La cupola mafiosa a Barcellona, cominciata l’udienza per i 34 indagati

La cupola mafiosa a Barcellona, cominciata l’udienza per i 34 indagati

La cupola mafiosa a Barcellona, cominciata l’udienza per i 34 indagati

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lunedì 28 Maggio 2012 - 18:34

Sedici imputati hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, altrettanti con rito ordinario solo due hanno chiesto il giudizio immediato

Al via oggi al Tribunale di Messina l’udienza preliminare per i 34 indagati della maxi inchiesta Gotha-Pozzo 2, condotta dalla Dia e dai Ros dei Carabinieri che il 24 luglio 2011 portò dietro le sbarre 24 persone ritenute affiliate alla famiglia mafiosa barcellonese presunti fiancheggiatori e colletti bianchi che stamattina si sono presentati davanti al Gup Salvatore Mastroeni. Sedici gli indagati che hanno scelto il rito abbreviato, altri 16 il rito ordinario mentre, solo due hanno chiesto il giudizio immediato.

Si comincia il 18 luglio con gli indagati che hanno optato per il giudizio abbreviato. Nel dettaglio si tratta di Giovanni Rao, Tindaro e Anna Marino, Salvatore Buzzanca, Francesco Carmelo Messina, Salvatore “Sam” Di Salvo, Carmelo Vito Foti, Francesco Ignazzitto, Francesco D’Amico, Ottavio Imbesi, Salvatore Ofria, Francesco Cambria, Roberto Martorana, Maurizio Trifirò, Concetto Bucceri e Giuseppe Mandanici.

Proseguirà invece il 30 maggio l’udienza preliminare prosegue per Giuseppe Isgrò, Filippo Barresi, Salvatore Calcò Labruzzo, Zamir Dajcaj, Angelo Porcino, Enrico Fumia, Carmelo D’Amico, Carmelo Giambò, Nicola Cannone e Salvatore Puglisi, Nicola Munafò, Tindaro Calabrese, Mariano Foti e i pentiti Carmelo Bisognano, Santo Gullo e Alfio Giuseppe Castro.

Francesco Scirocco e Mario Aquilia hanno chiesto di essere giudicati con il rito immediato e per loro tutto è stato rinviato al prossimo 25 ottobre al Tribunale di Barcellona.
Le indagini delle operazioni gotha e Pozzo 2 gli inquirenti, anche grazie alle dichiarazioni dei boss dei “Mazzarroti” Carmelo Bisognano boss e Santo Gullo, oggi collaboratori di giustizia,è stata riscritta la storia degli ultimi vent’anni della mafia barcellonese. Uno spaccato agghiacciante svelato dai neopentiti che hanno raccontato decine di casi di omicidi, lupare bianche, agguati ed estorsioni. Cosa Nostra a Barcellona negli anni è diventata una macchina da guerra imponente. Ha accresciuto la sua potenza militare,la ricchezza economica e si è radicata sul territorio quasi come un male inevitabile. Allo stesso tempo ha tessuto trame con le istituzioni, con il mondo finanziario e dell’imprenditoria, ha creato cartelli d’imprese che gestivano affari per milioni di euro ed ha condizionati appalti pubblici per milioni e milioni di euro. Non a caso la “famiglia” di Barcellona storicamente è l’unica in grado di dialogare alla pari con Cosa Nostra palermitana alla quale in passato ha offerto aiuto e collaborazione dando ospitalità nel proprio territorio a fior di latitanti. Di tutto questo hanno parlato e continuano a sfornare centinaia di pagine di verbali il boss dei “Mazzarroti” Carmelo Bisognano boss e Santo Gullo, esponente di primo piano del clan. Alle spalle hanno un curriculum fatto di omicidi, agguati, casi di lupara bianca ed ora stanno mettendo nero su bianco. Non per niente Bisognano ha consentito di scoprire il “cimitero della mafia” di Mazzarrà S.Andrea dove sono sepolti una trentina di corpi di persone inghiottite dalla lupara bianca. Scavando giorno e notte nel gennaio scorso ne sono stati trovati quattro ma gli omicidi risolti sono al momento cinque. Grazie ai nuovi pentiti sono stati individuati esecutori, mandante e movente. Ma Bisognano e Gullo non si fermano qui. Continuano a parlare facendo uscire dalle tenebre del passato episodi che sembravano ormai dimenticati. In tutto sono una cinquantina i casi di omicidio sui quali i magistrati della DDA di Messina stanno indagando. Esecuzioni spietate di persone prima torturate e poi uccise a colpi di pistola e scaraventate in una fossa anonima. Quasi certamente le operazioni Gotha e Pozzo 2 avranno presto un seguito e non è difficile ipotizzare la ripresa degli scavi nel triangolo Mazzarrà, Basicò e Tripi alla ricerca dei resti di altre persone scomparse nel nulla a partire dai primi anni novanta.

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