No ponte: "Siamo costretti a tornare a combattere"

No ponte: “Siamo costretti a tornare a combattere”

Giuseppe Fontana

No ponte: “Siamo costretti a tornare a combattere”

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martedì 28 Marzo 2023 - 12:13

"È tornato alla ribalta grazie al governo e al ministro Salvini e noi, uniti, siamo pronti a opporci, siamo tantissimi", sottolineano i coordinatori dei tre gruppi

MESSINA – La nuova ribalta vissuta a livello politico e mediatico dal Ponte sullo Stretto, cavallo di battaglia del governo Meloni e del vicepremier Salvini, ha riacceso la fiamma, mai spenta, del movimento No ponte. A due giorni dalla manifestazione a Torre Faro, i coordinatori dei gruppi si sono incontrati a Palazzo Zanca, di fronte a cittadini e giornalisti. Ad aprire il confronto è stato Francesco Mucciardi, del movimento No ponte ed esponente di Unione popolare: “Il Ponte è tornato alla ribalta grazie al governo Meloni e al ministro Salvini. Non pensavamo di dover tornare a farlo, ma a causa di queste scelte siamo stati costretti a tornare a combattere uniti per questo obiettivo. Il movimento No Ponte vuole impedire la costruzione. Siamo tantissimi, lo avete visto domenica a Torre Faro. Da tutta l’Italia vogliono impegnarsi perché sono sconvolti e non riescono a credere che nel 2023 si parli ancora di questo mostro, per il quale stanno già sprecando milioni di euro pubblici che potrebbero essere investiti in altro”.

Dopo di lui Gianmarco Codraro: “Hanno provato per anni a convincere la gente che sul Ponte fossero tutti d’accordo. Ora siamo tornati per smontare le argomentazioni del ministro Salvini e di chiunque ne stia parlando, mentendo, in queste settimane. Torneremo alle piazze e organizzeremo campeggi, come fatto in passato. C’è chi dice che non ce la faremo, noi li sfidiamo e vedremo chi vincerà. Rispondo su una cosa importante, a chi ci accusa di essere il popolo del no. Dietro questo no ci sono tanti sì. Il vero popolo del no è quello che governa, che dice no alla sanità di prossimità o della messa in sicurezza. Ci sarebbe un elenco lunghissimo”.

Tocca poi a Daniele Ialacqua, che parla per il gruppo No Ponte Capo Peloro: “Oggi è una situazione diversa di 15-20 fa, quando c’era un forte movimento in strada. Per la prima volta c’erano migliaia di cittadini per strada. All’epoca ci siamo riusciti e speravamo fosse una pietra tombale sul Ponte. Ora il movimento va rinsaldato, di fronte a chi ritiene di essere più incisivo. Noi non vogliamo fare controinformazione, ma informazione corretta, quella che non c’è stata da parte di chi ha già speso milioni di euro. La nostra domanda è: sei certo che la tua casa non subirà danni? E poi vogliamo contestare l’enorme bufala del più grande ponte green della storia. Chi lo dice non conosce né la geografia né il progetto, che è pieno di vincoli posti dall’UE. Senza contare la questione dell’emissione di Co2. Lo studio fatto da loro non tiene conto dell’impatto sull’ambiente del ponte stesso. Ci saranno 25 cantieri nel messinese, alcuni a Valdina, Torregrotta, Venetico. Tra le prossime iniziative ci sarà una riunione pubblica proprio sui luoghi del cantiere. Noi siamo pronti ad accogliere Salvini, non offrendogli l’arancino o la granita, ma con una promessa: siamo convinti che vinceremo, se non vinceremo dovranno fare i conti con noi e non rimarremo con le mani in mano”.

E infine Elio Conti Nibali, di Invece del Ponte: “La nostra logica è leggere le carte, guardare i numeri, tirare le somme e trovare l’equilibrio. Ma questa è una scommessa. C’è chi dice che si può fare a una, a due, a tre campate. C’è chi dice che non si può fare, chi che si deve spostare. Poi ci sono i documenti. In una relazione del 2021 presente sul sito del ministero si legge che a un’unica campata non si può fare. Avanzava l’ipotesi delle 3 campate, bocciata da altri tecnici. Ma ammesso che si possa fare e che dobbiamo subire questa costruzione, il rapporto investimento-utilità? Non c’è nessun dato positivo, è un’opera inutile”.

“Non accettiamo ricatti, non è l’unica occasione per il riscatto del sud”

Ha aggiunto Conti Nibali: “Ci viene detto che è l’unica occasione per il riscatto del sud. Ma in realtà è un ricatto: questo o niente. Noi non ci stiamo, non ci siamo quando ieri a Palermo si dice che sia l’unica occasione per la risalita e che solo il ponte impedisce alla Sicilia gli investimenti. Ricordo che 4 anni fa dissero a Messina che il problema era solo uno, la burocrazia, con opere pubbliche che hanno tempo 3 volte superiori al centronord. Bisogna velocizzare questi tempi e sarebbe un moltiplicatore di sviluppo economico vero. ‘Invece del Ponte’ dimostra che c’è un solo no e molti sì. Nessuno di noi è il popolo del no”. E poi un attacco al sindaco: “Noi abbiamo inviato una Pec all’ufficio di gabinetto del sindaco della nostra città chiedendogli di ricevere una delegazione nei modi e nei tempi in cui crede, per esporre le nostre precisazioni e il nostro punto di vista. Non abbiamo avuto nessuna risposta. Allora abbiamo scritto una lettera aperta alla città”.

Conti Nibali ha letto poi la lunga nota indirizzata al primo cittadino, in cui si ribadisce come ci sia una parte di cittadinanza che va rappresentata “in ogni sede”. Mucciardi ha poi annunciato le prossime mosse, tra cui una grande manifestazione in programma per giugno prossimo.

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6 commenti

  1. Si deve fare informazione su cosa comporta un’opera così impattante. Una cosa è vederlo ovunque già bello e pronto, altro sarà subirne i lavori. Ma questo è un problema dei due territori interessati e quindi uniamoci per un no al ponte articolato e convincente.

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  2. Quando si dice No al Ponte,se si vuole essere credibili e ascoltati dalla gente,bisognerebbe spiegare bene il perché;e soprattutto proporre alternative valide,sostenibili e fattibili in tempi ragionevoli
    E questo può farlo solo qualcuno che è del mestiere, non persone non preparate o ex “politicanti” o politici senza poltrona.

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  3. Anziché andare a protestare inutilmente, non avete mai pensato di andare a lavorare, o forse cercano un po di visibilità visto che diversi sono ex politici rimasti a cacciar farfalle.

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  4. Quelli che manifestano dietro presunti problemi geologici, naturalistici, paesaggistici, etc sono solamente quelli che hanno proprietà da ganzirri a torre faro.
    Anch’io sarei giustamente preoccupato al loro posto. Ma abbiate il coraggio di essere sinceri e senza ipocrisie ammettere che il vero motivo della vostra protesta è solo economico. Anche se una volta completata l’opera (che a mio avviso non si farà MAI), le proprietà di quelle zone triplicherebbero il loro valore

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  5. Si dovrebbe evidenziare quella percentuale di persone pro-ponte, che a mio avviso sono molto di più. Si lascia spazio a personaggi che sfruttano questo argomento per avere visibilità, elemento a loro sconosciuto nel quotidiano

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  6. Per fortuna avete lottato per noi giovani 20 anni fa! Se avessero fatto il ponte questa città sarebbe andata allo sfascio. Ma fatemi il piacere …

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