Nadia Terranova nella cinquina del premio Strega

Nadia Terranova nella cinquina del premio Strega

Redazione

Nadia Terranova nella cinquina del premio Strega

mercoledì 04 Giugno 2025 - 21:35

Al secondo posto. Con il romanzo "Quello che so di te", la scrittrice indaga ancora le sue radici, raccontando di una bisnonna rinchiusa al Mandalari di Messina

Dalla dozzina alla cinquina. La scrittrice messinese Nadia Terranova entra nella cinquina del premio Strega 2025 e si piazza seconda. Andrea Bajani, con 280 voti per “L’anniversario” (Feltrinelli), si piazza al primo posto dopo la votazione del 4 giugno al Teatro Romano di Benevento. Poi Nadia Terranova con “Quello che so di te” (Guanda), 226 voti, e al terzo Elisabetta Rasy con “Perduto è questo mare” (Rizzoli), 205 voti.
    Ex aequo al quarto e quinto posto per Paolo Nori, con “Chiudo la porta e urlo” (Mondadori) e Michele Ruol con “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” (TerraRossa), entrambi 180 voti (fonte Ansa).

Il 3 luglio ci sarà la finale.

Ancora un’esplorazione nelle radici familiari”

Proposto da un autorevole studioso come Salvatore Silvano Nigro, il romanzo “Quello che so di te” (Guanda editore) racconta una storia di radici familiari che s’intreccia con la città dello Stretto. Un passato da recuperare facendo riemergere la storia di una donna, Venera, internata al “Mandalari”, vecchio manicomio di Messina.  Il rapporto con la città dello Stretto e con le sue radici rappresenta infatti una cifra stilistica nella scrittura di Nadia Terranova.

“Ritorno a Messina”

Ecco la presentazione del romanzo: “C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la mitologia familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili”.

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