Il presidente del Movimento ‘La Calabria che vogliamo’ , si dice contrario ad un eventuale legge sulla parità di genere
“Ho letto le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini sulla volontà di procedere in tempi brevi con una legge sulla parità di genere. La scelta non mi trova d’accordo: credo che le donne non siano una specie protetta da preservare ma anzi spesso hanno una marcia in più di noi uomini.
Da imprenditore e padre di 3 ragazze, posso assicurare di aver visto in tanti anni le capacità professionali delle donne, non credo ci sia bisogno di una legge ad hoc che anzi rischia di far andare avanti chi non reali capacità ma solo una vicinanza con le lobby dell’associazionismo. In genere l’associazionismo femminile e’ espressione dei partiti e non, certamente, rappresentativo del genere in sé”.
Giuseppe Nucera, presidente del Movimento ‘La Calabria che vogliamo’ , si dice contrario ad un eventuale legge sulla parità di genere e invita Tallini e i capigruppo presenti all’interno della Regione Calabria a rivedere la soglia di sbarramento. “Bisogna provvedere con urgenza a modificare la legge elettorale Regionale Calabrese che blocca la rappresentanza delle minoranze.
Lo sbarramento all’8% del quorum per avere diritto alla rappresentanza al Consiglio Regionale della Calabria e’ anacronistico ed antidemocratico. Nelle ultime elezioni solo il 30% dei calabresi e’ risultato rappresentato. Infatti, al 55% degli elettori che ha disertato le urne si va ad aggiungere il 15% delle liste che non hanno superato la soglia di sbarramento dell’ 8%, vale a dire Carlo Tansi e Francesco Aiello con il Movimento 5 Stelle.
In questo modo ben il 70% degli elettori calabresi non si è visto rappresentato all’interno della massima istituzione regionale. Questa non e’ democrazia bensì un regime oligarchico. Dobbiamo far avvicinare i calabresi alla massima Assemblea elettiva del nostro territorio che e’ il Consiglio Regionale. Le minoranze non vanno cancellate dalla scena politica, bisogna dare loro rappresentatività all’interno del Consiglio Regionale.
Noi del Movimento ‘La Calabria che vogliamo’ confidiamo nel senso di responsabilità del presidente Tallini e dei capigruppo. Piuttosto che pensare a leggi che soltanto sulla carta puntano a valorizzare le competenze delle donne ma che nella realtà sconfessano le intenzioni, si abbassi la soglia dello sbarramento al 3 o 4% così come previsto da numerose altre Regioni italiane.
In questo modo si potrà assicurare la pluralità, fattore fondamentale per lo sviluppo di un dibattito sano e propositivo utile alla crescita del nostro territorio”, conclude Nucera.