Le tesi di due legali messinesi accolte dalla Corte d'appello di Catania che adotta un provvedimento apripista
CATANIA – Arriva da Catania una interessante sentenza in tema di mandato di arresto europeo e motivi che legittimano il rifiuto alla consegna del condannato allo stato richiedente. Il provvedimento è della sezione provvedimenti speciali della Corte d’appello etnea (presidente Muscarella) che, accogliendo le tesi degli avvocati messinesi Ernesto Marcianò e Giuseppe Irrera, ha detto no alla richiesta di estradizione della Romania nei confronti di un venticinquenne originario di quel paese.
Il giovane è stato condannato a due anni e mezzo per furto di automobile e guida in stato di ebbrezza dal tribunale rumeno, che ha chiesto l’estradizione dall’Italia per eseguire la sentenza. Il giorno dell’arresto in Italia su mandato di arresto europeo, i due legali hanno chiesto ed ottenuto per lui il solo obbligo di firma, malgrado il procuratore generale avesse chiesto per lui il carcere.
La Corte d’appello è poi stata chiamata a decidere della richiesta di estradizione ma ha rifiutato di consegnare il venticinquenne. I legali si sono opposti evidenziando il radicamento del soggetto in Italia, che aveva un certificato di residenza e altri documenti che attestano come lavori in Sicilia da diverso tempo. Ma soprattutto gli avvocati Irrera e Marcianò hanno fatto leva sul fatto che in Italia sconterà la condanna attraverso le misure alternative, beneficiando dei progetti alternativi che l’Italia prevede a fini rieducativi. Tesi che i giudici hanno condiviso: il dimostrato radicamento nel paese è, secondo la Corte etnea, legittimo motivo di rifiuto della consegna.
