Nunzio Astone rilegge la Congiura dei Pazzi

Nunzio Astone rilegge la Congiura dei Pazzi

Vittorio Tumeo

Nunzio Astone rilegge la Congiura dei Pazzi

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martedì 11 Giugno 2019 - 08:11

Presentato al Teatro Vittorio il libro postumo dell’avvocato scrittore che tratta di uno dei più celebri complotti della storia

Nei suoi Annales (I, 1,3), Tacito affermava che l’atteggiamento dello storico nella narrazione dei fatti dovrebbe essere condotto sine ira et studio, cioè “senza rabbia né partigianeria”, impostato quindi sulla massima obiettività. In realtà lo stesso Tacito è il primo a contravvenire alla sua regola, scrivendo una storia appassionata e personalissima, ma l’espressione è comunque rimasta proverbiale per indicare quell’ideale di oggettività che da sempre è il miraggio della storiografia.

Nunzio Astone

Ed è proprio nel solco della lezione tacitea che si colloca la figura e l’opera di Nunzio Astone, avvocato, storico e scrittore il cui ultimo libro, pubblicato postumo, è stato presentato ieri al Teatro Vittorio Emanuele di Messina.

La congiura dei Pazzi. Storia di sangue e di vendetta nella Firenze del ‘400” si intitola la “fatica” letteraria dell’autore, che ha ripercorso in una analisi minuta e sistematica la vicenda del celeberrimo complotto organizzato dalla famiglia Pazzi per sottrarre Firenze ai Medici con un astuto quanto spietato colpo di mano. Come la storia ci ha tramandato, il complotto costò la vita a Giuliano de ‘Medici, mentre il più noto Lorenzo rimase ferito; sarebbe toccato a lui riaffermare la supremazia degli stessi Medici e regolare i conti con il pontefice Sisto IV, sostenitore dei Pazzi. L’attività di ricerca condotta da Nunzio Astone per la stesura del volume lo ha visto impegnato dal 2010 fino ai primi giorni dell’ottobre 2012, prima di venire a mancare il 15 novembre. Dopo aver rinvenuto nella memoria del suo computer una cartella con il file del manoscritto e altri documenti di ricerca, i familiari hanno scelto di darlo alle stampe nella sua interezza, senza alterarne il contenuto e preservandone così l’autenticità. Eredità umana e culturale preziosa quella dell’avvocato Astone che i suoi cari, la moglie Rina Pagana con le figlie Maria Annunziata e Antonella e le rispettive famiglie Scimone e Scalia hanno conservato e meritoriamente deciso di offrire ai lettori con la pubblicazione postuma del saggio.

La prof.ssa Rina Pagana con le figlie prof.sse Maria Annunziata e Antonella Astone ricevono in dono una stampa dal Soprintendente dell’Ente Teatro Gianfranco Scoglio

Nunzio Astone, classe 1942, era originario di Raccuja, ridente borgo dalla storia antica incastonato nelle verdi montagne dei Nebrodi. Dopo essersi laureato in Giurisprudenza a Parma, ha svolto la professione di avvocato cassazionista, ricoprendo anche prestigiosi incarichi. Tra i tanti si ricordano quello di responsabile dell’ufficio legale della Cassa Centrale di Risparmio V.E., di componente della Commissione Euro, Giudice Onorario e Consigliere di Amministrazione dell’Ente Regionale “Teatro di Messina”. La divulgazione e la conservazione della cultura sono state la sua crociata, che ha portato avanti anche nella veste di assessore alla Cultura e all’Urbanistica del suo paese natale: è a lui che si deve il restauro di chiese ed opere d’arte, ma soprattutto l’acquisto e il recupero dell’imponente Castello Branciforti, una delle più antiche e pregiate espressioni dell’architettura fortificata del Mezzogiorno.

Il Castello Branciforti a Raccuja

Memore e riconoscente, il Comune di Raccuja ha dedicato proprio alla memoria di Nunzio Astone la sala della cultura, ubicata all’interno del maniero. La sua autentica vocazione di appartenere agli “rerum scriptores” si è manifestata in una produzione letteraria ricchissima, di articoli e saggi di argomento storico, tra cui “Raccuja, documenti e immagini” (1983), “Il rosolio di Santa Rita” (1988) e “San Michele in Campana” (2008). La presentazione del volume, edito per i tipi di “Yorick Editore”, è stata seguita da un folto pubblico che ha affollato la sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele e ha registrato gli interventi dei docenti universitari Lucrezia Lorenzini, Federico Martino e Salvatore Bottari, che hanno brillantemente ripercorso la genesi del volume. Tra gli interventi dal pubblico particolarmente significativi sono stati quello di Micaela Stagno d’Alcontres, che ha ricordato l’impegno di Nunzio Astone nell’Istituto Italiano dei Castelli e di Giovanni Frazzica, che all’avvocato era legato da antica amicizia. A margine della presentazione, il Soprintendente dell’Ente Teatro, l’Avv. Gianfranco Scoglio, proprio per ricordare il legame di Nunzio Astone con l’Istituzione regionale e l’impegno profuso durante il periodo della sua consiliatura, ha consegnato alla famiglia due stampe antiche dello stesso teatro.

Maria Amalia Scalia dona il quadro realizzato dall’Avv. Nunzio Astone

In rappresentanza della famiglia, la giovane studentessa Maria Amalia Scalia, nipote di Nunzio Astone, ha donato un quadro realizzato dello stesso avvocato, a conferma della poliedricità di un professionista, ma ancora più di un artista che della diffusione della cultura, della conoscenza, della ricerca della bellezza e dell’arte in tutte le sue forme e della salvaguardia di queste ha fatto la missione della sua vita. A Messina e alla sua provincia, il compito di fare tesoro della vastissima eredità culturale che ha lasciato e tramandarne la memoria alle generazioni che verranno.

Vittorio Tumeo

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