiarità che lo distinguono da quello veneziano per una minore severità della struttura formale, ma anche, forse, almeno rispetto ai due mostri sacri Albinoni e Vivaldi, una minore fantasia e inventiva.

Il quarto brano è quello che tutti aspettavano, il celebre Concerto in Re maggiore op. 10 n. 3 “Il Gardellino” di Antonio Vivaldi.

Il concerto, intitolato dallo stesso autore “Il gardellino”, è il terzo di una serie di sei concerti – composti per flauto solista, archi e basso continuo – contenuti nell’Op. 10, ove figurano capolavori altrettanto famosi come il n. 1 “La tempesta di mare” e soprattutto il n. 2 “La notte”. Si tratta di uno dei più celebri concerti di Vivaldi, di natura descrittiva (nella fattispecie il flauto mima il canto appunto del cardellino, con un notevole effetto onomatopeico). Splendido e giustamente famoso il secondo movimento “Cantabile”, un canto dolce e pacato dello strumento solista accompagnato dal cembalo e dal contrabbasso. Ma sono di grande spessore anche i movimenti estremi: il primo “Allegro”, con quell’incipit indimenticabile dal piglio tipico del musicista veneziano, e il terzo “Allegro”, energico e delicato a un tempo. Il concerto ovviamente ha visto come protagonista assoluto il flauto, e ha permesso ad Andrea Griminelli (come del resto anche nel concerto di Mercadante) di sfoggiare tutte le sue straordinarie doti virtuosistiche.

Davvero eccellente la prova del celebre flautista, perfettamente a suo agio in ogni passaggio ostico eseguito dal suo strumento, ma anche meraviglioso nella resa del “cantabile” del secondo movimento.

Ma si deve fare un elogio particolare anche a questa splendida orchestra, che ha eseguito tutti i brani con una precisione e disinvoltura davvero notevoli, dimostrando un affiatamento davvero fuori dal comune.

Entusiastici applausi del pubblico in sala, al quale l’orchestra, e Griminelli, hanno offerto due bis diversissimi fra loro e assai graditi: la celebre e popolare “Czardas” di Vincenzo Monti, e la splendida “Danza degli spiriti beati” da “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck, concludendo nel migliore dei modi a splendida serata.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007