"No all'occupazione dell'alloggio di transito, troveremo una casa alle famiglie"

“No all’occupazione dell’alloggio di transito, troveremo una casa alle famiglie”

Marco Olivieri

“No all’occupazione dell’alloggio di transito, troveremo una casa alle famiglie”

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mercoledì 10 Gennaio 2024 - 07:00

L'assessora Calafiore, in vista di un nuovo incontro oggi, precisa: "La prefetta è stata categorica, ne va della sicurezza dei minori"

MESSINA – “Le due famiglie che occupano l’alloggio di transito a Bisconte non possono rimanere lì. La prefetta Di Stani è stata categorica: ne va dell’incolumità dei minori. Dopo l’incontro di ieri, oggi pomeriggio torniamo a vederci in prefettura, assieme alla presidente di Messina Social City Asquini e ai rappresentanti dell’Unione inquilini. Una volta tornati nel Bed and breakfast a loro destinato, mentre sono in corso i lavori in via Direzione Artiglieria, ci impegniamo a trovare una nuova sistemazione. In una prima fase magari sarà provvisoria, in attesa che qualche casa si liberi o che ci siano nuove possibilità”. L’assessora comunale alle Politiche sociali, Alessandra Calafiore, tiene a precisare che “queste famiglie non sono mai state lasciate sole. Vivono in alloggi senza sostenere spese e l’équipe di Messina Social City si è sempre presa cura di loro. In questi giorni, il messaggio che è stato trasmesso è secondo me ingiusto nei confronti dei 1300 operatori di questa struttura. E nei confronti di chi opera nelle politiche sociali. Non si può mortificare il lavoro di questi anni e i tanti sforzi: dalle 27 famiglie che vivevano nelle scuole occupate, e oggi non più, al lavoro per il risanamento”.

L’assessora si augura che la mediazione dell’Unione inquilini consenta la fine dell’occupazione, evitando così uno sgombero da parte delle forze dell’ordine. “Ci sono dei lavori in corso e i rischi sono alti”, evidenzia Calafiore. Per Più Europa, “Messina Social City ha deciso di far trascorrere le festività natalizie a chi vive in emergenza abitativa in stanze affittate a caro prezzo, che non giustificano i disagi. Ad esempio, come si evince dalla determina n. 230 del 20 dicembre, per trasferire il nucleo familiare con 4 persone, dal 20 dicembre al 17 gennaio, la Msc ha pagato 5.280.00 euro, iva compresa, ad una azienda di Catania. Una cifra che però non contemplava l’uso ad esempio di una lavatrice, o un frigo capace di contenere il latte per i bambini messo fuori dalla finestra per tenerlo freddo”.

Risponde l’assessora: “Intanto, non abbiamo deciso la data dei lavori da fare. C’era la necessità di mettere in sicurezza le abitazioni e i tempi non sono stati dettati da noi. Quanto ai costi, abbiamo optato per un Bed and breakfast in centro, in buone condizioni, per sei famiglie e quattro sono rimaste lì. Di fatto, mini appartamenti con un angolo cottura. E, in relazione alle esigenze delle famiglie, come nel caso della lavatrice, abbiamo prospettato diverse soluzioni. Che cosa dovevamo fare? Non occuparci di queste persone? Non vorrei che si utilizzassero dei pretesti per giustificare l’ingiustificabile: l’occupazione non può essere tollerata”.

“Continuiamo a cercare una casa per queste persone ma non disponiamo di un patrimonio enorme”

Alcune persone che vivono negli alloggi di transito si lamentano di non essere state coinvolte in percorsi di formazione al lavoro e che gli operatori ruotano ogni sei mesi. “Il tentativo di coinvolgimento nelle varie attività c’è sempre stato. Educatori e assistenti sociali si dedicano alle loro esigenze. Si è pure favorita, ad esempio, l’esperienza dell’Estate addosso per i più giovani. Quanto agli operatori di Messina Social City, cambiano perché a volte si aprono nuove prospettive professionali per loro. È normale”.

Conclude Alessandra Calafiore: “In questo periodo abbiamo proposto due case, a una famiglia, e abbiamo ricevuto dei rifiuti. Tuttavia, continuiamo a cercare una soluzione che possa andare bene. Non disponiamo di un patrimonio abitativo enorme ma facciamo del nostro meglio. La narrazione di questi giorni rischia di sporcare tutto l’impegno profuso. I problemi non mancano e vanno rafforzati i servizi, ad esempio, per chi ha perso il reddito di cittadinanza. Viviamo nell’emergenza ogni giorno”.

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Un commento

  1. Si potrebbe pensare a ristrutturare una parte del Don Bosco x fare miniappartementi.La Curia probabilmente dispone della disponibilita’economica x farlo..e si lascerebbero tranquille le 20.Suore rimaste che non sarebbero trasferite altrove..
    Se nelle famiglie ci sono bambini.o.adolescenti.si potrebbe pensare a uno spazio x un oratorio secondo lo spirito di Don Bosco..e per le suore continuerebbe la loro missione..
    .
    La

    2
    0

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