Rapina con sequestro al gioielliere di Letojanni, 7 condanne

Rapina con sequestro al gioielliere di Letojanni, 7 condanne

Alessandra Serio

Rapina con sequestro al gioielliere di Letojanni, 7 condanne

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mercoledì 18 Dicembre 2013 - 00:45

Otto anni di reclusione ai fratelli Lo Turco e al pregiudicato Ferrara, basisti e mente del colpo ai danni dell'orefice Celi.

Sono pesanti le condanne per i componenti della banda che il 30 dicembre scorso aveva fatto irruzione a casa del più noto gioielliere di Leojanni, Celi, facendosi consegnare le chiavi del negozio, poi svaligiato per oltre 60 mila euro di refurtiva in preziosi e bigiotteria di lusso. Il Gup di Messina, Maria Teresa Arena, ha condannato tutti gli imputati, alla fine del processo col rito abbreviato. Otto anni di reclusione, quindi, per i due fratelli di Taormina, Andrea e Luca Lo Turco, bloccati a Mazzarrò con parte dei gioielli. Otto anni e mezzo per la “mente” del colpo, il pregiudicato Antonio Ferrara, milazzese trapiantato a Letojanni. Otto anni anche agli altri 4 complici di Randazzo, arrestati in seconda battuta dai Carabinieri. Mentre l'unico incensurato, anche lui randazzese, accusato soltanto di ricettazione, ha optato per il rito ordinario e affronterà il processo: il gup ha disposto per lui il rinvio a giudizio. Erano stati i Lo Turco a confessare, subito dopo il fermo. Le analisi dei Ris dei Carabinieri sulle impronte trovate a casa della vittima e sulla pistola 7,65 recuperata a casa di Ferrara, le intercettazioni telefoniche ed i controlli a tappeto nei compro oro del catanese dove la refurtiva era stata ricettata hanno permesso ai militari di comporre l’intero quadro. I lo Turco, avrebbero agito da basisti. In casa di Ferrara, considerato la mente del colpo, erano stati sequestrati l’arma, un passamontagna e un sacco adoperato per portare via la refurtiva, che comprendeva anche due preziose pistole d'argento. I tre sono stati difesi dagli avvocati Domenico Andrè e Giovanni Villari. a coordinare l'inchiesta dei Carabinieri di Taormina è stata il pm Alessia Giorgianni.
Alessandra Serio

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