Non è fantascienza: la missione della sonda Dart contro l'asteroide

Non è fantascienza: la missione della sonda Dart contro l’asteroide

Daniele Ingemi

Non è fantascienza: la missione della sonda Dart contro l’asteroide

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mercoledì 28 Settembre 2022 - 10:00

Inizia una nuova disciplina, fino ad oggi immaginabile quella della Difesa planetaria

La notte di ieri martedì 27 settembre 2022, alle ore 1.14 italiane, si è conclusa la prima missione sperimentale di difesa planetaria mai tentata dall’uomo. La sonda Dart è stata lanciata contro l’asteroide Dimorphos per modificarne l’orbita. L’impatto è avvenuto alla velocità di ben 24000 km/h. La missione ha avuto successo.

Lo scopo della missione è mettere a punto sistemi di guida ad altissima precisione nel tentativo di deviare asteroidi con traiettorie che intersecano quella terrestre. La sonda Dart era seguita a distanza dall’ormai famoso satellite LiciaCube (tutta tecnologia italiana) che in giornata invierà l’intera sequenza dell’impatto.

Credit NASA

Sono invece già disponibili le sequenze dell’impatto riprese dalla camera DRACO, montata a bordo della sonda DART. La missione per quanto riguarda i sistemi di guida è stata un successo, oggi gli scienziati potranno analizzare i primi dati riguardo l’impatto.

Con il progetto di oggi inizia una nuova disciplina, che fino ad oggi sembrava immaginabile solo nei film di fantascienza, quella della Difesa Planetaria.

Le osservazioni sul cambio d’orbita degli asteroidi

I telescopi che hanno seguito la collisione di DART dalla Terra (come l’antenna di 35 metri dell’ESA a Malargüe, in Argentina) forniranno misurazioni precise delle due rocce di questo sistema binario. Prima dell’impatto Dimorphos orbitava attorno a Didymos in circa 11 ore e 55 minuti. La “botta” dovrebbe aver ridotto la durata della sua orbita di qualche minuto.

Credit NASA

Per alterare la traiettoria di un asteroide di questo tipo non servono grandi cambiamenti di velocità, soprattutto se si interviene con qualche anno di anticipo: «È come se danneggiassimo un orologio da polso e questo iniziasse a girare più velocemente, ma di poco», spiega Nancy Chabot, scienziata della missione. «Potreste non accorgervi dell’errore nel primo giorno o nei primi due ma dopo alcune settimane iniziereste a notare che non segna più correttamente l’ora».

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