Noa a Messina: "Nel mio canto libero dolore e speranza, non mi rassegno alla guerra" VIDEO

Noa a Messina: “Nel mio canto libero dolore e speranza, non mi rassegno alla guerra” VIDEO

Emanuela Giorgianni

Noa a Messina: “Nel mio canto libero dolore e speranza, non mi rassegno alla guerra” VIDEO

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martedì 21 Novembre 2023 - 07:20

La cantante israeliana al Teatro Vittorio Emanuele. “Tra i tanti luoghi che non possono accogliermi per motivi di sicurezza, la Sicilia mi ha voluto"

MESSINA – Arriva al Teatro Vittorio Emanuele, stasera alle 21, “Noa in concerto”, l’emozionante spettacolo della cantante e compositrice israeliana. Nata a Tel Aviv da una famiglia di ebrei yemeniti, trasferitasi a due anni a New York, Noa riunisce nel suo canto libero popoli, culture e religioni diverse.

noa

Noa è il nome d’arte di Achinoam Nini, il cui significato è “sorella di pace”. Nomen omen quello della cantante, non solo artista dalla incredibile carriera ma anche grande attivista e tra le più autorevoli ambasciatrici di pace.

Innumerevoli sono i suoi successi (molti dei quali hanno l’Italia per protagonista), a partire dalla celeberrima Beautiful That Way – scritta da Nicola Piovani, per il film La vita è bella di Roberto Benigni – poi Sanremo, le esibizioni per il Papa e l’onorificenza di commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana da parte del presidente Sergio Mattarella.

Oggi, Messina si pregia dell’onore di accoglierla, ancora una volta, per uno spettacolo unico, accompagnata dall’amico, maestro e chitarrista Gil Dor e dal pianista Ruslan Sirota.

Solo la Sicilia

Soddisfazione doppia per la città, perché, tiene a precisare Noa: “È molto importante per me essere qui oggi. Dopo il momento terribile vissuto dalla nostra storia il 7 ottobre, ho cancellato tutti i miei concerti di ottobre, ero distrutta, sono distrutta. A novembre volevo ripartire, ma i concerti sono stati, poi, cancellati dai luoghi che dovevano ospitarli. Non possono accogliermi per via di ciò che stiamo vivendo, per motivi di sicurezza. Ma la Sicilia no. Solo la Sicilia mi ha voluto. Per me è un regalo importante, amo molto questa terra, non è uno dei tanti posti nel mondo per me, amo la sua energia, la sua gente. Canto qui da trent’anni, il mio primo concerto fuori da Israele è stato a Catania, nel festival dal nome Donna Del Deserto, con Pompeo Benincasa, la leggenda, con cui ancora oggi lavoro insieme”.

E, così, l’artista presenta a Tempostretto “Noa in concerto”: “Domani sera a Messina avremo un trio voce, chiatarra, piano, insieme al pianista Ruslan Dirotta, un genio assoluto e, naturalmente, al mio mentore di sempre Gil Dor. Portiamo sul palco un concerto diverso, eclettico, fatto di dolore ma anche di tanta speranza”.

noa in concerto

I ricordi di una grande carriera

Una carriera immensa quella di Noa. Segnata da traguardi incredibili, ma anche momenti di dolore. Così racconta: “Il momento più traumatico che ho vissuto nella mia carriera è stato la notte del 4 novembre 1995, quando cantai in una manifestazione per la pace e dopo la mia esibizione fu assassinato il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. La notte più bella, la notte della speranza, in pochi attimi, fu trasformata in quella più catastrofica per Israele e per me. Ritengo ci sia una linea diretta da questo avvenimento fino alla crisi terribile del 7 ottobre. Ho iniziato così il mio cammino di attivista per la pace. Ma tanti sono stati anche i momenti belli, soprattutto in Italia, quando mi sono esibita per Papa Giovanni Paolo II, o per Papa Francesco ben due volte; poi, ovviamente, Benigni, Andrea Bocelli, Carlo Fava, cantautore fantastico con cui siamo andati a Sanremo, e tanti concerti. Anche gli eventi più piccoli, con 30 o 40 persone, mi hanno dato le stesse emozioni di quelli con 30 o 40 mila. Amo cantare per le cose che ritengo importanti, per chi soffre, per chi è invisibile, per elevare lo spirito”.

Ma cosa porta tante persone diverse a riconoscersi e unirsi nel canto di Noa? “Forse l’onestà, qualcosa che non puoi fingere. La grande dedizione all’arte. Il mio obiettivo non è essere la più famosa, o guadagnare di più, voglio cercare qualcosa di profondo nell’anima. Poi, amo tanto, davvero, le persone. Credo che questo crei qualcosa, un’energia, tra me, i musicisti e il pubblico”.

Il conflitto Israele – Palestina

Come Noa precisa più volte, tutto è cambiato da quel drammatico 7 ottobre. L’artista non ha mai smesso di denunciare tanto gli orrori del terrorismo di Hamas quanto i crimini del governo di Israele, lanciando infiniti appelli di pace, con un’unica soluzione come speranza: due Stati per due popoli. Con queste parole conclude l’intervista: “Non parlerò di questo nel concerto. Sul palco preferisco parlare di valori, di sentimenti meno concreti, ma tanto profondi; il mio palco non deve essere una manifestazione politica, deve toccare ciò che c’è dentro le anime, la nostra umanità. Ma ci tengo molto a parlarne in altri contesti, qui nelle interviste, nei dibattiti. Il problema che abbiamo oggi è il cercare di dover semplificare sempre questioni complesse, prendendo troppo velocemente una parte. La gente si schiera facilmente, senza assumersi la responsabilità di conoscere a fondo le cose. Studio questo conflitto da molti anni, ho imparato tanto a riguardo, ma c’è ancora tantissimo che devo sapere. La conclusione cui mi sento di essere arrivata è solo questa: due Stati per due popoli. Vorrei trasmettere questo messaggio, vorrei che anche gli altri ci credessero, che se ci fosse qualcosa da dire potesse essere ciò. Non serve a niente cancellare uno Stato a favore di un altro, non possiamo risolvere il male generandone altro”.

noa intervista

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