Messina non è una città per giovani: il talento emigra, il raccomandato resta

Messina non è una città per giovani: il talento emigra, il raccomandato resta

Autore Esterno

Messina non è una città per giovani: il talento emigra, il raccomandato resta

martedì 02 Settembre 2025 - 11:20

Il questionario proposto ai giovani da Tempostretto scatena il dibattito. Nell'articolo il link per scaricarlo

Messina non è una città per giovani, lo dicono le statistiche, ma anche i social. Il talento e la bravura non sono considerati requisiti in grado di evitare le partenze. Molti ragazzi, purtroppo, pieni di speranze, dovendo fare i conti con un sistema che ormai da decenni difficilmente offre nuove opportunità, decidono di lasciare la loro terra per realizzare i propri sogni.

L’iniziativa portata avanti da Tempostretto in merito alla fuga di cervelli, resa pubblica nell’articolo del 28 agosto scorso, ha suscitato molto interesse tra i lettori, come dimostrano i numerosissimi commenti sul giornale e sulle sue pagine social. Il questionario proposto ai giovani che chiede di indicare le motivazioni che li spingono a restare o lasciare la città per proseguire gli studi, di fatto ha acceso un ampio dibattito. Il numero e il tenore dei commenti ricevuti confermano come questo problema tocchi da vicino tutte le famiglie messinesi, le quali molto spesso fanno i conti con l’allontanamento dei propri cari,. Purtroppo, infatti, quasi tutti a Messina hanno un figlio, un parente o un amico al Nord o addirittura all’estero.

L’indagine di Tempostretto si propone di raggiungere un numero quanto più vasto possibile di giovani, ai quali il giornale intende dare voce. Di seguito il link per scaricare il questionario, che invitiamo i ragazzi a compilare.

LINK DEL QUESTIONARIO:

https://tinyurl.com/3cyax7xb

La rassegnazione diffusa tra i messinesi

“Messina è una città che non offre nulla” oppure “mio figlio è scappato da Messina ma ha realizzato i suoi sogni”. Queste sono solo alcune delle centinaia di commenti riportati sotto all’articolo. Come si evince dalla maggioranza di essi, le famiglie messinesi sembrano quasi rassegnate a vedere i propri figli partire a causa della mancanza di impieghi e salari adeguati. Molti commenti infatti sono stati pubblicati da chi, a malincuore, ha lasciato la città, pur sapendo che se non l’avesse fatto non avrebbe realizzato i propri sogni o raggiunto i propri obiettivi.

I favoritismi e le raccomandazioni

Per non parlare di chi invece predica che Messina sia ridotta in queste condizioni perché vittima di un sistema basato sul favoritismo, in cui il clientelismo e la cosiddetta “raccomandazione” vengono considerate ancora una piaga del nostro tessuto lavorativo. Il sistema viene inteso come malato, iniquo e ingiusto per cui diventa necessario cercare altrove la propria strada abbandonando le proprie radici e origini.

Quanto tempo ancora dovrà passare prima che qualcosa cambi? Ma soprattutto potrà mai esserci un cambiamento se la rassegnazione è il sentimento dominante e soprattutto manca la volontà politica perché si aprano nuove prospettive?

Una terra che offre precarietà, incertezza e poche opportunità cosa ha da dare?

Il futuro è incerto e e la fuga continua

Domande lecite, a cui è difficile rispondere. Tra i cittadini c’è chi spera nel ponte come opera che potrebbe rivoluzionare le condizioni in cui versa la città, in prospettiva della creazione di nuovi posti di lavoro. Altri, invece, considerano il ponte proprio come un investimento inutile e che non cambierà le sorti del nostro territorio, anzi le peggiorerà.

Alla luce di ciò sono molti i ragazzi che supportati, spesso con grandi sacrifici dalle famiglie, già dopo il diploma, o la laurea di primo livello, in previsione di un futuro incerto e rassegnati a dover andare via, decidono di abbandonare il proprio territorio sin da subito studiando da fuori sede. Ciò contribuisce non poco allo svuotamento della città che perde i propri talenti e nuove prospettive.

Cristiano Piccione – Progetto L’Estate Addosso

14 commenti

  1. Cittadino sconvolto 2 Settembre 2025 12:59

    ….i giovani percepiscono segnali inequivocabili dal mondo circostante…. la politica ha perso l’occasione di battere un segnale….non bastano le sagre a base di braciole e salsiccia, qualche cantante blasonato sui palchi di misere piazzette che di giorno servono i mercati, o le caprette al collare portate ai comizi….

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  2. Conosco una persona….
    una figlia insegna in Veneto e altra figlia insegna in una prestigiosa università inglese…..ambedue laureate con massimo dei voti e dottorato di ricerca
    A messina…..segretarie….pagate ogni tanto e sfruttate tanto.

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  3. Ha ragione “cittadino sconvolto”, che solo con la sagra della salsiccia di paese, si rende ancora più provinciale la città.
    Ha ragione “Nunme” a dire che chi va fuori ha più opportunità.
    La verità forse è che la città è maltrattata, impoverita, e nel mentre qualcuno pensa a renderla “moderna” e “smart”, ma non adattando idee alla città, ma al contrario forzando la città.
    Basterebbe invece renderla attrattiva per ciò che ha, ed intanto per i suoi cittadini, che non si fanno nemmeno il fine settimana, e se ne vanno a Milazzo, a Catania o altrove…

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  4. Ogni tanto ci troviamo d’accordo su un argomento, un esempio a caso ultimi concorsi svolti in città. E non vado oltre.

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  5. Salve, aggiungo un’altra cosa da non prendere sotto gamba, la questione ponte sullo stretto.
    Tutte le piccole attività che sopravvivono nella zona nord (ma anche zona sud a quanto pare si veda zona di Contesse) saranno travolte dalla costruzione del ponte e chiuderanno. Pertanto, ricollegandomi a ‘commento 2’ anche quelle segretarie “…pagate ogni tanto e sfruttate tanto…” dovranno andare altrove.
    Messina diventerà un dormitorio per anziani.

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  6. MA COSA DITE , VEDRETE CHE APPENA FANNO IL PONTE ARRIVERANNO IN CALABRIA E POI PRENDERANNO IL PONTE E TORNERANNO A MESSINA DOVE TROVERANNO INDUSTRIE, FABBRICHE E SARANNO TUTTI ASSUNTI. QUESTA NON E SCIENZA E FANTASCIENZA.

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  7. I giovani NON RACCOMANDATI, bravi o meno bravi partono tutti in cerca di fortuna. Quelli RACCOMANDATI restano tutti, bravi o meno bravi, come mai ?
    Questa è la realtà in questa città ormai allo sbando totale, peggio delle altre…………………..

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  8. Se aspetti che i politicanti locali aprano a qualsiasi opportunità di lavoro per i giovani neo laureati e non questi arrivano a 60 anni in attesa di risposte purtroppo l’unica cosa da fare è la valigia

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  9. Qui i giovani vanno a caccia di posti dal don Rodrigo di turno. Chi è l’ attuale? Vedere un po’

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  10. I giovani e le famiglie, invece di protestare e lottare per una città giusta e per eliminare privilegi e disuguaglianze, preferiscono portare i loro voti ai caporioni della politica, che promettono raccomandazioni e fantomatici posti di lavoro. Peggio per loro.

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  11. Ma veramente? Cose da pazzi…🤣🤣

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  12. Vivo da anni in Danimarca, e sono andato via dopo la laurea a Messina. Non ho mai accettato il livello di inciviltà della città, dalle piccole cose come il modo di guidare alle grandi cose come le raccomandazioni. Non è una città per persone che amano vivere in una società fatta di regole condivise e razionali.

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  13. Come disse “Enzo” tanti anni fa ” a Messina non c’è nenti”

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  14. Partito più di 20 anni fa con la scelta di fare l’università fuori. Il nord mi ha dato la possibilità di realizzarmi senza la necessità di concorsi pubblici e raccomandazioni. E conosco ragazzi che sono riusciti a fare ancora più nella medesima maniera. Ogni volta che ritorno in città noto, con grande dispiacere, che l’impiego tipico cosi tanto agognato per il messinese medio è il posto fisso pubblico. Se lavori nel privato e non hai mai fatto un concorso pubblico vieni visto alla stregua di un alieno. Idem se provi spiegare che la carriera scolastica che stai facendo fare ai figli è volta a trovare occupazione nel settore privato e non a fare concorsi pubblici … ti si guarda come un alieno. La ricerca sfegatata del posto pubblico probabilmente è il vero grande male, molti commenti sopra evidenziano questa mentalità malata, che impedisce a messina di crescere e aiuta la fuga dei “cervelli”.

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