"Non più esclusi": alla stazione di Messina una Via Crucis con chi vive in strada

“Non più esclusi”: alla stazione di Messina una Via Crucis con chi vive in strada

Marco Olivieri

“Non più esclusi”: alla stazione di Messina una Via Crucis con chi vive in strada

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mercoledì 13 Aprile 2022 - 07:50

Non solo cibo ma dialogo e relazione con i poveri nell'approccio di frate Giuseppe Maggiore

MESSINA – La società li respinge. Persone senza fissa dimora, o ai margini per le loro scelte di vita, che dormono in stazione. O prendono lì il cibo distribuito dai volontari per poi tornare in abitazioni dimesse o nei centri d’accoglienza. Tuttavia, grazie ai frati minori del santuario di Lourdes e al loro impegno quotidiano, la relazione e il dialogo hanno modificato qualcosa. Hanno reso possibile che alcuni di loro siano diventati protagonisti della Via Crucis alla cappella della stazione di Messina.

“Alla stazione offrire cibo è un pretesto per creare un dialogo con chi vive in strada”

«Ogni venerdì di quaresima una ventina di persone, tra senza fissa dimora ed emarginati che vivono in strada la loro quotidianità, hanno animato la Via Crucis. Da tre anni ho instaurato con loro un dialogo costante. Per l’occasione, hanno letto e hanno portato la croce. Lunedì 11 aprile è stata l’ultima tappa di questo lavoro spirituale insieme, che parte da loro, dallo loro voglia di partecipare», racconta frate Giuseppe Maggiore.

Con i frati minori, Maggiore si occupa della cappella della stazione e lui stesso trascorre quasi tutta la giornata in stazione. «Cerco di vivere secondo l’insegnamento di Francesco d’Assisi e, come sottolineava don Tonino Bello, nel segno della “convivialità delle differenze”. Senza moralismi, nel solco di Gesù, che non giudica l’adultera né si colloca su un piedistallo rispetto agli altri. Offrire cibo è un pretesto per riconoscere l’umanità di chi mi sta davanti», tiene a precisare frate Maggiore.

«Vivono in strada ma hanno bisogno solo di rispetto e attenzione, qualunque cosa facciano. Non hanno bisogno invece di pregiudizi, né di qualcuno che gli dica cosa devono fare o come devono campare. Si sono talmente appassionati, dopo il loro apporto alla Via Crucis, che mi hanno già fatto una nuova proposta di preghiera per il mese di maggio», aggiunge con soddisfazione il frate.

Dagli scout ai frati in una Via Crucis dedicata agli ultimi

Frati, scout e volontari insieme (nella foto in evidenza) alla stazione. La Via Crucis di lunedì è stata condotta da padre Marco D’Arrigo, responsabile spirituale degli scout dello Stretto e vicario foraneo di Messina centro e nord. Ad animarla gli scout di Messina 3 e Messina 13, il gruppo Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani), il gruppo Agesci “Giustizia pace e non violenza” (Gpn) della zona dello Stretto, con responsabile Daniele Caliri, e cinque frati minori che hanno condotto la meditazione, interagendo con l’assemblea.

Il frate: “Ascolto senza giudicare”

Un’assemblea nella quale le letture sono state alimentate da una ventina di persone che usufruiscono del cibo e dei servizi dei volontari. «Prima la stazione versava in una situazione di degrado. Ora non è così. Collaboro con le varie realtà sociali a sostegno di chi ha bisogno, vivendo molte ore qui, ma il mio contributo è di tipo diverso: la relazione e il dialogo prima di tutto. L’ascolto, soprattutto, senza giudicare», spiega frate Maggiore.

Quello che preme a questo frate, anche giornalista pubblicista, è che chiunque gli sia davanti, sia prostituta o persona con precedenti penali, venga considerato “come essere umano e non secondo le etichette della società”. Da qui il rispetto per ogni scelta di vita, “ad esempio senza fare la morale ai senza fissa dimora perché hanno fatto della strada la propria casa. Ogni scelta personale va rispettata”.

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