Non è necessario lasciare Messina, intervista a uno studente che rimane

Non è necessario lasciare Messina, intervista a uno studente che rimane

Autore Esterno

Non è necessario lasciare Messina, intervista a uno studente che rimane

venerdì 05 Settembre 2025 - 13:34

Il racconto di uno studente che ha deciso di restare a Messina e iscriversi alla nostra Università: "Non bisogna farsi influenzare da mode o tendenze"

MESSINA – In un periodo in cui la fuga verso atenei del nord sembra quasi uno step obbligatorio per tanti studenti, c’è invece chi sceglie di rimanere e far tesoro delle possibilità che si palesano nel territorio. Gabriele Cambria è un ragazzo neodiplomato al liceo scientifico Archimede di Messina che ha deciso di raccontare la propria storia in merito alla scelta di frequentare il ccorso di laurea in Chimica dell’Università della sua città. Tempostretto prosegue, così, la sua iniziativa di ascolto dei giovani chiamati a scegliere il loro futuro. Ricordiamo, a questo proposito che è ancora possibile compilare il questionario che chiede ai neo-diplomati di indicare le motivazioni che li spingono a restare o lasciare la città per proseguire gli studi. Questo il link al questionario: https://tinyurl.com/3cyax7xb

Le attività di orientamento svolgono un ruolo decisivo nelle scelte dei ragazzi

Fortunatamente Gabriele è solamente uno dei tanti ragazzi che, controcorrente, decidono di rimanere. “Credo che l’orientamento sia fondamentale a scuola al fine di far toccare con mano l’ambiente universitario e dare un’idea più completa delle offerte formative presenti qui a Messina”. Infatti, proprio grazie alle attività di orientamento proposte dalla sua scuola, Gabriele ha avuto la possibilità di testare l’ambiente universitario messinese dal vivo, frequentandone i laboratori e rapportandosi direttamente con i docenti durante le attività di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e Orientamento).

Spesso i pregiudizi geografici influiscono sulle scelte degli studenti

Secondo Gabriele “l’ateneo di Messina non deve essere considerato come una seconda o terza scelta perché offre molte opportunità e un livello didattico non secondo a nessuno”. Dalle sue parole si evince come molte volte si tenda a “idealizzare” le facoltà del Nord, pensando che offrano una maggiore preparazione e di conseguenza migliori sbocchi lavorativi. D’altro canto, invece, si tende inesorabilmente a enfatizzare ogni aspetto negativo delle facoltà del sud, snobbandole e ritenendole inferiori.

Andare via comporta grandi cambiamenti

“Anche io avevo pensato di emigrare al nord per studiare, ma dopo aver appurato la presenza a Messina della Facoltà di Chimica ho riconsiderato la mia decisione anche in virtù del fatto che, andando via, avrei dovuto abbandonare parenti e amici”. Con le sue parole Gabriele esprime il senso di sconforto e incertezza che attanaglia coloro che decidono di andare via. Molti sono gli aspetti che non vanno sottovalutati e che incidono sulle scelte di tanti: la nostalgia dei propri cari, il dover fare a meno del supporto dei genitori nella vita di ogni giorno, e soprattutto la difficoltà a conciliare lo studio con la gestione della quotidianità e del tempo libero.

Rimanere a Messina: una scelta controcorrente

“Secondo me non bisogna prendere decisioni a cuor leggero e non bisogna farsi influenzare da mode o tendenze”. Gabriele Cambria consiglia così di analizzare accuratamente l’utilità o l’effettiva necessità di andar via quando si deve valutare il percorso universitario da intraprendere. Spesso, infatti, i ragazzi scelgono il nord in cerca anche di maggiore indipendenza e per seguire i trend del momento.

“Sicuramente, anche io in futuro, verrò di nuovo posto di fronte alla decisione di lasciare Messina, poiché in base alla specializzazione che vorrò intraprendere dovrò valutare le opportunità che mi si presenteranno”. Come tanti studenti, anche Gabriele dovrà decidere cosa fare dopo la laurea di primo livello, confrontandosi con l’offerta formativa dell’università di Messina. La carenza, infatti, di alcune lauree specialistiche spinge molti a completare la loro carriera accademica altrove, soprattutto nelle città del Nord, se non all’estero. Per non parlare della ricerca di un primo impiego che, difficilmente potrebbe essere ottenuto al sud.

Buoni propositi per il futuro

Infine, Gabriele, pieno di speranze e di buoni propositi per il futuro, nel consigliare chi è ancora indeciso e non ha formalizzato alcuna iscrizione universitaria, suggerisce di fare un’analisi completa di molti aspetti.

Quanto siamo pronti a sconvolgere la nostra quotidianità per investire sul futuro? È veramente sempre necessario andar via anche solo per studiare? È giusto che un ragazzo di 18 anni sia posto di fronte a queste scelte per carenze territoriali?

Purtroppo Messina come molte città del Sud continua a mettere i suoi giovani di fronte a decisioni di vita spesso drastiche, che non dovrebbero esistere se la città offrisse mezzi e opportunità adeguati alle esigenze odierne.

Se si vuole invertire la tendenza e far sì che molti altri, come Gabriele, decidano di rimanere, bisogna ascoltare le loro voci e valorizzare le loro idee perché garantirsi un futuro migliore non deve necessariamente implicare rinunce o distacchi dolorosi.

Cristiano Piccione – progetto L’Estate Addosso

3 commenti

  1. Caro Gabriele, non perdere mai fiducia e speranza ma questo è il primo step (la scelta universitaria) e ti permette di restare a Messina! Poi, come dici tu, ci sarà da fare la specialistica e potrai farla a Messina? Superata questa entrerai nel mondo del lavoro e qui comincia ad essere più dura, ti auguro di realizzarti a casa nostra, ma non per tutti è stato possibile! Quindi non si tratta solo di farsi ammaliare dal Nord, ma piuttosto che purtroppo devi andare! In ogni caso un’esperienza fuori dalla comfort zone di casa, fa sempre bene e aiuta a crescere sotto il punto di vista umano e professionale, poi spero tu possa rientrare e fare bene a Messina!

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  2. …vado diretto,,, per affermare che spesso dalle informazioni viene soltanto terrorismo , becero e distruttivo … la “fuga dei cervelli” è un fenomeno epidemico che colpisce luoghi poveri e luoghi ricchi … in Alto Adige, tra i più ricchi d’Italia per PIL e per reddito personale, è stato pubblicato recentemente un rapporto sulla situazione dei giovani locali che “fuggono” per l’alto costo della vita, per la difficoltà di trovare casa prezzi accessibili e della lunga lista di inconvenienti che affliggono i giovanissimi e le giovani coppie… dal Nord fuggono come e quanto avviene al Sud, come è vero che c’è una mobilità giovanile in tutta Europa ed anche trans oceanica !!!

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  3. Non ho mai avuto l’uzzolo né l’iniziativa di sperimentalismi, convinto che la scelta del luogo dove vivere, lavorare e progettare, quando c’è veramente, non ha bisogno che della propria verità.
    Messina l’ho vista spegnersi senza possibilità di appello. Allora come oggi, ci si sente in procinto di naufragare, sempre, anche trovandosi sulla terra ferma.
    Al netto di ogni forma d’ipocrisia o falsa illusione, a un certo punto si sente l’esigenza, questa si, di mettere pancia verso altri luoghi, altre città (nel mio caso Roma), per ritrovare un modo di vedere e fare le cose tutt’altro che dimesso, da tonache lise e pecore smarrite. In bocca al lupo

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