"L'unica vera rivoluzione è quella di chiudere la rada San Francesco"

“L’unica vera rivoluzione è quella di chiudere la rada San Francesco”

Francesca Borgia

“L’unica vera rivoluzione è quella di chiudere la rada San Francesco”

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giovedì 17 Luglio 2014 - 16:36

La solo pena di adesso è che si sono persi 14 anni senza fare tesoro delle esperienze passate, come sempre succede nella popolazione dei messinesi. Il potere sa che dividendo impera

La gente più utile al potere è quella che crede sul serio a quel che afferma, ed è quella che in genere fa carriera”. Così Noam Chomsky ci invita a non prendere per oro colato i proclami e le valutazioni che in modi diversi e pur sempre uguali sentiamo per bocca delle cosiddette autorità…

Le accelerazioni prodotte negli ultimi 20 anni da atti amministrativi insensati, hanno trasformato radicalmente e irreversibilmente il nostro territorio. Gli amministratori di vecchio stampo sono troppo accorti per non capire che “qualunque fatto che riguarda una funzione ( abitazione, lavoro, traffico, commercio ) si ripercuote su tutte le altre”.

Voi egregi amministratori tutti, del passato e del presente, sapete bene che favorendo il particolare si sottrae spazio alla collettività, si inaspriscono gli animi, si incoraggia ad emigrare, perché nessuno vuole e può riconoscersi in un disegno di città asociale e amorale.

Tutti in un modo o in un altro, abbiamo interesse che la città funzioni, e ci restituisca in termini sociali, economici e ambientali quello che una comunità civile ha il diritto di pretendere da qualsiasi amministratore. La città ha già pagato e continua a pagare in termini di mortificazione e mercificazione del territorio. La città paga la superficialità, l’ottusità, il menefreghismo di intere classi politiche che non hanno saputo né voluto tutelare gli interessi di tutti i cittadini; intere generazioni di politici che indisturbati hanno favorito corporazioni e lobby a colpi di emendamenti, osservazioni, varianti in corso d’opera. Mediocri amministratori che per disinformazione, ignoranza, insipienza hanno acconsentito l’annientamento sociale ed economico di questa città senza mai chiedersi se col proprio voto, la propria firma o semplicemente assentandosi dall’aula comunale hanno fatto bocciare o approvare una delibera.

E poi guarda come trottano le persone dietro ai poteri forti, quegli arroganti che non vogliono né regole né stato fra i piedi, perché devono guadagnare quanto più possibile, nel più breve tempo possibile, minacciando e intimidendo chiunque si frapponga sul loro cammino.

Ricordiamoci sempre l’articolo 41 della costituzione che così recita: “ L’iniziativa economica privata è libera: Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.”

Sul problema trentennale della schiavitù dei T.I.R è esistita una mobilitazione unica nel suo genere, con una occupazione al Comune, blocchi stradali, cortei, fiaccolate e sit-in, lenzuola volantini e vivaci dibattiti. Adesso tanti proclami, annunci epocali e mai un riferimento onesto a quel manipolo di cittadini del “Comitato la Nostra Città” veri iniziatori della battaglia anti-TIR (anno 2000). Pure in quel frangente Renato si è contraddistinto e uscendo fuori dal coro ha prospettato la risoluzione del problema nell’approdo di Tremestieri… infatti si è visto come è finita! Allora, quegli uomini e donne erano dileggiati dai media che su certa stampa titolava “talebani buddaci” corroborati da professionisti della parola che hanno contribuito a distruggere l’idea di solidarietà e continuità che si andava prefigurando: diritti alla salute, alla tutela ambientale, alla incolumità, alla libertà di aggregazione…

La solo pena di adesso è che si sono persi 14 anni senza fare tesoro delle esperienze passate, come sempre succede nella popolazione dei messinesi. Il potere sa che dividendo impera, gli unici a non capirlo restano i buddaci pieni di approssimazioni, lenti nell’elaborazione dei fatti, sciatti e prepotenti, ingrassati fra le fila di chi gli “organizza vita e pensiero”. Che dire poi di un’informazione dei media inesistente, orripilanti Tg che dicono tutto e il loro contrario senza mai prendere posizioni perché, come dice Chomsky…

(sento già le vocine indignate che mi apostrofano come saccente maestrina).

Capisco che le regole del fare producono anche cambiamenti in corso d’opera, contraddizioni, forzature e fughe, ma ti prego Renato non parlare di RIVOLUZIONE perché se è vero che la tua (?) è stata una battaglia fondamentale contro i TIR non ho capito bene come ti sei mosso all’inizio del tuo insediamento a Sindaco. Hai i poteri per fare quello che devi.

La rivoluzione è chiudere la rada S. Francesco e interdire il passaggio ai T.I.R da qualunque latitudine dentro la città.

La rivoluzione è nell’ essere capaci di scegliere, pianificare, progettare. La rivoluzione è pretendere da qualsiasi amministratore di qualunque colore politico dedizione e devozione alla nostra città, conoscenza e professionalità. La rivoluzione è scoprirsi cittadini in una città che tutti i governanti ci hanno reso ostile e contraria.

8 commenti

  1. ..un pò lungo, ma chiaro !!!
    vogliamo il ponte !!!

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  2. ..un pò lungo, ma chiaro !!!
    vogliamo il ponte !!!

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  3. Nicolò D'Agostino 18 Luglio 2014 07:09

    C’è anche la storia.
    – Nel realizzare il raccordo autostradale, fatta la scelta della rada S. Francesco (giusta, sbagliata… non so per allora…), il Consorzio Autostradale voleva realizzare una sopraelevata sul Torrente Boccetta per non fare transitare sulle strade cittadine i mezzi (autovetture e TIR) che andavano ad imbarcarsi.
    L’allora opinione pubblica non volle la sopraelevata (qualcuno perdeva uno spicchio di sole… ridicolo) e la debole ed oclocratica classe politica di allora si piegò agli umori.
    – Vista la pesantezza ed i costi umani della rada S. Francesco, si incominciò a parlare del II approdo. Le due correnti di pensiero erano: a Contemplazione (ex DC), con area di stoccaggio sotto i Colli S. Rizzo; a Tremestieri (ex PSI), con area di stoccaggio sempre a Tremestieri. La soluzione più saggia, per questioni nautiche e d’approdo, era Contemplazione (si sapevano i problemi di Tremestieri!!!!!!). Invece cosa accadde, siccome i sostenitori dell’idea Tremestieri erano quelli transitati nel nuovo partito di Forza Italia, fecero pesare sull’allora Presidente del Consiglio, la Loro idea e fecero il guaio che stiamo subendo di Tremestieri.
    Intanto, parallelamente, c’era il ragionamento dell’attraversamento stabile che è stato sempre come “La tela di Penelope” e come “Le onde del mare” per tutti i partiti. Tutti volevano realizzarlo e tutti non volevano realizzarlo, a secondo come girava il vento.
    La grande opera del Ponte aveva anche un’alternativa che era il Tunnel immerso e sospeso (che ritengo sia la soluzione più fattibile e che concilia le culture).
    Renato arriva dopo… non era presente ( e se c’era era un personaggio minore) neanche nelle battaglie per la salvaguardia del Lago di Ganzirri che volevano far diventare il porticciolo delle ville sulle colline (vedi “I Siciliani” di Fava).
    Renato non diventa sindaco per il “No Ponte” (senza offesa per gli amici ed i compagni, erano 4 gatti… per fare numero dovevano venire da tutta l’Italia) ma perché era una personalità da “usare” contro la mala politica messinese… e Lui si è fatto “usare” consapevolmente.
    Adesso stiamo affrontando il momento di transizione politica più delicato per la città.
    Il “Basso”, di cui parla Renato, non appartiene alla Sua cultura, la sua è quella movimentista e pacifista. Il “Basso invece appartiene alla classe MODERATA e PROGRESSISTA della città che cerca “Uomini di Servizio” per la collettività. Che valorizzi il territorio per dare “pane agli affamati” e non “ricchezze ai banditi”.

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  4. Nicolò D'Agostino 18 Luglio 2014 07:09

    C’è anche la storia.
    – Nel realizzare il raccordo autostradale, fatta la scelta della rada S. Francesco (giusta, sbagliata… non so per allora…), il Consorzio Autostradale voleva realizzare una sopraelevata sul Torrente Boccetta per non fare transitare sulle strade cittadine i mezzi (autovetture e TIR) che andavano ad imbarcarsi.
    L’allora opinione pubblica non volle la sopraelevata (qualcuno perdeva uno spicchio di sole… ridicolo) e la debole ed oclocratica classe politica di allora si piegò agli umori.
    – Vista la pesantezza ed i costi umani della rada S. Francesco, si incominciò a parlare del II approdo. Le due correnti di pensiero erano: a Contemplazione (ex DC), con area di stoccaggio sotto i Colli S. Rizzo; a Tremestieri (ex PSI), con area di stoccaggio sempre a Tremestieri. La soluzione più saggia, per questioni nautiche e d’approdo, era Contemplazione (si sapevano i problemi di Tremestieri!!!!!!). Invece cosa accadde, siccome i sostenitori dell’idea Tremestieri erano quelli transitati nel nuovo partito di Forza Italia, fecero pesare sull’allora Presidente del Consiglio, la Loro idea e fecero il guaio che stiamo subendo di Tremestieri.
    Intanto, parallelamente, c’era il ragionamento dell’attraversamento stabile che è stato sempre come “La tela di Penelope” e come “Le onde del mare” per tutti i partiti. Tutti volevano realizzarlo e tutti non volevano realizzarlo, a secondo come girava il vento.
    La grande opera del Ponte aveva anche un’alternativa che era il Tunnel immerso e sospeso (che ritengo sia la soluzione più fattibile e che concilia le culture).
    Renato arriva dopo… non era presente ( e se c’era era un personaggio minore) neanche nelle battaglie per la salvaguardia del Lago di Ganzirri che volevano far diventare il porticciolo delle ville sulle colline (vedi “I Siciliani” di Fava).
    Renato non diventa sindaco per il “No Ponte” (senza offesa per gli amici ed i compagni, erano 4 gatti… per fare numero dovevano venire da tutta l’Italia) ma perché era una personalità da “usare” contro la mala politica messinese… e Lui si è fatto “usare” consapevolmente.
    Adesso stiamo affrontando il momento di transizione politica più delicato per la città.
    Il “Basso”, di cui parla Renato, non appartiene alla Sua cultura, la sua è quella movimentista e pacifista. Il “Basso invece appartiene alla classe MODERATA e PROGRESSISTA della città che cerca “Uomini di Servizio” per la collettività. Che valorizzi il territorio per dare “pane agli affamati” e non “ricchezze ai banditi”.

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  5. Perchè non aumentare xxxxxxxxxxxx con chi ha avuto parte attiva, palese ed occulta, a qualsiasi titolo, sulla decisione, progettazione, opere di attuazione e ristrutturazioni costanti del manufatto di Tremestieri, che tante lacrime e dolori ha portato alle casse pubbliche.
    L’unico che si è arricchito ulteriormente e lecitamente è stato il proprietario del terreno limitrofo all’approdo. Quanto sarebbe bello darne ufficialmente il nome ed il cognome. Le risate si perderebbero.
    Nessuno è mai passato per Genova o per Salerno, città dalla conformazione molto simile a Messina?
    Ogni tanto basta copiare.

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  6. Perchè non aumentare xxxxxxxxxxxx con chi ha avuto parte attiva, palese ed occulta, a qualsiasi titolo, sulla decisione, progettazione, opere di attuazione e ristrutturazioni costanti del manufatto di Tremestieri, che tante lacrime e dolori ha portato alle casse pubbliche.
    L’unico che si è arricchito ulteriormente e lecitamente è stato il proprietario del terreno limitrofo all’approdo. Quanto sarebbe bello darne ufficialmente il nome ed il cognome. Le risate si perderebbero.
    Nessuno è mai passato per Genova o per Salerno, città dalla conformazione molto simile a Messina?
    Ogni tanto basta copiare.

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  7. Molo Norimberga no; Rada S. Francesco no, Tremestieri più chiuso che aperto, ponte no, la FF.SS. riducono all’osso il trasferto su rotaia.
    Ricordo a tutti che Messina è una città di mare posta alla porta d’ingresso della Sicilia e pertanto da quì volenti o nolenti deve passare il traffico veicolare e quindi una soluzione bisogna per forza trovarla.
    Perchè non cominciare a fare sul serio una volta per tutte?
    Sulla chiusura della Rada San Francesco sono daccordo, è decisamente fuori luogo ha distrutto e continua a distruggere il littorale con inquinamento dell’acqua ma a quanto pare questo non sembra interessare a molti.

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  8. Molo Norimberga no; Rada S. Francesco no, Tremestieri più chiuso che aperto, ponte no, la FF.SS. riducono all’osso il trasferto su rotaia.
    Ricordo a tutti che Messina è una città di mare posta alla porta d’ingresso della Sicilia e pertanto da quì volenti o nolenti deve passare il traffico veicolare e quindi una soluzione bisogna per forza trovarla.
    Perchè non cominciare a fare sul serio una volta per tutte?
    Sulla chiusura della Rada San Francesco sono daccordo, è decisamente fuori luogo ha distrutto e continua a distruggere il littorale con inquinamento dell’acqua ma a quanto pare questo non sembra interessare a molti.

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